Le fondazioni di origine bancaria (FOB), nate in Italia con la “legge Amato”, sono state viste all’inizio come poco più di un “sottoprodotto” del processo di ristrutturazione del sistema bancario che la legge intendeva promuovere. Visti da alcuni come un semplice anello aggiuntivo nella catena di controllo delle banche da parte dei soggetti pubblici, da altri come continuatori non solo nello spirito, ma anche nella lettera della tradizionale attività di beneficenza delle Casse di Risparmio (il che scontava una mancata visione complessiva dei processi in atto), hanno tuttavia finito con l’affermare un proprio ruolo non marginale. Le potenzialità del loro intervento nella società, come finanziatori di iniziative mirate a far crescere il sistema culturale, sociale ed economico, non si sono tuttavia ancora esplicate interamente. Diversi sono i motivi all’origine di tale evoluzione incompleta: uno di questi è certamente la “doppia anima” che alcune tra le fondazioni più importanti tuttora conservano, di erogatori di fondi per i propri obiettivi sociali, da un lato, e di partecipanti al controllo di grandi banche dall’altro. In generale, il ruolo di eredi di ingenti patrimoni da amministrare, il loro posizionamento all’interno del sistema finanziario e le loro relazioni con le comunità economiche di origine costituiscono ancora questioni aperte, la cui soluzione contribuirà a disegnare il “profilo” di lungo periodo (non necessariamente unico) di tali soggetti. Altre questioni che le fondazioni si trovano ad affrontare riguardano il rapporto con la comunità di riferimento (in termini di “governance” degli enti e di “accountability”), nonché lo sviluppo di capacità strategiche per i loro interventi nella società. Oltre, naturalmente, alla capacità di operare valutazioni di efficacia/efficienza sui propri interventi.
Le fondazioni di origine bancaria: da prodotto congiunto della ristrutturazione creditizia a opportunità di sviluppo / Pegoretti, Giovanni. - In: NON PROFIT. - ISSN 1122-9322. - STAMPA. - XI:3(2005), pp. 531-556.
Le fondazioni di origine bancaria: da prodotto congiunto della ristrutturazione creditizia a opportunità di sviluppo
Pegoretti, Giovanni
2005-01-01
Abstract
Le fondazioni di origine bancaria (FOB), nate in Italia con la “legge Amato”, sono state viste all’inizio come poco più di un “sottoprodotto” del processo di ristrutturazione del sistema bancario che la legge intendeva promuovere. Visti da alcuni come un semplice anello aggiuntivo nella catena di controllo delle banche da parte dei soggetti pubblici, da altri come continuatori non solo nello spirito, ma anche nella lettera della tradizionale attività di beneficenza delle Casse di Risparmio (il che scontava una mancata visione complessiva dei processi in atto), hanno tuttavia finito con l’affermare un proprio ruolo non marginale. Le potenzialità del loro intervento nella società, come finanziatori di iniziative mirate a far crescere il sistema culturale, sociale ed economico, non si sono tuttavia ancora esplicate interamente. Diversi sono i motivi all’origine di tale evoluzione incompleta: uno di questi è certamente la “doppia anima” che alcune tra le fondazioni più importanti tuttora conservano, di erogatori di fondi per i propri obiettivi sociali, da un lato, e di partecipanti al controllo di grandi banche dall’altro. In generale, il ruolo di eredi di ingenti patrimoni da amministrare, il loro posizionamento all’interno del sistema finanziario e le loro relazioni con le comunità economiche di origine costituiscono ancora questioni aperte, la cui soluzione contribuirà a disegnare il “profilo” di lungo periodo (non necessariamente unico) di tali soggetti. Altre questioni che le fondazioni si trovano ad affrontare riguardano il rapporto con la comunità di riferimento (in termini di “governance” degli enti e di “accountability”), nonché lo sviluppo di capacità strategiche per i loro interventi nella società. Oltre, naturalmente, alla capacità di operare valutazioni di efficacia/efficienza sui propri interventi.File | Dimensione | Formato | |
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