Fondato anche su materiale inedito proveniente dagli archivi tedeschi e americani, l’articolo discute la trasformazione delle relazioni Nord-Sud promossa dalla politica di Willy Brandt negli anni della “neue Ostpolitik”. L’argomento principale è che, benché un cambiamento di politica nelle relazioni con il Sud del mondo fosse incoraggiato dal clima di distensione e in particolare dagli Stati Uniti, la figura di Willy Brandt fu necessaria e fondamentale nel portare avanti una vera trasformazione. Dopo una breve introduzione storiografica sulle caratteristiche degli aiuti allo sviluppo offerti dalla Germania, l’articolo si articola in due parti fondamentali. Nella prima, che sostanzialmente copre gli anni 1965-68, vengono descritte le pressioni, in particolare americane, per l’apertura alla collaborazione con i paesi dell’Europa centro-orientale nell’offrire aiuti ai paesi in via di sviluppo, soprattutto africani. I documenti del ministero degli esteri tedesco-occidentali mostrano tutte le resistenze rispetto all’abbandono della dottrina Hallstein (o dottrina della rappresentanza esclusiva) che bloccarono a lungo la distensione anche nella politica verso i paesi del Sud del mondo. Mostrano però anche che la “nuova Ostpolitik” cominciò in Africa – nel senso che fra i primi accordi di cooperazione economica est-ovest vi erano progetti di sviluppo nei paesi africani, in particolare avviati con la Cecoslovacchia e la Romania. Nella seconda parte invece, la questione del cambiamento di atteggiamento verso i paesi in via di sviluppo è affrontato con uno sguardo “dall’interno”, cioè studiando la connessione fra le richieste della società civile e cambiamento nella politica di assistenza allo sviluppo. Qui la tesi è che Brandt e il suo ministro della cooperazione, Erhard Eppler, tentarono di trasformare la politica verso il sud del mondo in uno strumento per riacquistare il consenso dei giovani negli anni della contestazione. L’articolo si chiude tuttavia con la constatazione dei limiti di tale azione, e con le critiche provenienti dai paesi riceventi che notarono scarsi cambiamenti nei flussi e nelle caratteristiche degli aiuti.

Globalising Ostpolitik / Lorenzini, Sara. - In: COLD WAR HISTORY. - ISSN 1468-2745. - STAMPA. - Vol 9, No.2, May 2009:2(2009), pp. 473-484. [10.1080/14682740802188166]

Globalising Ostpolitik

Lorenzini, Sara
2009-01-01

Abstract

Fondato anche su materiale inedito proveniente dagli archivi tedeschi e americani, l’articolo discute la trasformazione delle relazioni Nord-Sud promossa dalla politica di Willy Brandt negli anni della “neue Ostpolitik”. L’argomento principale è che, benché un cambiamento di politica nelle relazioni con il Sud del mondo fosse incoraggiato dal clima di distensione e in particolare dagli Stati Uniti, la figura di Willy Brandt fu necessaria e fondamentale nel portare avanti una vera trasformazione. Dopo una breve introduzione storiografica sulle caratteristiche degli aiuti allo sviluppo offerti dalla Germania, l’articolo si articola in due parti fondamentali. Nella prima, che sostanzialmente copre gli anni 1965-68, vengono descritte le pressioni, in particolare americane, per l’apertura alla collaborazione con i paesi dell’Europa centro-orientale nell’offrire aiuti ai paesi in via di sviluppo, soprattutto africani. I documenti del ministero degli esteri tedesco-occidentali mostrano tutte le resistenze rispetto all’abbandono della dottrina Hallstein (o dottrina della rappresentanza esclusiva) che bloccarono a lungo la distensione anche nella politica verso i paesi del Sud del mondo. Mostrano però anche che la “nuova Ostpolitik” cominciò in Africa – nel senso che fra i primi accordi di cooperazione economica est-ovest vi erano progetti di sviluppo nei paesi africani, in particolare avviati con la Cecoslovacchia e la Romania. Nella seconda parte invece, la questione del cambiamento di atteggiamento verso i paesi in via di sviluppo è affrontato con uno sguardo “dall’interno”, cioè studiando la connessione fra le richieste della società civile e cambiamento nella politica di assistenza allo sviluppo. Qui la tesi è che Brandt e il suo ministro della cooperazione, Erhard Eppler, tentarono di trasformare la politica verso il sud del mondo in uno strumento per riacquistare il consenso dei giovani negli anni della contestazione. L’articolo si chiude tuttavia con la constatazione dei limiti di tale azione, e con le critiche provenienti dai paesi riceventi che notarono scarsi cambiamenti nei flussi e nelle caratteristiche degli aiuti.
2009
2
Lorenzini, Sara
Globalising Ostpolitik / Lorenzini, Sara. - In: COLD WAR HISTORY. - ISSN 1468-2745. - STAMPA. - Vol 9, No.2, May 2009:2(2009), pp. 473-484. [10.1080/14682740802188166]
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