Non riuscito il tentativo di giungere a una “più rigorosa distinzione normativa” tra crediti inesistenti e non spettanti

La distinzione tra crediti “inesistenti” e “non spettanti”, sin da quando è emersa nell’ordinamento, ha generato incertezze applicative di grande momento. Il legislatore, già in occasione della riforma delle sanzioni tributarie penali e amministrative del 2015, aveva cercato di rimediare alle criticità, senza però riuscirci, come testimoniato dalla pronuncia delle Sezioni Unite della Corte di cassazione di fine 2023. Con la recente Legge delega per la riforma fiscale, quindi, il Parlamento aveva conferito mandato al Governo affinché le problematiche venissero superate una volta per tutte. Una prima analisi del D.Lgs. n. 87/2024 consente di affermare che, se pure qualche passo in avanti sia stato compiuto, anche questa volta non si è riusciti a centrare l’agognato obiettivo.