Quando disorientati, sia i bambini (Hermer & Spelke, Nature, 1994) che i ratti adulti (Cheng, Cognition, 1986) posti all'interno di ambienti caratterizzati da una precisa forma geometrica, come un'arena rettangolare chiusa, si ri-orientano in accordo con la forma su larga scala dell'ambiente, ma non in accordo con le proprietà non geometriche, come il colore di una parete. Tuttavia, il fatto che gli esseri umani adulti si ri- orientano sfruttando entrambi i tipi d'informazione, geometrica e non geometrica, ha suggerito che l'elaborazione delle caratteristiche spaziali tenda a divenire più flessibile lungo il corso dello sviluppo e dell'evoluzione. Pulcini (Gallus gallus) e pesci (Xenotoca eiseni) sottoposti a test in compiti analoghi hanno una prestazione similare a quella degli esseri umani adulti, migliore perciò di quella dei ratti e dei bambini (Sovrano et al., Cognition, 2004; 2005; J. Exp. Psychol., 2004). Queste scoperte suggeriscono che l'abilità nel far uso della geometria per il ri-orientamento spaziale è un tratto evolutivamente antico e che la flessibilità e l'accessibilità a sorgenti multiple d'informazione per ri-orientarsi nello spazio è più una questione relativa al tipo di adattamenti ecologici che alla distanza filogenetica dagli esseri umani. Saranno discussi anche gli effetti della scala spaziale nel ri-orientamento nello spazio (Sovrano et al., Cognition, 2005; Sovrano & Vallortigara, Psychol. Science, 2006) e alcuni meccanismi di lateralizzazione emisferica, che si sono evoluti specificatamente in accordo alla codifica dell'informazione geometrica.
Il “modulo geometrico” negli animali / Sovrano, V. A.. - STAMPA. - (2006), pp. 27-27. (Intervento presentato al convegno Congresso Annuale Associazione Italiana di Psicologia - Sezione di Psicologia Sperimentale - AIP tenutosi a Rovereto nel 13th-15th September 2006).
Il “modulo geometrico” negli animali
SOVRANO V. A.
Primo
2006-01-01
Abstract
Quando disorientati, sia i bambini (Hermer & Spelke, Nature, 1994) che i ratti adulti (Cheng, Cognition, 1986) posti all'interno di ambienti caratterizzati da una precisa forma geometrica, come un'arena rettangolare chiusa, si ri-orientano in accordo con la forma su larga scala dell'ambiente, ma non in accordo con le proprietà non geometriche, come il colore di una parete. Tuttavia, il fatto che gli esseri umani adulti si ri- orientano sfruttando entrambi i tipi d'informazione, geometrica e non geometrica, ha suggerito che l'elaborazione delle caratteristiche spaziali tenda a divenire più flessibile lungo il corso dello sviluppo e dell'evoluzione. Pulcini (Gallus gallus) e pesci (Xenotoca eiseni) sottoposti a test in compiti analoghi hanno una prestazione similare a quella degli esseri umani adulti, migliore perciò di quella dei ratti e dei bambini (Sovrano et al., Cognition, 2004; 2005; J. Exp. Psychol., 2004). Queste scoperte suggeriscono che l'abilità nel far uso della geometria per il ri-orientamento spaziale è un tratto evolutivamente antico e che la flessibilità e l'accessibilità a sorgenti multiple d'informazione per ri-orientarsi nello spazio è più una questione relativa al tipo di adattamenti ecologici che alla distanza filogenetica dagli esseri umani. Saranno discussi anche gli effetti della scala spaziale nel ri-orientamento nello spazio (Sovrano et al., Cognition, 2005; Sovrano & Vallortigara, Psychol. Science, 2006) e alcuni meccanismi di lateralizzazione emisferica, che si sono evoluti specificatamente in accordo alla codifica dell'informazione geometrica.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione