L’istruzione e la formazione hanno acquisito un peso progressivamente crescente nell’agenda politica dell’Unione Europea. Chi possiede competenze di basso livello rischia l’esclusione economica e sociale (Consiglio dell’Unione europea, 2008, p.2). In una ricerca su alcune dimensioni della disuguaglianza in Italia (povertà, salute, condizioni abitative) condotta nell’ambito dell’Osservatorio sulle disuguaglianze sociali della Fondazione Ermanno Gorrieri, si rileva come, nell’anno 2006, la maggiore quota percentuale tra le persone a basso reddito fosse costituita in Italia dagli operai (37,6%), seguiti dai pensionati (29,6%) (Brandolini, Saraceno, Schizzerotto, 2009, p.52). In Italia, il tasso medio di abbandono scolastico misurato con l’ultimo test Pisa nel 2009 è del 23,5%, percentuale che esclude gli studenti dei Centri di formazione professionale, essendo questi ultimi disciplinati dalla normativa regionale e pertanto fonte di dati difficilmente comparabili. Questo significa che, mediamente, almeno uno/a studente/ssa italiano/a su quattro è “a rischio di esclusione economica e sociale”. Aggiungendo a questo dato i tassi di dispersione scolastica e di evasione e i risultati circa le competenze di base in uscita al termine del ciclo d’istruzione secondaria (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, 2008b), è legittimo pensare che questo problema interessi una fetta ben maggiore di studenti italiani. Questo studio si propone di indagare cosa accade prima dell’abbandono, quando gli studenti sono ancora all’interno del circuito formativo obbligatorio: quali processi interni alla scuola secondaria conducono verso il successo o l’insuccesso scolastico? Quali fattori entrano in gioco, ai diversi livelli? Per fare questo, è stato necessario in primo luogo decostruire e problematizzare la definizione di “insuccesso scolastico”, facendo una comparazione tra le mutevoli descrizioni concettuali che ne sono state date e compiendo una disanima critica delle modalità utilizzate per quantificare il fenomeno, prendendo in esame alcune indagini italiane ed internazionali. Attraverso un breve excursus storico sull’evoluzione del sistema scolastico in Italia e sui riferimenti normativi che lo disciplinano, sia a livello nazionale, sia a livello europeo, si è in seguito fornita una descrizione quantitativa del fenomeno “insuccesso scolastico” in Italia, seguita da una lettura critica dei diversi approcci disciplinari che hanno fatto dell’insuccesso scolastico il loro oggetto d’indagine, in Italia e all’estero. Tra i vari approcci presentati, ci si è focalizzati in particolar modo su quello della sociologia dell’educazione e della critical pedagogy nella sua accezione statunitense: quest’ultimo viene proposto con l’approccio più fecondo nello studio del fenomeno, proponendone un confronto con l’approccio della pedagogia critica italiana. Questo studio si colloca tra le ricerche empiriche che si rifanno all’approccio della critical pedagogy. La metodologia utilizzata è una grounded theory orientata alla social justice, combinata con un approccio etnografico. Lo studio si conclude con la presentazione di un modello teorico che si propone di spiegare il fenomeno “insuccesso scolastico” nelle sue origini, e di fornire utili indicazioni agli operatori sul campo che quotidianamente si misurano con il fenomeno stesso.

Da ribelli a resilienti: processi generativi di successo scolastico nel biennio della scuola secondaria in Italia / Ventura, Michela. - (2011), pp. 1-212.

Da ribelli a resilienti: processi generativi di successo scolastico nel biennio della scuola secondaria in Italia

Ventura, Michela
2011-01-01

Abstract

L’istruzione e la formazione hanno acquisito un peso progressivamente crescente nell’agenda politica dell’Unione Europea. Chi possiede competenze di basso livello rischia l’esclusione economica e sociale (Consiglio dell’Unione europea, 2008, p.2). In una ricerca su alcune dimensioni della disuguaglianza in Italia (povertà, salute, condizioni abitative) condotta nell’ambito dell’Osservatorio sulle disuguaglianze sociali della Fondazione Ermanno Gorrieri, si rileva come, nell’anno 2006, la maggiore quota percentuale tra le persone a basso reddito fosse costituita in Italia dagli operai (37,6%), seguiti dai pensionati (29,6%) (Brandolini, Saraceno, Schizzerotto, 2009, p.52). In Italia, il tasso medio di abbandono scolastico misurato con l’ultimo test Pisa nel 2009 è del 23,5%, percentuale che esclude gli studenti dei Centri di formazione professionale, essendo questi ultimi disciplinati dalla normativa regionale e pertanto fonte di dati difficilmente comparabili. Questo significa che, mediamente, almeno uno/a studente/ssa italiano/a su quattro è “a rischio di esclusione economica e sociale”. Aggiungendo a questo dato i tassi di dispersione scolastica e di evasione e i risultati circa le competenze di base in uscita al termine del ciclo d’istruzione secondaria (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca, 2008b), è legittimo pensare che questo problema interessi una fetta ben maggiore di studenti italiani. Questo studio si propone di indagare cosa accade prima dell’abbandono, quando gli studenti sono ancora all’interno del circuito formativo obbligatorio: quali processi interni alla scuola secondaria conducono verso il successo o l’insuccesso scolastico? Quali fattori entrano in gioco, ai diversi livelli? Per fare questo, è stato necessario in primo luogo decostruire e problematizzare la definizione di “insuccesso scolastico”, facendo una comparazione tra le mutevoli descrizioni concettuali che ne sono state date e compiendo una disanima critica delle modalità utilizzate per quantificare il fenomeno, prendendo in esame alcune indagini italiane ed internazionali. Attraverso un breve excursus storico sull’evoluzione del sistema scolastico in Italia e sui riferimenti normativi che lo disciplinano, sia a livello nazionale, sia a livello europeo, si è in seguito fornita una descrizione quantitativa del fenomeno “insuccesso scolastico” in Italia, seguita da una lettura critica dei diversi approcci disciplinari che hanno fatto dell’insuccesso scolastico il loro oggetto d’indagine, in Italia e all’estero. Tra i vari approcci presentati, ci si è focalizzati in particolar modo su quello della sociologia dell’educazione e della critical pedagogy nella sua accezione statunitense: quest’ultimo viene proposto con l’approccio più fecondo nello studio del fenomeno, proponendone un confronto con l’approccio della pedagogia critica italiana. Questo studio si colloca tra le ricerche empiriche che si rifanno all’approccio della critical pedagogy. La metodologia utilizzata è una grounded theory orientata alla social justice, combinata con un approccio etnografico. Lo studio si conclude con la presentazione di un modello teorico che si propone di spiegare il fenomeno “insuccesso scolastico” nelle sue origini, e di fornire utili indicazioni agli operatori sul campo che quotidianamente si misurano con il fenomeno stesso.
2011
XXIV
2010-2011
Scienze della Cogn e della Form (cess.4/11/12)
Psychological Sciences and Education
Tarozzi, Massimiliano
no
Italiano
Settore M-PED/01 - Pedagogia Generale e Sociale
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Tipologia: Tesi di dottorato (Doctoral Thesis)
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