'Era già il tempo di ritrovarsi altrove': Cardarelli e Bacchelli al tempo de "La Voce"

Il saggio intende confutare un luogo comune che vorrebbe il genere della prosa d’arte quale secondo momento del frammentismo vociano. Grazie anche alle testimonianze epistolari inedite rintracciate nel fondo Emilio Cecchi del Gabinetto Vieusseux di Firenze, si può ripercorrere ‘la falsa presenza’ di Cardarelli nel gruppo fiorentino della «Voce» e il suo tentativo, intorno alla metà degli anni dieci del Novecento, di dare vita, insieme a Bacchelli, a nuove forme di scrittura che divergono «polemicamente dall'eccessivo cerebralismo del frammento vociano». L'adesione di Cardarelli e Bacchelli alla «Voce» si rivela «poco più che una possibilità di pubblicazione in una delle sedi di maggiore risonanza dell'epoca». Quel che qualifica l'attività dei due letterati negli anni in esame è invece la ricerca di un nuovo genere di scrittura situato al di fuori dell'«egemonico autobiografismo fiorentino»: la prosa d'arte.