La ricerca presentata nella tesi verte sui rapporti tra lessico architettonico italiano e lessico architettonico inglese in età rinascimentale, con particolare attenzione all’ingresso degli italianismi nella tradizione vitruviana europea. Le questioni a cui si è cercato di rispondere sono: quali siano le vie di diffusione della terminologia esaminata; quale sia la consistenza degli italianismi e quale quella dei latinismi nel lessico architettonico inglese del periodo preso in esame (e quale sia il ruolo degli studi vitruviani italiani nella diffusione della terminologia latina); quale sia la rispettiva presenza delle due anime del linguaggio architettonico italiano (termini di tradizione orale e termini di tradizione colta) nei testi tecnici (traduzioni e trattati) e nella prosa di artisti e appassionati d’arte inglesi; se vi siano differenze tra l’acquisizione del linguaggio architettonico italiano nell’Inghilterra elisabettiana e in epoca Stuart e quali siano. Per rispondere a tali interrogativi sono stati presi in esame testi eterogenei (trattati, traduzioni di testi italiani, opere lessicografiche, diari di viaggio, appunti e notazioni di artisti), di cui si è ricostruita la storia e la fitta rete di legami, e si sono descritte le scelte linguistiche, oggetto di uno spoglio confluito nel glossario finale. Si sono inoltre prese in considerazione le fonti capaci di testimoniare il clima culturale che fa da sostrato a tale produzione, attraverso l’analisi di inventari di biblioteche, documenti relativi alla presenza di artisti italiani in Inghilterra, lettere etc. Dopo un breve excursus relativo alla tradizione e alla definizione del lessico architettonico italiano in età medievale e rinascimentale, la tesi si sofferma sulle tradizioni lessicografiche italiana e inglese tra Cinquecento e inizio del Seicento, ponendo a confronto le prime raccolte di vocaboli a carattere enciclopedico in cui è testimoniato il lessico dell’arte del costruire ("La fabrica del mondo" di Francesco Alunno, "La Tipocosmia" di Alessandro Citolini, "La piazza universale" di Tommaso Garzoni), la prima edizione del "Vocabolario della Crusca" e il "World of Words" di John Florio. Vengono poi analizzate le vie di penetrazione del lessico italiano in Inghilterra, individuando i principali protagonisti e i testi che maggiormente contribuiscono all’introduzione delle teorie architettoniche italiane e del lessico che le definisce. Sono a tal proposito analizzati "The first and chief groundes of Architecture" di John Shute, Il "Tracte" di Richard Haydocke, "The First [Fift] Booke of Architecture", che forniscono numerose prime attestazioni del lessico legato alla teoria degli ordini, ma anche, seppur in minor grado, di altri termini più genericamente connessi alla progettazione architettonica. Tali testi vengono fatti interloquire con i modelli italiani a cui si ispirano (o che traducono), ponendo in rilievo la scelta degli autori inglesi di adottare, nei confronti del lessico dei propri modelli, un processo selettivo che privilegia la forma latina di tradizione vitruviana. Sono poi analizzati gli apporti linguistici di alcuni testi della prima metà del XVII secolo: i diari di viaggio di Lassels, Rychard ed Evelyn che, nelle descrizioni delle città e dei monumenti, utilizzano termini architettonici non testimoniati dalla letteratura inglese precedente; un trattato, "The Elements" di Henry Wotton, che riscuote un enorme successo di pubblico e giunge ad avere numerose ristampe e traduzioni; le postille di Inigo Jones a margine della propria copia dei "Quattro Libri dell’architettura" di Andrea Palladio. Queste ultime costituiscono un documento unico dell’uso della terminologia architettonica nella prima metà del Seicento, sia per la figura d’eccezione a cui appartengono, sia per la natura non sorvegliata del testo, che è denso di tratti tipici della lingua orale e testimonia numerose forme non altrimenti attestate o presenti qui per la prima volta. La tesi è corredata di un glossario, che costituisce il frutto dello spoglio dei testi della prima metà del XVII secolo presi in considerazione nel corso della ricerca.

Contributo dell'italiano alla formazione del lessico architettonico rinascimentale inglese / Eusebi, Cristina. - (2013), pp. 1-345.

