Nell’ambito della salute mentale, la qualità della vita è associata a quegli approcci orientati al miglioramento dello sviluppo personale e delle condizioni di vita, individuali, relazionali e sociali, delle persone con disturbi o disagi psichici. Per parlare di qualità della vita non è però sufficiente considerare l’insieme dei fattori che compongono uno stato di benessere, ma bensì ampliare tale concetto anche alle percezioni, comportamenti e condizioni che riflettono l’idea di benessere della persona stessa. In particolare, si evidenzia che la stigmatizzazione percepita dai pazienti psichiatrici, insieme alla tendenza a essere classificati, hanno effetti negativi sulla loro soddisfazione e qualità di vita (Schalock, R. Verdugo Alonso, M. 2012). Partendo dal concetto di stigma come fenomeno sociale, è stata costruita l’ipotesi di ricerca riguardante la presenza di opinioni stigmatizzanti tra i professionisti che quotidianamente si occupano di salute mentale, in quanto parte di una struttura sociale che costruisce in modo passivo e inconscio il proprio bagaglio di credenze e di concetti. La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare la presenza e, successivamente, il livello di opinioni stigmatizzanti presenti all’interno dei servizi per la salute mentale in Lombardia e quali variabili sociodemografiche sono in grado di condizionare le opinioni del professionista. È stata dunque effettuata una ricerca all’interno dei servizi, pubblici e privati, dei territori di Brescia, Bergamo e Cremona, attraverso la somministrazione di un questionario anonimo e a partecipazione volontaria, in grado di analizzare il livello di stigma (Mental Illness Clinicians’ Attitudes Scale 4 -MICA 4-), le opinioni degli operatori nei confronti delle principali patologie psichiche e porre tali fattori in correlazione con le variabili socio demografiche designate. La ricerca ha permesso di evidenziare la presenza di opinioni ed atteggiamenti stigmatizzanti da parte dei professionisti che si occupano di salute mentale e che possono, dunque, influire sull’esito e sulle strategie riabilitative. Dall’analisi dei dati, si evince la presenza di una distinzione di opinioni tra le diverse categorie professionali, con una prevalenza di opinioni stigmatizzanti tra le categorie professionali degli assistenti sociali, psicologi e infermieri. Proseguendo, emerge inoltre la prevalenza di atteggiamenti stigmatizzanti da parte degli operatori più giovani e con minor esperienza lavorativa nel campo della salute mentale; mentre le variabili inerenti al sesso, crediti per formazione specifica conseguiti e natura giuridica del servizio non hanno evidenziato correlazioni con lo stigma statisticamente rilevanti. Il fenomeno dello stigma necessita ulteriori studi ed approfondimenti, ma attraverso questa ricerca è stato possibile riflettere in merito alla formazione che i giovani operatori ricevono, ma, soprattutto, riguardo le competenze di autoanalisi ed autocritica che si maturano con l’esperienza. Va ricordato che essere un professionista non esclude il fatto di essere un individuo all’interno di una società in grado di influire sulle modalità di apprendimento e di comportamento, che risultano essere parte della normalità. È essenziale che gli operatori della salute e della cura vengano formati, non solo sulle specifiche competenze tecniche, ma anche sullo sviluppo di doti di riflessività, responsabilità umana e impegno personale e di ascolto, con la finalità di favorire la percezione e la critica nei confronti dell’agire professionale, incrementando la consapevolezza di come la presenza di uno stigma radicato e, inconsciamente esercitato, sia fortemente condizionante la qualità della vita dei pazienti, sotto l’aspetto relazionale e sociale, ma, soprattutto, può condurre ad effetti negativi sul percorso riabilitativo e terapeutico del paziente.
Stigma e malattia mentale: opinioni ed atteggiamenti all’interno dei servizi di cura. Indagine multicentrica nel territorio lombardo / Costa, Andrea; Camastra, Morgana; Zilioli, Laura. - In: PSICHIATRIA OGGI. - ELETTRONICO. - XXXVI:2(2023), pp. 33-42.
