Scopo del presente studio è individuare e declinare i possibili à mbiti di interazione tra diritto penale e laicità : tale analisi muoverà , innanzitutto, da una ricerca, a livello definitorio, circa la nozione di “laicità †e circa il (fisiologico) carattere di “vaghezza†che connota il concetto de quo, con la conseguente difficoltà di individuarne un significato, se non unitario, quantomeno condiviso (si ricorrerà , a tal fine, anche ad un’indagine in chiave comparata). Si procederà quindi ad esaminare il diritto positivo e giurisprudenziale – in primis attraverso la lettura delle sentenze della Corte costituzionale, e della relativa elaborazione della “laicità †in termini di “equidistanza†ed “imparzialità †– ed effettuando poi una ricognizione sulle fonti del diritto penale (dove si registrerà la “crisi†del legislatore penale e la crescente centralità del giudice e della giurisprudenza, anche alla luce dell’incidenza e dell’influenza esercitata, sul diritto interno, dalle fonti sovranazionali, in particolare dal diritto dell’Unione europea e dal diritto convenzionale della CEDU). Lo studio si concentrerà sul tentativo di individuare alcune declinazioni di “laicità †nel peculiare à mbito del diritto penale, interrogandosi al contempo sul relativo status della/delle “laicità †, ossia la qualificazione come “carattere†, ovvero come “principio†. Si proporrà una lettura – valorizzando la necessaria (anzi, pretesa) autonomia delle regole che debbono connotarlo (le «regole proprie del diritto penale»), dalle influenze “distorsive†ad opera di agenti “esterni†al diritto penale o al diritto stesso – in termini di “laicità †anzitutto «come metodo», quale frutto di un procedimento dialogico, nella ricerca di (ri)affermare il «fatto» quale “centro gravitazionale†verso cui orientare la politica criminale e l’attività di interpretazione. Il concetto di “laicità †verrà poi accostato alle condizioni di legittimazione del diritto penale, laicità «come canone politico-criminale» orientato alla individuazione ed all’affermazione di un diritto penale che rigetti forme di «paternalismo» e di «moralismo», ed alla concreta dimensione applicativa (interrogandosi sugli spazi della laicità «come ausilio interpretativo»), proponendosi infine un’analisi di istituti di parte generale e di fattispecie di parte speciale che si presentano (astrattamente e concretamente) idonee al penetrare di istanze “esterne†al diritto penale.
Laicità e diritto penale / Manfrini, Giacomo. - (2017), pp. 1-417.
Laicità e diritto penale
Manfrini, Giacomo
2017-01-01
Abstract
Scopo del presente studio è individuare e declinare i possibili à mbiti di interazione tra diritto penale e laicità : tale analisi muoverà , innanzitutto, da una ricerca, a livello definitorio, circa la nozione di “laicità †e circa il (fisiologico) carattere di “vaghezza†che connota il concetto de quo, con la conseguente difficoltà di individuarne un significato, se non unitario, quantomeno condiviso (si ricorrerà , a tal fine, anche ad un’indagine in chiave comparata). Si procederà quindi ad esaminare il diritto positivo e giurisprudenziale – in primis attraverso la lettura delle sentenze della Corte costituzionale, e della relativa elaborazione della “laicità †in termini di “equidistanza†ed “imparzialità †– ed effettuando poi una ricognizione sulle fonti del diritto penale (dove si registrerà la “crisi†del legislatore penale e la crescente centralità del giudice e della giurisprudenza, anche alla luce dell’incidenza e dell’influenza esercitata, sul diritto interno, dalle fonti sovranazionali, in particolare dal diritto dell’Unione europea e dal diritto convenzionale della CEDU). Lo studio si concentrerà sul tentativo di individuare alcune declinazioni di “laicità †nel peculiare à mbito del diritto penale, interrogandosi al contempo sul relativo status della/delle “laicità †, ossia la qualificazione come “carattere†, ovvero come “principio†. Si proporrà una lettura – valorizzando la necessaria (anzi, pretesa) autonomia delle regole che debbono connotarlo (le «regole proprie del diritto penale»), dalle influenze “distorsive†ad opera di agenti “esterni†al diritto penale o al diritto stesso – in termini di “laicità †anzitutto «come metodo», quale frutto di un procedimento dialogico, nella ricerca di (ri)affermare il «fatto» quale “centro gravitazionale†verso cui orientare la politica criminale e l’attività di interpretazione. Il concetto di “laicità †verrà poi accostato alle condizioni di legittimazione del diritto penale, laicità «come canone politico-criminale» orientato alla individuazione ed all’affermazione di un diritto penale che rigetti forme di «paternalismo» e di «moralismo», ed alla concreta dimensione applicativa (interrogandosi sugli spazi della laicità «come ausilio interpretativo»), proponendosi infine un’analisi di istituti di parte generale e di fattispecie di parte speciale che si presentano (astrattamente e concretamente) idonee al penetrare di istanze “esterne†al diritto penale.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione