L'oggetto di studio della tesi è rappresentato dell'analisi delle conseguenze degli eventi familiari sulle carriere individuali, sia riguardo alla partecipazione al mercato del lavoro, sia riguardo agli esiti che il lavoro produce. Gli eventi familiari considerati sono: 1) l'inizio di una nuova unione familiare, 2) la nascita dei figli e 3) le dissoluzioni familiari (separazioni e divorzi). Il lavoro empirico è costruito attorno alla comparazione fra Italia e Stati Uniti: due contesti in cui lo Stato non promuove attivamente la conciliazione tra famiglia e lavoro e il sostegno pubblico all' occupazione femminile è limitato, sebbene il problema della mancanza di sostegno statale, in Italia trova risposta nella (o viene scaricato sulla) famiglia, mentre negli Stati Uniti è in gran parte risolto dal mercato. L'analisi empirica è condotta su dati di tipo longitudinale raccolti a livello nazionale: per l'Italia si è fatto ricorso all' indagine «Famiglie e Soggetti sociali» effettuata nel 2009 dall'ISTAT nell'ambito delle Indagini multiscopo sulle famiglie, mentre le analisi relative agli Stati Uniti sono state svolte sul Panel Study of Income Dynamics (PSID). Le principali tecniche di analisi adottate comprendono la panel data analysis e l'event history analysis. L'appartenenza dell' Italia e degli Stati Uniti rispettivamente al regime di welfare conservatore nella sua variante «mediterranea» e al regime di welfare liberale emerge come l'elemento istituzionale che meglio aiuta a interpretare i principali risultati empirici emersi in questo lavoro. Al di là del ruolo del regime di welfare nel determinare i tassi di occupazione femminili (Esping-Andersen 1990, 1999) esso ha un ruolo rilevante nel determinare le traiettorie occupazionali delle donne lungo il corso di vita. Nell'ambito della comparazione degli assetti istituzionali di Italia e Stati Uniti questo lavoro ha contribuito al dibattito circa le conseguenze lavorative degli eventi familiari in quattro direzioni: 1) si ritiene di aver fornito una misura dell' effetto dei figli sui tassi di occupazione femminili più accurata rispetto ai precedenti studi: In Italia, in particolare, si è stimato un effetto negativo superiore a quanto riscontrato in letteratura; 2) ci si è posto per la prima volta l'obiettivo di analizzare in maniera sistematica, per l'Italia, l'effetto del divorzio sull' occupazione femminile. Si è stimato un effetto positivo che persiste anche nel medio termine, limitato però alle donne senza figli in età prescolare; 3) questo lavoro non si è limitato a considerare gli effetti degli eventi familiari solo sulle carriere delle donne, ma ha allargato l'analisi alle conseguenze sul lavoro degli uomini. 4) Infine, è stato dimostrato che negli Stati Uniti le traiettorie occupazionali delle donne appartenenti alle coorti più recenti sono meno sensibili alla nascita dei figli, mentre in Italia accade l'esatto opposto. Nello specifico, in Italia la penalizzazione occupazionale della nascita di un figlio è significativamente più forte per le donne appartenenti alle coorti più recenti. Il risultato ha una grande rilevanza se si considera che nonostante a) le trasformazioni intervenute negli ultimi decenni riguardo al lavoro delle donne, b) la crescente presenza dei temi della conciliazione nel discorso pubblico e nella retorica politica e c) le timide politiche implementate a sostegno della famiglia, la conciliazione famiglia-lavoro è oggi più difficoltosa in Italia di quanto non fosse per le donne della generazione precedente.
In assenza di politiche familiari: l'influenza della famiglia sul lavoro di uomini e donne in un confronto fra Italia e Stati Uniti / Lugo, Michele. - (2015), pp. 1-250.
In assenza di politiche familiari: l'influenza della famiglia sul lavoro di uomini e donne in un confronto fra Italia e Stati Uniti
Lugo, Michele
2015-01-01
Abstract
L'oggetto di studio della tesi è rappresentato dell'analisi delle conseguenze degli eventi familiari sulle carriere individuali, sia riguardo alla partecipazione al mercato del lavoro, sia riguardo agli esiti che il lavoro produce. Gli eventi familiari considerati sono: 1) l'inizio di una nuova unione familiare, 2) la nascita dei figli e 3) le dissoluzioni familiari (separazioni e divorzi). Il lavoro empirico è costruito attorno alla comparazione fra Italia e Stati Uniti: due contesti in cui lo Stato non promuove attivamente la conciliazione tra famiglia e lavoro e il sostegno pubblico all' occupazione femminile è limitato, sebbene il problema della mancanza di sostegno statale, in Italia trova risposta nella (o viene scaricato sulla) famiglia, mentre negli Stati Uniti è in gran parte risolto dal mercato. L'analisi empirica è condotta su dati di tipo longitudinale raccolti a livello nazionale: per l'Italia si è fatto ricorso all' indagine «Famiglie e Soggetti sociali» effettuata nel 2009 dall'ISTAT nell'ambito delle Indagini multiscopo sulle famiglie, mentre le analisi relative agli Stati Uniti sono state svolte sul Panel Study of Income Dynamics (PSID). Le principali tecniche di analisi adottate comprendono la panel data analysis e l'event history analysis. L'appartenenza dell' Italia e degli Stati Uniti rispettivamente al regime di welfare conservatore nella sua variante «mediterranea» e al regime di welfare liberale emerge come l'elemento istituzionale che meglio aiuta a interpretare i principali risultati empirici emersi in questo lavoro. Al di là del ruolo del regime di welfare nel determinare i tassi di occupazione femminili (Esping-Andersen 1990, 1999) esso ha un ruolo rilevante nel determinare le traiettorie occupazionali delle donne lungo il corso di vita. Nell'ambito della comparazione degli assetti istituzionali di Italia e Stati Uniti questo lavoro ha contribuito al dibattito circa le conseguenze lavorative degli eventi familiari in quattro direzioni: 1) si ritiene di aver fornito una misura dell' effetto dei figli sui tassi di occupazione femminili più accurata rispetto ai precedenti studi: In Italia, in particolare, si è stimato un effetto negativo superiore a quanto riscontrato in letteratura; 2) ci si è posto per la prima volta l'obiettivo di analizzare in maniera sistematica, per l'Italia, l'effetto del divorzio sull' occupazione femminile. Si è stimato un effetto positivo che persiste anche nel medio termine, limitato però alle donne senza figli in età prescolare; 3) questo lavoro non si è limitato a considerare gli effetti degli eventi familiari solo sulle carriere delle donne, ma ha allargato l'analisi alle conseguenze sul lavoro degli uomini. 4) Infine, è stato dimostrato che negli Stati Uniti le traiettorie occupazionali delle donne appartenenti alle coorti più recenti sono meno sensibili alla nascita dei figli, mentre in Italia accade l'esatto opposto. Nello specifico, in Italia la penalizzazione occupazionale della nascita di un figlio è significativamente più forte per le donne appartenenti alle coorti più recenti. Il risultato ha una grande rilevanza se si considera che nonostante a) le trasformazioni intervenute negli ultimi decenni riguardo al lavoro delle donne, b) la crescente presenza dei temi della conciliazione nel discorso pubblico e nella retorica politica e c) le timide politiche implementate a sostegno della famiglia, la conciliazione famiglia-lavoro è oggi più difficoltosa in Italia di quanto non fosse per le donne della generazione precedente.File | Dimensione | Formato | |
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