Il saggio riprende, e sviluppa, un tema che era già stato trattato dall’autore l’anno precedente - Il nuovo istituto della „certificazione“ dei contratti di lavoro, in MGL, n. 3, pp. 110-126 (anche in Scritti in onore di Giuseppe Suppiej, Padova, Cedam, 2005, pp. 735-760) – in relazione all’art.5 della legge delega n. 30 del 2003 e con un’impostazione che era stata fatta propria nel frattempo dal d. lvo. n. 276 del 2003, nelle sue linee di fondo; in particolare per ciò che attiene alla qualificazione dell’atto di certificazione come di natura amministrativa, al suo carattere non definitivo ed all’efficacia dello stesso nei confronti dell’autorità pubbliche che hanno interesse alla qualificazione del contratto di lavoro. L’autore pone anzitutto in luce la doppia funzione che Marco Biagi intendeva conferire alla certificazione che concepiva sia come strumento di assistenza alle parti del rapporto di lavoro in vista dell’elaborazione del contenuto del contratto individuale di lavoro sia come certazione degli effetti giuridici essenziali dello stesso. Preso atto che il legislatore ha accolto, soprattutto, la seconda funzione, il saggio pone in risalto la scarsa idoneità dell’istituto della certificazione ad incidere sul contenzioso qualificatorio, la sua strutturale differenza con il modello di regolazione tedesco pure richiamato nel Libro Bianco, la contraddittorietà dell’estensione degli effetti della certificazione alla fase di attuazione del contratto di lavoro così come del modo in cui il d. lvo. n. 29 del 2003 disciplina la possibilità di impugnare l’atto dinnanzi all’autorità giurisdizionale. Il saggio si chiude con il suggerimento a privilegiare l’istituzione di commissioni uniche di certificazione.
La certificazione dei contratti di lavoro
Nogler, Luca
2004-01-01
Abstract
Il saggio riprende, e sviluppa, un tema che era già stato trattato dall’autore l’anno precedente - Il nuovo istituto della „certificazione“ dei contratti di lavoro, in MGL, n. 3, pp. 110-126 (anche in Scritti in onore di Giuseppe Suppiej, Padova, Cedam, 2005, pp. 735-760) – in relazione all’art.5 della legge delega n. 30 del 2003 e con un’impostazione che era stata fatta propria nel frattempo dal d. lvo. n. 276 del 2003, nelle sue linee di fondo; in particolare per ciò che attiene alla qualificazione dell’atto di certificazione come di natura amministrativa, al suo carattere non definitivo ed all’efficacia dello stesso nei confronti dell’autorità pubbliche che hanno interesse alla qualificazione del contratto di lavoro. L’autore pone anzitutto in luce la doppia funzione che Marco Biagi intendeva conferire alla certificazione che concepiva sia come strumento di assistenza alle parti del rapporto di lavoro in vista dell’elaborazione del contenuto del contratto individuale di lavoro sia come certazione degli effetti giuridici essenziali dello stesso. Preso atto che il legislatore ha accolto, soprattutto, la seconda funzione, il saggio pone in risalto la scarsa idoneità dell’istituto della certificazione ad incidere sul contenzioso qualificatorio, la sua strutturale differenza con il modello di regolazione tedesco pure richiamato nel Libro Bianco, la contraddittorietà dell’estensione degli effetti della certificazione alla fase di attuazione del contratto di lavoro così come del modo in cui il d. lvo. n. 29 del 2003 disciplina la possibilità di impugnare l’atto dinnanzi all’autorità giurisdizionale. Il saggio si chiude con il suggerimento a privilegiare l’istituzione di commissioni uniche di certificazione.File | Dimensione | Formato | |
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