Il paesaggio fortificato della Bassa Vallagarina in Trentino, in corrispondenza della Chiusa di Serravalle, si caratterizza per la presenza di un palinsesto stratificato di lungo periodo che comprende i ruderi dei castelli medievali di Chizzola e Sajori e un articolato sistema di fortificazioni campali, realizzate anche nelle immediate vicinanze, durante il primo conflitto mondiale. Si tratta di una stratificazione complessa dove all’evidenza architettonica dei ruderi si affianca, si interseca, si innesta un insieme di opere di fortificazione campali, ancora parzialmente visibili, ma con differenti gradi di riconoscibilità e di conservazione: un patrimonio di “segni minori”, rispetto alle architetture dei forti, quali trincee, postazioni difensive, ricoveri sotterranei, camminamenti, percorsi in grotta. La cultura contemporanea ha da tempo riconosciuto il valore di testimonianza custodito non solo nei frammenti delle architetture castellane ma anche in ciò che è rimasto delle opere di fortificazione campale, il cui potenziale informativo risiede in un fragile equilibrio fra presenze ed assenze; equilibrio che pone una nuova sfida alla tutela. Il contributo presenta un originale metodo conoscitivo che ne consente il disvelamento e alcuni scenari progettuali di conservazione e valorizzazione: un percorso museale dove i frammenti monumentali e minuti del multiforme sistema fortificato riacquistano senso con forme di integrazione a diverso gradiente di interpretazione narrativa.
The fortified landscape of the Bassa Vallagarina in Trentino, around the Chiusa of Serravalle, is characterized by the presence of a long-period stratified palimpsest that includes the ruins of the mediaeval castles of Chizzola and Sajori and an articulated system of field fortifications, also built in the immediate vicinity, during the First World War. It is a complex stratification where the architectural evidence of the ruins is flanked, intersected and grafted with a set of field fortifications, still partially visible, but with different degrees of recognisability and conservation: trenches, defensive posts, underground shelters, walkways, and cave routes that appear as a heritage of 'minor signs' in comparison with the architecture of the forts. Contemporary culture has long recognized the testimonial value preserved not only in the fragments of castle architecture but also in what remains of field fortifications, whose informative potential lies in a fragile balance between presence and absence; a balance that poses a new conservation challenge. The paper presents an original knowledge-based method that allows for their unveiling and some design scenarios for their conservation and enhancement: a museum itinerary where the monumental and minute fragments of the multiform fortified system regain meaning with forms of integration at different degrees of narrative interpretation.
Il paesaggio fortificato della Bassa Vallagarina in Trentino. Riconoscere, curare, narrare una stratificazione di lungo periodo = The Fortified Landscape of the Bassa Vallagarina in Trentino. Recognizing, Cure and Narrative of a Long-period Stratification / Quendolo, Alessandra; Aldrighettoni, Joel; Ferri, Valentina; Bertè, Martina. - In: ARCHISTOR. - ISSN 2384-8898. - ELETTRONICO. - X, 2023, 20:(2023), pp. 124-167. [10.14633/AHR391]
Il paesaggio fortificato della Bassa Vallagarina in Trentino. Riconoscere, curare, narrare una stratificazione di lungo periodo = The Fortified Landscape of the Bassa Vallagarina in Trentino. Recognizing, Cure and Narrative of a Long-period Stratification
Quendolo, Alessandra;Aldrighettoni, Joel;
2023-01-01
Abstract
Il paesaggio fortificato della Bassa Vallagarina in Trentino, in corrispondenza della Chiusa di Serravalle, si caratterizza per la presenza di un palinsesto stratificato di lungo periodo che comprende i ruderi dei castelli medievali di Chizzola e Sajori e un articolato sistema di fortificazioni campali, realizzate anche nelle immediate vicinanze, durante il primo conflitto mondiale. Si tratta di una stratificazione complessa dove all’evidenza architettonica dei ruderi si affianca, si interseca, si innesta un insieme di opere di fortificazione campali, ancora parzialmente visibili, ma con differenti gradi di riconoscibilità e di conservazione: un patrimonio di “segni minori”, rispetto alle architetture dei forti, quali trincee, postazioni difensive, ricoveri sotterranei, camminamenti, percorsi in grotta. La cultura contemporanea ha da tempo riconosciuto il valore di testimonianza custodito non solo nei frammenti delle architetture castellane ma anche in ciò che è rimasto delle opere di fortificazione campale, il cui potenziale informativo risiede in un fragile equilibrio fra presenze ed assenze; equilibrio che pone una nuova sfida alla tutela. Il contributo presenta un originale metodo conoscitivo che ne consente il disvelamento e alcuni scenari progettuali di conservazione e valorizzazione: un percorso museale dove i frammenti monumentali e minuti del multiforme sistema fortificato riacquistano senso con forme di integrazione a diverso gradiente di interpretazione narrativa.File | Dimensione | Formato | |
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