«Nostro peccato fu ermafrodito»: il vero significato di un verso di Dante alla luce della tradizione ovidiana antica e medievale

L’articolo discute e corregge l'interpretazione vulgata di un verso del Purgatorio (Pg XXVI, 82) nel quale Guido Guinizelli dichiara che il peccato suo e delle anime che sono con lui «fu ermafrodito». Attraverso la disamina delle fonti classiche, mediolatine e volgari (letterarie, filosofiche e giuridiche) in merito all’ermafrodita si propone di ricondurre alla matrice platonica la scelta di Dante di collocare questa categoria di peccatori sulla cima del regno astripeto.

«NOSTRO PECCATO FU ERMAFRODITO»: THE TRUE MEANING OF A VERSE BY DANTE IN THE LIGHT OF THE ANCIENT AND MEDIEVAL OVIDIAN TRADITION. The research on « peccato ermafrodito » springs from the need to interpret and explain the meaning and reasons why Dante introduced the ‘hermaphroditic sin’ in Canto xxvi of Purgatorio, coining, for the occasion, a neologism capable of identifying a particular category of lustful people (the bisexuals), absent in the other two canticles. This is a category of souls cleverly placed at the top of Purgatory among whom is placed the poet Guido Guinizelli to whom is entrusted the agnition of the ‘peccato ermafrodito’ (hermaphrodite sin).