Stigma e malattia mentale: opinioni ed atteggiamenti all’interno dei servizi di cura. Indagine multicentrica nel territorio lombardo
Costa, Andrea
;
2023-01-01
Abstract
Nell’ambito della salute mentale, la qualità della vita è associata a quegli approcci orientati al miglioramento dello sviluppo personale e delle condizioni di vita, individuali, relazionali e sociali, delle persone con disturbi o disagi psichici. Per parlare di qualità della vita non è però sufficiente considerare l’insieme dei fattori che compongono uno stato di benessere, ma bensì ampliare tale concetto anche alle percezioni, comportamenti e condizioni che riflettono l’idea di benessere della persona stessa. In particolare, si evidenzia che la stigmatizzazione percepita dai pazienti psichiatrici, insieme alla tendenza a essere classificati, hanno effetti negativi sulla loro soddisfazione e qualità di vita (Schalock, R. Verdugo Alonso, M. 2012). Partendo dal concetto di stigma come fenomeno sociale, è stata costruita l’ipotesi di ricerca riguardante la presenza di opinioni stigmatizzanti tra i professionisti che quotidianamente si occupano di salute mentale, in quanto parte di una struttura sociale che costruisce in modo passivo e inconscio il proprio bagaglio di credenze e di concetti. La ricerca si pone l’obiettivo di analizzare la presenza e, successivamente, il livello di opinioni stigmatizzanti presenti all’interno dei servizi per la salute mentale in Lombardia e quali variabili sociodemografiche sono in grado di condizionare le opinioni del professionista. È stata dunque effettuata una ricerca all’interno dei servizi, pubblici e privati, dei territori di Brescia, Bergamo e Cremona, attraverso la somministrazione di un questionario anonimo e a partecipazione volontaria, in grado di analizzare il livello di stigma (Mental Illness Clinicians’ Attitudes Scale 4 -MICA 4-), le opinioni degli operatori nei confronti delle principali patologie psichiche e porre tali fattori in correlazione con le variabili socio demografiche designate. La ricerca ha permesso di evidenziare la presenza di opinioni ed atteggiamenti stigmatizzanti da parte dei professionisti che si occupano di salute mentale e che possono, dunque, influire sull’esito e sulle strategie riabilitative. Dall’analisi dei dati, si evince la presenza di una distinzione di opinioni tra le diverse categorie professionali, con una prevalenza di opinioni stigmatizzanti tra le categorie professionali degli assistenti sociali, psicologi e infermieri. Proseguendo, emerge inoltre la prevalenza di atteggiamenti stigmatizzanti da parte degli operatori più giovani e con minor esperienza lavorativa nel campo della salute mentale; mentre le variabili inerenti al sesso, crediti per formazione specifica conseguiti e natura giuridica del servizio non hanno evidenziato correlazioni con lo stigma statisticamente rilevanti. Il fenomeno dello stigma necessita ulteriori studi ed approfondimenti, ma attraverso questa ricerca è stato possibile riflettere in merito alla formazione che i giovani operatori ricevono, ma, soprattutto, riguardo le competenze di autoanalisi ed autocritica che si maturano con l’esperienza. Va ricordato che essere un professionista non esclude il fatto di essere un individuo all’interno di una società in grado di influire sulle modalità di apprendimento e di comportamento, che risultano essere parte della normalità. È essenziale che gli operatori della salute e della cura vengano formati, non solo sulle specifiche competenze tecniche, ma anche sullo sviluppo di doti di riflessività, responsabilità umana e impegno personale e di ascolto, con la finalità di favorire la percezione e la critica nei confronti dell’agire professionale, incrementando la consapevolezza di come la presenza di uno stigma radicato e, inconsciamente esercitato, sia fortemente condizionante la qualità della vita dei pazienti, sotto l’aspetto relazionale e sociale, ma, soprattutto, può condurre ad effetti negativi sul percorso riabilitativo e terapeutico del paziente.File | Dimensione | Formato | |
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