Il saggio contiene uno studio dei motivi che portano il Socrate della Repubblica a rilanciare il tema della “cura di sé” in rapporto all’immortalità dell’anima nel libro X, dopo aver dichiarato conclusa la ricerca della giustizia e realizzato il paradeigma della città perfettamente buona, alla fine del IX. Lo sfondo dell’analisi è costituito dal dibattito internazionale sulla strategia interna al grande dialogo (dove si è evidenziata una possibile frattura tra il corpo organico dei primi nove libri e l’ “appendice” del X), e dal problematico rapporto tra i differenti modelli di anima e di cura di sé presentati nel Fedone e nella Repubblica (con particolare riguardo al contrasto tra l’ideale purezza dell’anima «sola con se stessa» del Fedone e la politicità conflittuale dell’anima della Repubblica). L’analisi parte dall’ avvertimento rivolto da Socrate a Glaucone sulla necessità di prolungare la cura dell’anima, mirando a guidarla oltre la morte nelle sue successive scelte di vita; si sviluppa poi nell’approfondimento della strategia discorsiva adottata da Socrate, in vista di un’imputazione di responsabilità totale all’individuo nell’esercizio di un controllo sulle sue intenzioni. Attraverso il confronto con alcuni celebri passaggi del libro IX, dedicati alla necessità di depurare i sogni tirannici con opportuni esercizi, si giunge infine all’ipotesi che il libro X presenti un progetto di cura prolungata dell’anima, come organico completamento della costruzione della kallipolis, del tutto compatibile con le tesi del Fedone.
Curarsi dell’anima intera: esercizi avanzati
de Luise, Fulvia
2010-01-01
Abstract
Il saggio contiene uno studio dei motivi che portano il Socrate della Repubblica a rilanciare il tema della “cura di sé” in rapporto all’immortalità dell’anima nel libro X, dopo aver dichiarato conclusa la ricerca della giustizia e realizzato il paradeigma della città perfettamente buona, alla fine del IX. Lo sfondo dell’analisi è costituito dal dibattito internazionale sulla strategia interna al grande dialogo (dove si è evidenziata una possibile frattura tra il corpo organico dei primi nove libri e l’ “appendice” del X), e dal problematico rapporto tra i differenti modelli di anima e di cura di sé presentati nel Fedone e nella Repubblica (con particolare riguardo al contrasto tra l’ideale purezza dell’anima «sola con se stessa» del Fedone e la politicità conflittuale dell’anima della Repubblica). L’analisi parte dall’ avvertimento rivolto da Socrate a Glaucone sulla necessità di prolungare la cura dell’anima, mirando a guidarla oltre la morte nelle sue successive scelte di vita; si sviluppa poi nell’approfondimento della strategia discorsiva adottata da Socrate, in vista di un’imputazione di responsabilità totale all’individuo nell’esercizio di un controllo sulle sue intenzioni. Attraverso il confronto con alcuni celebri passaggi del libro IX, dedicati alla necessità di depurare i sogni tirannici con opportuni esercizi, si giunge infine all’ipotesi che il libro X presenti un progetto di cura prolungata dell’anima, come organico completamento della costruzione della kallipolis, del tutto compatibile con le tesi del Fedone.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione