Avendo osservato l’aumento della povertà che ha preso piede dagli anni ’80, l’articolo tenta di valutare l’efficacia degli interventi di sostegno al reddito tramite i trasferimenti monetari, confrontando un gruppo di paesi europei in alcuni anni del periodo 1996-2006, sulla base di dati Eurostat. Sono esaminate le quote di popolazione a rischio di povertà prima e dopo i trasferimenti, in totale e per genere. Si ricava la conferma della diversità dei regimi di tutela attuati dai paesi europei, con i risultati migliori nei paesi scandinavi (Danimarca e Svezia), dove i trasferimenti dimezzano il numero dei poveri, attenuando in particolare le peggiori condizioni delle donne. Risultati molto inferiori si verificano nei paesi mediterranei (Spagna e Italia), dove, inoltre, l’effetto dei trasferimenti addirittura accentua, anziché ridurre, lo scarto a sfavore delle donne. Sono considerate anche la proporzione di persone povere in posizioni differenti nel mercato del lavoro e la spesa per la protezione sociale. Riguardo all’Italia si notano, in particolare, la più alta quota di donne inattive e, nel campo dell’assistenza, gli interventi più bassi per le famiglie, i minori e l’abitazione.
Il lato oscuro del benessere: osservazioni sulla povertà in un gruppo di paesi europei
Schnabl, Elena
2008-01-01
Abstract
Avendo osservato l’aumento della povertà che ha preso piede dagli anni ’80, l’articolo tenta di valutare l’efficacia degli interventi di sostegno al reddito tramite i trasferimenti monetari, confrontando un gruppo di paesi europei in alcuni anni del periodo 1996-2006, sulla base di dati Eurostat. Sono esaminate le quote di popolazione a rischio di povertà prima e dopo i trasferimenti, in totale e per genere. Si ricava la conferma della diversità dei regimi di tutela attuati dai paesi europei, con i risultati migliori nei paesi scandinavi (Danimarca e Svezia), dove i trasferimenti dimezzano il numero dei poveri, attenuando in particolare le peggiori condizioni delle donne. Risultati molto inferiori si verificano nei paesi mediterranei (Spagna e Italia), dove, inoltre, l’effetto dei trasferimenti addirittura accentua, anziché ridurre, lo scarto a sfavore delle donne. Sono considerate anche la proporzione di persone povere in posizioni differenti nel mercato del lavoro e la spesa per la protezione sociale. Riguardo all’Italia si notano, in particolare, la più alta quota di donne inattive e, nel campo dell’assistenza, gli interventi più bassi per le famiglie, i minori e l’abitazione.File | Dimensione | Formato | |
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