Oggetto di questa ricerca è l’esame di alcuni aspetti relativi all’applicazione di sistemi informatici finalizzati alla modellazione tridimensionale in contesti archeologici, con particolare attenzione alle ricadute scientifiche nelle indagini e nella documentazione. Sono state quindi affrontate le problematiche connesse con la creazione di modelli tridimensionali dell’esistente tramite strumenti di rilevamento diretto e la possibilità di una verifica delle alte potenzialità connesse con questi sistemi, anche grazie all’analisi dell’effettivo apporto della disciplina archeologica e del ruolo che la figura dell’archeologo deve assumere, alla luce delle crescenti problematiche tecniche emerse nello sviluppo delle ricerche. Le analisi si sono articolate in primo luogo nell’ambito del progetto multidisciplinare APSAT (Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini) e in particolare nella sezione (Attività 5) "Rilievo dei siti tramite fotogrammetria, laser scanner, stazione totale e GPS", curata dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, attraverso l’esame di una serie di casi-studio dedicati ad alcuni castelli e siti trentini (Castel San Michele a Ossana, Castel San Pietro a Ton, Calvola a Tenno, Riparo Gaban, loc. Martignano e Riparo Dalmeri a Grigno). La ricerca ha affrontato quindi altri casi particolarmente significativi per le specificità rilevate (tombe etrusche a camera dipinte, il frontone del Tempio A di Pyrgi a S. Marinella, RM, l’area archeologica di Paestum a Capaccio, SA), per l’applicazione in ambito archeologico professionale (scavo archeologico nell’area della città etrusca di Marzabotto, BO, rilevamento e analisi della stratigrafia muraria dell’area del Teatro romano di Ventimiglia, IM), nonché per l’elaborazione di modelli e ricostruzioni tridimensionali per la divulgazione scientifica (supporti da modello 3D per la fruizione della Tomba della Caccia e della Pesca a Tarquinia, VT, supporti per la mostra internazionale itinerante "Etruschi in Europa", Videowall del nuovo Museo delle Scienze (MUSE) con la rappresentazione dell’evoluzione della Conca di Trento). E’ stato così possibile mettere in luce il valore dell’esperienza diretta dell’archeologo come una delle istanze fondamentali dell’evoluzione scientifica in questo campo, in grado di indirizzare in modo determinante le scelte e gli obiettivi specifici dell’esecuzione dei rilevamenti tecnici. Chiave specifica della ricerca è quindi la possibilità di generare una riflessione mirata sulle problematiche tecniche direttamente connesse con l’archeologia allo scopo di cogliere il significato che la modellazione tridimensionale assume all’interno della disciplina e dell’evoluzione della metodologia della ricerca.
Tecniche digitali di modellazione 3D applicate alla ricerca e documentazione archeologica / Baratti, Giorgio. - (2013), pp. 1-0.
Tecniche digitali di modellazione 3D applicate alla ricerca e documentazione archeologica
Baratti, Giorgio
2013-01-01
Abstract
Oggetto di questa ricerca è l’esame di alcuni aspetti relativi all’applicazione di sistemi informatici finalizzati alla modellazione tridimensionale in contesti archeologici, con particolare attenzione alle ricadute scientifiche nelle indagini e nella documentazione. Sono state quindi affrontate le problematiche connesse con la creazione di modelli tridimensionali dell’esistente tramite strumenti di rilevamento diretto e la possibilità di una verifica delle alte potenzialità connesse con questi sistemi, anche grazie all’analisi dell’effettivo apporto della disciplina archeologica e del ruolo che la figura dell’archeologo deve assumere, alla luce delle crescenti problematiche tecniche emerse nello sviluppo delle ricerche. Le analisi si sono articolate in primo luogo nell’ambito del progetto multidisciplinare APSAT (Ambiente e Paesaggi dei Siti d’Altura Trentini) e in particolare nella sezione (Attività 5) "Rilievo dei siti tramite fotogrammetria, laser scanner, stazione totale e GPS", curata dalla Fondazione Bruno Kessler di Trento, attraverso l’esame di una serie di casi-studio dedicati ad alcuni castelli e siti trentini (Castel San Michele a Ossana, Castel San Pietro a Ton, Calvola a Tenno, Riparo Gaban, loc. Martignano e Riparo Dalmeri a Grigno). La ricerca ha affrontato quindi altri casi particolarmente significativi per le specificità rilevate (tombe etrusche a camera dipinte, il frontone del Tempio A di Pyrgi a S. Marinella, RM, l’area archeologica di Paestum a Capaccio, SA), per l’applicazione in ambito archeologico professionale (scavo archeologico nell’area della città etrusca di Marzabotto, BO, rilevamento e analisi della stratigrafia muraria dell’area del Teatro romano di Ventimiglia, IM), nonché per l’elaborazione di modelli e ricostruzioni tridimensionali per la divulgazione scientifica (supporti da modello 3D per la fruizione della Tomba della Caccia e della Pesca a Tarquinia, VT, supporti per la mostra internazionale itinerante "Etruschi in Europa", Videowall del nuovo Museo delle Scienze (MUSE) con la rappresentazione dell’evoluzione della Conca di Trento). E’ stato così possibile mettere in luce il valore dell’esperienza diretta dell’archeologo come una delle istanze fondamentali dell’evoluzione scientifica in questo campo, in grado di indirizzare in modo determinante le scelte e gli obiettivi specifici dell’esecuzione dei rilevamenti tecnici. Chiave specifica della ricerca è quindi la possibilità di generare una riflessione mirata sulle problematiche tecniche direttamente connesse con l’archeologia allo scopo di cogliere il significato che la modellazione tridimensionale assume all’interno della disciplina e dell’evoluzione della metodologia della ricerca.File | Dimensione | Formato | |
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