Oggetto della ricerca è uno studio monografico sul prolifico e longevo scultore bolognese Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), il cui arco di attività copre gli anni che dalla seconda metà del Seicento conducono al quarto decennio del Settecento. Il profilo dello scultore è stato ripercorso a partire dalla figura semisconosciuta del padre Camillo (Bologna, 1601-1672), attivo solo marginalmente in patria, e in modo più consistente al di fuori delle mura felsinee, in particolare a Padova e a Venezia. Analogamente si è potuta indagare la prima formazione di Giuseppe Maria Mazza, avvenuta principalmente a Bologna con il pittore Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629-1700), e con lo scultore Gabriele Brunelli (Bologna 1615-1682). Si è poi proceduto con lo studio delle opere che segnano l’affermazione dello scultore: tra gli ultimi decenni del Seicento e i primi tre del Settecento, Giuseppe Maria Mazza detiene a Bologna il monopolio della scultura, partecipando quale sodale dei pittori Giovan Gioseffo dal Sole (Bologna, 1654–1719) e Marcantonio Franceschini (Bologna 1648–1729) alle principali imprese decorative che interessano la città, e intessendo un rapporto privilegiato con i collezionisti privati a cui destina numerose opere di piccolo formato perlopiù in terracotta ma anche in marmo. Seguendo la geografia della carriera artistica dello scultore, il raggio dello studio è stato ampliato alle altre numerose località in cui egli risulta attestato: dagli altri centri dell’Emilia Romagna (Parma, Modena, Reggio Emilia, Novellara, Ferrara, Imola, Rimini, Forlì, Cesena), alle Marche (Fano e Pesaro) e all’Umbria (Foligno). Particolare importanza è stata riservata allo studio dei due episodi professionali che ne attestano il prestigio fuori dalle mura cittadine e a livello europeo: ovvero le commissioni del principe Johann Adam I di Liechtenstein e l’attività svolta a Venezia.
"Il nostro moderno Algardi": Giuseppe Maria Mazza, scultore bolognese tra Sei e Settecento / Massari, Silvia. - (2014), pp. 1-1279.
"Il nostro moderno Algardi": Giuseppe Maria Mazza, scultore bolognese tra Sei e Settecento
Massari, Silvia
2014-01-01
Abstract
Oggetto della ricerca è uno studio monografico sul prolifico e longevo scultore bolognese Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), il cui arco di attività copre gli anni che dalla seconda metà del Seicento conducono al quarto decennio del Settecento. Il profilo dello scultore è stato ripercorso a partire dalla figura semisconosciuta del padre Camillo (Bologna, 1601-1672), attivo solo marginalmente in patria, e in modo più consistente al di fuori delle mura felsinee, in particolare a Padova e a Venezia. Analogamente si è potuta indagare la prima formazione di Giuseppe Maria Mazza, avvenuta principalmente a Bologna con il pittore Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629-1700), e con lo scultore Gabriele Brunelli (Bologna 1615-1682). Si è poi proceduto con lo studio delle opere che segnano l’affermazione dello scultore: tra gli ultimi decenni del Seicento e i primi tre del Settecento, Giuseppe Maria Mazza detiene a Bologna il monopolio della scultura, partecipando quale sodale dei pittori Giovan Gioseffo dal Sole (Bologna, 1654–1719) e Marcantonio Franceschini (Bologna 1648–1729) alle principali imprese decorative che interessano la città, e intessendo un rapporto privilegiato con i collezionisti privati a cui destina numerose opere di piccolo formato perlopiù in terracotta ma anche in marmo. Seguendo la geografia della carriera artistica dello scultore, il raggio dello studio è stato ampliato alle altre numerose località in cui egli risulta attestato: dagli altri centri dell’Emilia Romagna (Parma, Modena, Reggio Emilia, Novellara, Ferrara, Imola, Rimini, Forlì, Cesena), alle Marche (Fano e Pesaro) e all’Umbria (Foligno). Particolare importanza è stata riservata allo studio dei due episodi professionali che ne attestano il prestigio fuori dalle mura cittadine e a livello europeo: ovvero le commissioni del principe Johann Adam I di Liechtenstein e l’attività svolta a Venezia.File | Dimensione | Formato | |
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