Contributo dell'italiano alla formazione del lessico architettonico rinascimentale inglese

Eusebi, Cristina
2013-01-01

Abstract

La ricerca presentata nella tesi verte sui rapporti tra lessico architettonico italiano e lessico architettonico inglese in età rinascimentale, con particolare attenzione all’ingresso degli italianismi nella tradizione vitruviana europea. Le questioni a cui si è cercato di rispondere sono: quali siano le vie di diffusione della terminologia esaminata; quale sia la consistenza degli italianismi e quale quella dei latinismi nel lessico architettonico inglese del periodo preso in esame (e quale sia il ruolo degli studi vitruviani italiani nella diffusione della terminologia latina); quale sia la rispettiva presenza delle due anime del linguaggio architettonico italiano (termini di tradizione orale e termini di tradizione colta) nei testi tecnici (traduzioni e trattati) e nella prosa di artisti e appassionati d’arte inglesi; se vi siano differenze tra l’acquisizione del linguaggio architettonico italiano nell’Inghilterra elisabettiana e in epoca Stuart e quali siano. Per rispondere a tali interrogativi sono stati presi in esame testi eterogenei (trattati, traduzioni di testi italiani, opere lessicografiche, diari di viaggio, appunti e notazioni di artisti), di cui si è ricostruita la storia e la fitta rete di legami, e si sono descritte le scelte linguistiche, oggetto di uno spoglio confluito nel glossario finale. Si sono inoltre prese in considerazione le fonti capaci di testimoniare il clima culturale che fa da sostrato a tale produzione, attraverso l’analisi di inventari di biblioteche, documenti relativi alla presenza di artisti italiani in Inghilterra, lettere etc. Dopo un breve excursus relativo alla tradizione e alla definizione del lessico architettonico italiano in età medievale e rinascimentale, la tesi si sofferma sulle tradizioni lessicografiche italiana e inglese tra Cinquecento e inizio del Seicento, ponendo a confronto le prime raccolte di vocaboli a carattere enciclopedico in cui è testimoniato il lessico dell’arte del costruire ("La fabrica del mondo" di Francesco Alunno, "La Tipocosmia" di Alessandro Citolini, "La piazza universale" di Tommaso Garzoni), la prima edizione del "Vocabolario della Crusca" e il "World of Words" di John Florio. Vengono poi analizzate le vie di penetrazione del lessico italiano in Inghilterra, individuando i principali protagonisti e i testi che maggiormente contribuiscono all’introduzione delle teorie architettoniche italiane e del lessico che le definisce. Sono a tal proposito analizzati "The first and chief groundes of Architecture" di John Shute, Il "Tracte" di Richard Haydocke, "The First [Fift] Booke of Architecture", che forniscono numerose prime attestazioni del lessico legato alla teoria degli ordini, ma anche, seppur in minor grado, di altri termini più genericamente connessi alla progettazione architettonica. Tali testi vengono fatti interloquire con i modelli italiani a cui si ispirano (o che traducono), ponendo in rilievo la scelta degli autori inglesi di adottare, nei confronti del lessico dei propri modelli, un processo selettivo che privilegia la forma latina di tradizione vitruviana. Sono poi analizzati gli apporti linguistici di alcuni testi della prima metà del XVII secolo: i diari di viaggio di Lassels, Rychard ed Evelyn che, nelle descrizioni delle città e dei monumenti, utilizzano termini architettonici non testimoniati dalla letteratura inglese precedente; un trattato, "The Elements" di Henry Wotton, che riscuote un enorme successo di pubblico e giunge ad avere numerose ristampe e traduzioni; le postille di Inigo Jones a margine della propria copia dei "Quattro Libri dell’architettura" di Andrea Palladio. Queste ultime costituiscono un documento unico dell’uso della terminologia architettonica nella prima metà del Seicento, sia per la figura d’eccezione a cui appartengono, sia per la natura non sorvegliata del testo, che è denso di tratti tipici della lingua orale e testimonia numerose forme non altrimenti attestate o presenti qui per la prima volta. La tesi è corredata di un glossario, che costituisce il frutto dello spoglio dei testi della prima metà del XVII secolo presi in considerazione nel corso della ricerca.
2013
XXIII
2012-2013
Lettere e filosofia (29/10/12-)
Literary, Linguistics and Philology Studies (till the a.y. 2010-11)
Baggio, Serenella
no
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