Le interdittive antimafia, buona amministrazione e tutela effettiva dell’appaltatore

La sentenza del Consiglio di Stato chiude una vicenda iniziata nel 1998 a seguito di recesso dell’Amministrazione dall’appalto aggiudicato a società oggetto di informativa interdittiva, poi dichiarata illegittima. La decisione conferma i tratti e gli effetti che il legislatore e la giurisprudenza nazionale hanno associato, nel corso dell’ultimo ventennio, all’informativa antimafia. In particolare, i giudici stabiliscono che l’informativa, collocandosi al fuori delle regole degli appalti, va ricondotta a forme di responsabilità fondate sul rilievo dell’elemento soggettivo - dolo o colpa - dell’Amministrazione. Tale orientamento rende il rimedio risarcitorio difficilmente conseguibile dalle imprese danneggiate, con detrimento dell’effettività della tutela di preminenti valori costituzionali ed europei.