L’exilium è un istituto complesso e multiforme, la cui funzione cambia a seconda delle mutate esigenze della società romana e delle nuove istanze repressive; per indagarne la natura s’intraprende uno studio che guarda in prospettiva diacronico-evolutiva tanto agli sviluppi del sistema repressivo, quanto ai mutamenti politico-istituzionali e sociali di Roma antica, seguendo un arco temporale che dall’età repubblicana arriva fino alla metà del III sec. d.C. L’obiettivo è offrire una nuova trattazione sul tema dell’esilio romano, evidenziando i punti di svolta per la storia dell’istituto e chiarendo la natura delle sue diverse tipologie. La ricerca offre una lettura d’insieme dei dati raccolti attraverso l’analisi della casistica d’esilio, ragionata e selezionata per il periodo compreso tra il 145 a.C. e il 235 d.C., degli interventi normativi di matrice imperiale e dei tentativi di sistematizzazione da parte della giurisprudenza. Nella prima parte dello studio si osservano i tempi e le modalità in cui l’exilium passò dall’essere un atto individuale e volontario che la civitas consentiva ai suoi membri allo scopo di sfuggire a una generica situazione di pericolo o all’esecuzione della pena capitale, all’assumere valore sanzionatorio, fino a enuclearsi quale vera e propria pena nella forma dell’aqua et igni interdictio. Nella seconda parte si guarda, invece, all’accoglimento della pena dell’interdictio nel sistema delle cognitiones extra ordinem e all’origine di nuove tipologie di esilio, quali le relegationes e la deportatio, volendo capire se tra gli istituti si configurino eventuali profili di continuità. La trattazione è completata da una terza parte dedicata all’analisi delle conseguenze giuridiche dell’esilio sullo status dei condannati e delle modalità di una possibile restitutio, con distinzione tra esilio di natura capitale e non capitale. Si approfondiscono dunque le dinamiche d’esecuzione della pena, osservando sia le misure adottate per assicurarne l’effettività, sia le problematiche relative alla geografia e alla durata del bando. Rileva ai fini della corretta qualificazione delle forme d’esilio anche lo studio della competenza giurisdizionale a comminare tale pena, valutando se si trattasse di un potere riconosciuto a tutti gli organi giudicanti e se esistessero criteri che guidassero il giudice alla scelta del tipo di bando da applicare. All’esito della ricerca si propone una definizione generale per ciascuna tipologia di esilio, valorizzando l’aspetto terminologico e considerando i rispettivi rapporti di maggiore o minore afflittività.
Exilium. Studi sull’esilio nella repressione criminale romana dal II sec. a.C. al III sec. d.C / Torresi, Maria Grazia. - (2025 Apr 11).
Exilium. Studi sull’esilio nella repressione criminale romana dal II sec. a.C. al III sec. d.C.
Torresi, Maria Grazia
2025-04-11
Abstract
L’exilium è un istituto complesso e multiforme, la cui funzione cambia a seconda delle mutate esigenze della società romana e delle nuove istanze repressive; per indagarne la natura s’intraprende uno studio che guarda in prospettiva diacronico-evolutiva tanto agli sviluppi del sistema repressivo, quanto ai mutamenti politico-istituzionali e sociali di Roma antica, seguendo un arco temporale che dall’età repubblicana arriva fino alla metà del III sec. d.C. L’obiettivo è offrire una nuova trattazione sul tema dell’esilio romano, evidenziando i punti di svolta per la storia dell’istituto e chiarendo la natura delle sue diverse tipologie. La ricerca offre una lettura d’insieme dei dati raccolti attraverso l’analisi della casistica d’esilio, ragionata e selezionata per il periodo compreso tra il 145 a.C. e il 235 d.C., degli interventi normativi di matrice imperiale e dei tentativi di sistematizzazione da parte della giurisprudenza. Nella prima parte dello studio si osservano i tempi e le modalità in cui l’exilium passò dall’essere un atto individuale e volontario che la civitas consentiva ai suoi membri allo scopo di sfuggire a una generica situazione di pericolo o all’esecuzione della pena capitale, all’assumere valore sanzionatorio, fino a enuclearsi quale vera e propria pena nella forma dell’aqua et igni interdictio. Nella seconda parte si guarda, invece, all’accoglimento della pena dell’interdictio nel sistema delle cognitiones extra ordinem e all’origine di nuove tipologie di esilio, quali le relegationes e la deportatio, volendo capire se tra gli istituti si configurino eventuali profili di continuità. La trattazione è completata da una terza parte dedicata all’analisi delle conseguenze giuridiche dell’esilio sullo status dei condannati e delle modalità di una possibile restitutio, con distinzione tra esilio di natura capitale e non capitale. Si approfondiscono dunque le dinamiche d’esecuzione della pena, osservando sia le misure adottate per assicurarne l’effettività, sia le problematiche relative alla geografia e alla durata del bando. Rileva ai fini della corretta qualificazione delle forme d’esilio anche lo studio della competenza giurisdizionale a comminare tale pena, valutando se si trattasse di un potere riconosciuto a tutti gli organi giudicanti e se esistessero criteri che guidassero il giudice alla scelta del tipo di bando da applicare. All’esito della ricerca si propone una definizione generale per ciascuna tipologia di esilio, valorizzando l’aspetto terminologico e considerando i rispettivi rapporti di maggiore o minore afflittività.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione