La presente ricerca si propone di analizzare i principali nodi di resistenza che emergono nell’ambito del dibattito sull’opportunità di qualificare la prostituzione volontaria come legittima attività economica. In un contesto che ancora (e soprattutto) oggi vede contrapporsi, all’interno della riflessione femminista e della discussione politico-normativa, la posizione di chi individua nella prestazione sessuale remunerata la forma più evidente dell’oppressione patriarcale e quella di chi rivendica lo slogan sex work is work, l’indagine si concentra, in particolare, sulle problematiche connesse alla valutazione giuridica della scelta di prostituirsi e sulle implicazioni giuridico-costituzionali che ne derivano. L’obiettivo è quello di esplorare le sfide connesse alla definizione di un punto di equilibrio nel bilanciamento tra salvaguardia della dignità umana e diritto all’autodeterminazione individuale, offrendo una riflessione critica sulla capacità degli ordinamenti giuridici di fornire risposte adeguate a un fenomeno che risulta tuttora fortemente controverso. La questione se la prostituzione possa o debba essere qualificata come attività economica legittima non rappresenta infatti solo un tema di opportunità politico-legislativa; essa sembra piuttosto configurarsi come un banco di prova per le odierne democrazie costituzionali, il terreno su cui misurare la capacità dei sistemi giuridici di garantire libertà e diritti individuali in contesti caratterizzati da una crescente complessità sociale
Un lavoro come un altro, ma non un lavoro qualsiasi. Sex work e dignità umana in una prospettiva di diritto costituzionale comparato / Pollini, Irene. - (2025 Mar 25), pp. 1-262.
Un lavoro come un altro, ma non un lavoro qualsiasi. Sex work e dignità umana in una prospettiva di diritto costituzionale comparato
Pollini, Irene
2025-03-25
Abstract
La presente ricerca si propone di analizzare i principali nodi di resistenza che emergono nell’ambito del dibattito sull’opportunità di qualificare la prostituzione volontaria come legittima attività economica. In un contesto che ancora (e soprattutto) oggi vede contrapporsi, all’interno della riflessione femminista e della discussione politico-normativa, la posizione di chi individua nella prestazione sessuale remunerata la forma più evidente dell’oppressione patriarcale e quella di chi rivendica lo slogan sex work is work, l’indagine si concentra, in particolare, sulle problematiche connesse alla valutazione giuridica della scelta di prostituirsi e sulle implicazioni giuridico-costituzionali che ne derivano. L’obiettivo è quello di esplorare le sfide connesse alla definizione di un punto di equilibrio nel bilanciamento tra salvaguardia della dignità umana e diritto all’autodeterminazione individuale, offrendo una riflessione critica sulla capacità degli ordinamenti giuridici di fornire risposte adeguate a un fenomeno che risulta tuttora fortemente controverso. La questione se la prostituzione possa o debba essere qualificata come attività economica legittima non rappresenta infatti solo un tema di opportunità politico-legislativa; essa sembra piuttosto configurarsi come un banco di prova per le odierne democrazie costituzionali, il terreno su cui misurare la capacità dei sistemi giuridici di garantire libertà e diritti individuali in contesti caratterizzati da una crescente complessità socialeFile | Dimensione | Formato | |
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