Il volume narra la storia del poco studiato trattato di pace italiano del 1947, studiandone la genesi, la recezione presso i partiti politici e l’opinione pubblica italiana, il tormentato percorso della ratifica e le difficoltà di esecuzione. Dopo un’introduzione storiografica che delinea la misura dell’ “insuccesso storiografico” di un avvenimento che pure costituì una parte importante nella rifondazione dell’Italia democratica dopo la Seconda Guerra Mondiale, e che si chiede le ragioni della rimozione, il libro ripercorre in modo particolareggiato la storia del negoziato diplomatico e della conferenza di Parigi, inserendolo nel contesto dell’incipiente guerra fredda. Mette in risalto l’impegno dei negoziatori italiani e la riluttante consapevolezza dei limitatissimi margini di manovra disponibili per migliorare la situazione dell’Italia. Mostra soprattutto la caparbietà di Alcide De Gasperi, alla guida della politica estera italiana fino all’ottobre 1946, nel perseguire gli obiettivi considerati irrinunciabili, in particolare il riconoscimento dell’italianità di Trieste, e non raggiunti. Sottolinea il carattere innovativo dell’accordo per l’Alto Adige (accordo De Gasperi-Gruber), negoziato ai margini della conferenza di pace – dando spazio all’iniziativa italiana in tal senso. Dedica poi un capitolo alla firma del trattato e uno alla ratifica. È qui che, soprattutto, vengono alla luce le difficoltà per la leadership e per la società italiana nell’accettare le condizioni del trattato: la perdita di Trieste, dell’Istria, e delle colonie. Ed è qui che viene altresì alla luce la “soluzione” proposta dalla leadership, in particolare proprio da De Gasperi e dal ministro Sforza, per superare la crisi della sconfitta: guardare al futuro offrendo un’immagine nuova dell’Italia, democratica, europea. Una soluzione che contribuisce a spiegare la rimozione dal trattato di pace dalla memoria storica degli italiani. Benché pubblicato in una collana ad ampia diffusione, e con un apparato di note adattato alle esigenze editoriali della collana, la monografia è il risultato di approfondite ricerche svolte negli archivi del ministero degli Affari Esteri e nelle carte private di Alcide De Gasperi (allora conservate dagli eredi), oltre che di uno studio della stampa quotidiana e periodica (e in particolare anche di riviste specializzate) degli anni 1946-1948.
L’Italia e il trattato di pace del 1947
Lorenzini, Sara
2007-01-01
Abstract
Il volume narra la storia del poco studiato trattato di pace italiano del 1947, studiandone la genesi, la recezione presso i partiti politici e l’opinione pubblica italiana, il tormentato percorso della ratifica e le difficoltà di esecuzione. Dopo un’introduzione storiografica che delinea la misura dell’ “insuccesso storiografico” di un avvenimento che pure costituì una parte importante nella rifondazione dell’Italia democratica dopo la Seconda Guerra Mondiale, e che si chiede le ragioni della rimozione, il libro ripercorre in modo particolareggiato la storia del negoziato diplomatico e della conferenza di Parigi, inserendolo nel contesto dell’incipiente guerra fredda. Mette in risalto l’impegno dei negoziatori italiani e la riluttante consapevolezza dei limitatissimi margini di manovra disponibili per migliorare la situazione dell’Italia. Mostra soprattutto la caparbietà di Alcide De Gasperi, alla guida della politica estera italiana fino all’ottobre 1946, nel perseguire gli obiettivi considerati irrinunciabili, in particolare il riconoscimento dell’italianità di Trieste, e non raggiunti. Sottolinea il carattere innovativo dell’accordo per l’Alto Adige (accordo De Gasperi-Gruber), negoziato ai margini della conferenza di pace – dando spazio all’iniziativa italiana in tal senso. Dedica poi un capitolo alla firma del trattato e uno alla ratifica. È qui che, soprattutto, vengono alla luce le difficoltà per la leadership e per la società italiana nell’accettare le condizioni del trattato: la perdita di Trieste, dell’Istria, e delle colonie. Ed è qui che viene altresì alla luce la “soluzione” proposta dalla leadership, in particolare proprio da De Gasperi e dal ministro Sforza, per superare la crisi della sconfitta: guardare al futuro offrendo un’immagine nuova dell’Italia, democratica, europea. Una soluzione che contribuisce a spiegare la rimozione dal trattato di pace dalla memoria storica degli italiani. Benché pubblicato in una collana ad ampia diffusione, e con un apparato di note adattato alle esigenze editoriali della collana, la monografia è il risultato di approfondite ricerche svolte negli archivi del ministero degli Affari Esteri e nelle carte private di Alcide De Gasperi (allora conservate dagli eredi), oltre che di uno studio della stampa quotidiana e periodica (e in particolare anche di riviste specializzate) degli anni 1946-1948.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione