Lo studio della superficie lapidea delle facciate della Libreria del Sansovino (a partire dal 1537), di Palazzo Corner la Cà Granda (a partire dal 1532-37-1545 e ss.) e dell’Arco Foscari (fine XV secolo) all’interno di Palazzo Ducale a Venezia si inserisce all’interno di una più ampia ricerca sui trattamenti delle superfici lapidee a Venezia. La metodologia di analisi seguita si sviluppa attraverso lo studio delle fonti scritte, l’osservazione dei caratteri morfologici della superficie ed il rilevo stratigrafico del paramento lapideo (individuazione delle pietre di sostituzione e di integrazione) ed il prelievo di campioni significativi per la caratterizzazione chimica delle differenti condizioni superficiali individuate. Aspetto centrale dell’analisi è il riconoscere accanto alla fonte scritta, la superficie stessa delle facciate come una fonte essenziale per la conoscenza dei possibili interventi eseguiti nel tempo secondo una chiave di lettura che affronta il problema di segni del “degrado” non solo come decadimento materiale in sé ma anche come insieme di tracce, di segni che testimoniano le dinamiche evolutive del manufatto. Il “degrado”, allora, non è visto solo come decadimento materiale ma diventa indizio di una processualità di costruzione e trasformazione, innesca quesiti sulla sua natura, acquista la funzione attiva di produrre conoscenza . Da questo punto di vista le diverse condizioni di annerimento osservabili sui paramenti lapidei diventano potenziali indizi di trattamenti e si prestano ad una modalità di lettura che tende ad incrociare l’osservazione della morfologia delle diverse condizioni di deposito presenti con l'individuazione degli interventi di restauro e manutenzione avvenuti nel tempo, indagati sia analizzando stratigraficamente il paramento lapideo sia con il riferimento alle fonti scritte. Il fine è quindi quello di conoscere la composizione materica riferibile alle diverse situazioni osservate per verificare se queste corrispondono a forme di alterazione o di degrado della pietra, a possibili trattamenti o a loro alterazioni, o ancora, alla volontà di modificare l’aspetto cromatico delle superfici; accanto a questo, si vuole verificare se sia possibile riconoscere interventi di manutenzione e di restauro omogenei per fasi ai quali ricondurre gli eventuali trattamenti effettuati.
El tratamiento de las superficies pétreas en Venecia. Algunos casos de estudio / Quendolo, Alessandra; E., Zendri; Biscontini, Guido. - In: LOGGIA. - ISSN 1136-758X. - STAMPA. - 2002:14-15(2003), pp. 74-87.
El tratamiento de las superficies pétreas en Venecia. Algunos casos de estudio
Quendolo, Alessandra;Biscontini, Guido
2003-01-01
Abstract
Lo studio della superficie lapidea delle facciate della Libreria del Sansovino (a partire dal 1537), di Palazzo Corner la Cà Granda (a partire dal 1532-37-1545 e ss.) e dell’Arco Foscari (fine XV secolo) all’interno di Palazzo Ducale a Venezia si inserisce all’interno di una più ampia ricerca sui trattamenti delle superfici lapidee a Venezia. La metodologia di analisi seguita si sviluppa attraverso lo studio delle fonti scritte, l’osservazione dei caratteri morfologici della superficie ed il rilevo stratigrafico del paramento lapideo (individuazione delle pietre di sostituzione e di integrazione) ed il prelievo di campioni significativi per la caratterizzazione chimica delle differenti condizioni superficiali individuate. Aspetto centrale dell’analisi è il riconoscere accanto alla fonte scritta, la superficie stessa delle facciate come una fonte essenziale per la conoscenza dei possibili interventi eseguiti nel tempo secondo una chiave di lettura che affronta il problema di segni del “degrado” non solo come decadimento materiale in sé ma anche come insieme di tracce, di segni che testimoniano le dinamiche evolutive del manufatto. Il “degrado”, allora, non è visto solo come decadimento materiale ma diventa indizio di una processualità di costruzione e trasformazione, innesca quesiti sulla sua natura, acquista la funzione attiva di produrre conoscenza . Da questo punto di vista le diverse condizioni di annerimento osservabili sui paramenti lapidei diventano potenziali indizi di trattamenti e si prestano ad una modalità di lettura che tende ad incrociare l’osservazione della morfologia delle diverse condizioni di deposito presenti con l'individuazione degli interventi di restauro e manutenzione avvenuti nel tempo, indagati sia analizzando stratigraficamente il paramento lapideo sia con il riferimento alle fonti scritte. Il fine è quindi quello di conoscere la composizione materica riferibile alle diverse situazioni osservate per verificare se queste corrispondono a forme di alterazione o di degrado della pietra, a possibili trattamenti o a loro alterazioni, o ancora, alla volontà di modificare l’aspetto cromatico delle superfici; accanto a questo, si vuole verificare se sia possibile riconoscere interventi di manutenzione e di restauro omogenei per fasi ai quali ricondurre gli eventuali trattamenti effettuati.File | Dimensione | Formato | |
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