La storiografia sul ghetto di Litzmannstadt si è particolarmente ampliata negli ultimi anni, grazie ad opere come quelle di Löw (Juden im Getto Litzmannstadt), Klein (Die Gettoverwaltung Litzmannstadt) e Horowitz (Ghettostadt), solo per citarne alcune. Questo ha permesso una maggiore comprensione delle vicende relative a quello che fu il ghetto più longevo tra quelli creati dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale: istituito già nel dicembre del 1939 (per ordine del Regierungspräsidant Friedrich Übelhör), venne infatti liquidato definitivamente solo nell’estate del 1944. Nonostante l’immagine del ghetto di Litzmannstadt sia ad oggi costituita da una molteplicità di facce, molti sono i lati ancora oscuri, tra i quali spicca sicuramente quello relativo alla figura del suo Amtsleiter: Hans Biebow. Costui nacque a Brema nel 1902, da una famiglia piccolo borghese ridotta in miseria a causa della Grande Depressione; si iscrisse tardivamente al NSDAP (nel 1937) e tale adesione fu motivata probabilmente da soli interessi opportunistici. A partire dal 1941, quando cioè il ghetto di Litzmannstadt divenne un “arcipelago di Ressorts” dedito alla produzione tessile, la figura di Biebow smise di essere quella di un semplice arrampicatore sociale e assunse complessità all’interno di un contesto, quello relativo allo sfruttamento della manodopera ebraica, in piena espansione. Con l’arrivo dei primi trasporti provenienti dal Vecchio Reich (autunno 1941), l’Amtsleiter vide prima ampliarsi le sue competenze, da locali a regionali e, successivamente, con l’inizio dell’Endlösung, venne posto da Arthur Greiser (Gauleiter del Warthegau) all’apice della piramide relativa al sistema di distruzione fisica istituito nella regione. Proprio per quanto riguarda il Wartheland (facente parte dei territori occupati direttamente annessi al Terzo Reich) si può vedere come, analizzando gli eventi tra 1941 e 1944, l’amministrazione nazista avesse una gestione corale, all’interno della quale la figura di Biebow ebbe certamente un ruolo primario. La cooperazione fra enti, in questo caso, mutò in competizione solo verso la metà del 1943, quando l’interessamento delle SS verso la produzione del ghetto di Litzmannstadt divenne più esplicito. La storia del ghetto di Litzmannstadt, vista dalla prospettiva del suo amministratore, è una storia di miti, come quelli alimentati dalla propaganda del Reichsstatthalter; ma soprattutto è una storia di potere, che viene ottenuto sul campo, attraverso la partecipazione nelle Aktionen e non sempre è espresso a livello gerarchico.

Hans Biebow dopo il 1941: la Wehrmacht, la Soluzione Finale e la fine del ghetto di Łódź / Pobbe, Anna Veronica. - (2020 May 05), pp. 1-255. [10.15168/11572_259656]

Hans Biebow dopo il 1941: la Wehrmacht, la Soluzione Finale e la fine del ghetto di Łódź

Pobbe, Anna Veronica
2020-05-05

Abstract

La storiografia sul ghetto di Litzmannstadt si è particolarmente ampliata negli ultimi anni, grazie ad opere come quelle di Löw (Juden im Getto Litzmannstadt), Klein (Die Gettoverwaltung Litzmannstadt) e Horowitz (Ghettostadt), solo per citarne alcune. Questo ha permesso una maggiore comprensione delle vicende relative a quello che fu il ghetto più longevo tra quelli creati dai nazisti durante il secondo conflitto mondiale: istituito già nel dicembre del 1939 (per ordine del Regierungspräsidant Friedrich Übelhör), venne infatti liquidato definitivamente solo nell’estate del 1944. Nonostante l’immagine del ghetto di Litzmannstadt sia ad oggi costituita da una molteplicità di facce, molti sono i lati ancora oscuri, tra i quali spicca sicuramente quello relativo alla figura del suo Amtsleiter: Hans Biebow. Costui nacque a Brema nel 1902, da una famiglia piccolo borghese ridotta in miseria a causa della Grande Depressione; si iscrisse tardivamente al NSDAP (nel 1937) e tale adesione fu motivata probabilmente da soli interessi opportunistici. A partire dal 1941, quando cioè il ghetto di Litzmannstadt divenne un “arcipelago di Ressorts” dedito alla produzione tessile, la figura di Biebow smise di essere quella di un semplice arrampicatore sociale e assunse complessità all’interno di un contesto, quello relativo allo sfruttamento della manodopera ebraica, in piena espansione. Con l’arrivo dei primi trasporti provenienti dal Vecchio Reich (autunno 1941), l’Amtsleiter vide prima ampliarsi le sue competenze, da locali a regionali e, successivamente, con l’inizio dell’Endlösung, venne posto da Arthur Greiser (Gauleiter del Warthegau) all’apice della piramide relativa al sistema di distruzione fisica istituito nella regione. Proprio per quanto riguarda il Wartheland (facente parte dei territori occupati direttamente annessi al Terzo Reich) si può vedere come, analizzando gli eventi tra 1941 e 1944, l’amministrazione nazista avesse una gestione corale, all’interno della quale la figura di Biebow ebbe certamente un ruolo primario. La cooperazione fra enti, in questo caso, mutò in competizione solo verso la metà del 1943, quando l’interessamento delle SS verso la produzione del ghetto di Litzmannstadt divenne più esplicito. La storia del ghetto di Litzmannstadt, vista dalla prospettiva del suo amministratore, è una storia di miti, come quelli alimentati dalla propaganda del Reichsstatthalter; ma soprattutto è una storia di potere, che viene ottenuto sul campo, attraverso la partecipazione nelle Aktionen e non sempre è espresso a livello gerarchico.
5-mag-2020
XXXII
2018-2019
Lettere e filosofia (29/10/12-)
European Cultures. Environment, Contexts, Histories, Arts, Ideas
Corni, Gustavo
Gentiloni Silveri, Umberto
no
Italiano
Settore M-STO/04 - Storia Contemporanea
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