Il contributo analizza il tema della trasformazione dei tempi di lavoro dal full-time al part-time e viceversa; l’ottica è, prevalentemente, quella della trasformazione disposta unilateralmente dall’impresa, ma, in chiusura, l’indagine è completata anche dall’analisi dell’ipotesi in cui la trasformazione dei tempi di lavoro sia richiesta dal lavoratore. L’obiettivo è, sul primo versante, capire quali siano i limiti al potere del datore di lavoro di trasformare i tempi di lavoro al fine di tutela-re il valore, sostenuto e auspicato in ambito comunitario, del tempo di lavoro scelto. Sul secondo versante l’obiettivo è quello di chiarire se sia riconosciuto qualche spazio, ed eventualmente quale, al tempo di lavoro scelto attraverso il riconoscimento delle istanze provenienti dal lavoratore di trasformazione dei suoi tempi di lavoro. L’indagine mette in evidenza, soprattutto nel confronto con il dato comparato, la sostanziale anomia che caratterizza la legislazione italiana in materia e la scelta, giocoforza giurisprudenziale, verso un sistema che non realizza il valore comunitario del tempo di lavoro scelto. L’indagine non trascura infine il dato sociologico e la prospettiva delle scienze dell’organizzazione in grado di spiegare la nota preferenza, nel sistema italiano, per il rapporto i lavoro a tempo pieno.
Trasformazione dei tempi di lavoro ed esigenze organizzative dell'impresa
Brun, Stefania
2011-01-01
Abstract
Il contributo analizza il tema della trasformazione dei tempi di lavoro dal full-time al part-time e viceversa; l’ottica è, prevalentemente, quella della trasformazione disposta unilateralmente dall’impresa, ma, in chiusura, l’indagine è completata anche dall’analisi dell’ipotesi in cui la trasformazione dei tempi di lavoro sia richiesta dal lavoratore. L’obiettivo è, sul primo versante, capire quali siano i limiti al potere del datore di lavoro di trasformare i tempi di lavoro al fine di tutela-re il valore, sostenuto e auspicato in ambito comunitario, del tempo di lavoro scelto. Sul secondo versante l’obiettivo è quello di chiarire se sia riconosciuto qualche spazio, ed eventualmente quale, al tempo di lavoro scelto attraverso il riconoscimento delle istanze provenienti dal lavoratore di trasformazione dei suoi tempi di lavoro. L’indagine mette in evidenza, soprattutto nel confronto con il dato comparato, la sostanziale anomia che caratterizza la legislazione italiana in materia e la scelta, giocoforza giurisprudenziale, verso un sistema che non realizza il valore comunitario del tempo di lavoro scelto. L’indagine non trascura infine il dato sociologico e la prospettiva delle scienze dell’organizzazione in grado di spiegare la nota preferenza, nel sistema italiano, per il rapporto i lavoro a tempo pieno.File | Dimensione | Formato | |
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