Si presentano due traduzioni, realizzate da Edoardo Checcucci, di testi tratti dall'antologia Third Culture Kids, uscita in Norvegia nel 2019. Il tema al centro delle traduzioni che qui si è ritenuto importante proporre è lo sfatamento dei pregiudizi e delle stigmatizzazioni che subiscono quotidianamente molte donne musulmane, nel tentativo di dimostrare che oggi esistono infiniti modi di essere una ragazza musulmana in Norvegia. Nel primo testo Fatimah Mahdi mostra come la religione musulmana e la boxe (potremmo anche dire lo sport in generale) non siano affatto in contrapposizione, malgrado debba confrontarsi ogni giorno con gli sguardi allibiti della gente quando cammina per le strade di Oslo con indosso l’hijab e i guantoni da boxe in spalla. Il secondo racconto autobiografico è di «Aisha» (anonima), una ragazza lesbica cresciuta in Sudan e trasferitasi a Oslo, così da poter vivere una vita più libera e serena e conciliare due elementi irrinunciabili – spesso, erroneamente, considerati agli antipodi – che contribuiscono a definire la sua identità: la religione musulmana e l’omosessualità.
Third Culture Kids. Å vokse opp mellom kulturer / Third Culture Kids. Crescere tra culture / Checcucci, Edoardo. - In: NUBE. - ISSN 2724-4202. - ELETTRONICO. - 2021, 2:(2021), pp. 483-508. [10.13136/2724-4202/1084]
Third Culture Kids. Å vokse opp mellom kulturer / Third Culture Kids. Crescere tra culture
Checcucci, Edoardo
2021-01-01
Abstract
Si presentano due traduzioni, realizzate da Edoardo Checcucci, di testi tratti dall'antologia Third Culture Kids, uscita in Norvegia nel 2019. Il tema al centro delle traduzioni che qui si è ritenuto importante proporre è lo sfatamento dei pregiudizi e delle stigmatizzazioni che subiscono quotidianamente molte donne musulmane, nel tentativo di dimostrare che oggi esistono infiniti modi di essere una ragazza musulmana in Norvegia. Nel primo testo Fatimah Mahdi mostra come la religione musulmana e la boxe (potremmo anche dire lo sport in generale) non siano affatto in contrapposizione, malgrado debba confrontarsi ogni giorno con gli sguardi allibiti della gente quando cammina per le strade di Oslo con indosso l’hijab e i guantoni da boxe in spalla. Il secondo racconto autobiografico è di «Aisha» (anonima), una ragazza lesbica cresciuta in Sudan e trasferitasi a Oslo, così da poter vivere una vita più libera e serena e conciliare due elementi irrinunciabili – spesso, erroneamente, considerati agli antipodi – che contribuiscono a definire la sua identità: la religione musulmana e l’omosessualità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione