A quali condizioni é o in base a quali criteri di valutazione é una condotta che offende o che non impedisce la lesione di beni giuridici fondamentali quali la vita e l'integrità fisica della persona può dirsi non soltanto dannosa ma altresì colposa per il diritto penale? Il lavoro che si presenta prende le mosse da una questione, come si vede, di enorme portata. Essa, in termini dogmatici, porta ad interrogarsi sui caratteri delle categorie concettuali afferenti all'elemento oggettivo del reato colposo (il relativo fatto tipico), sul metodo di concretizzazione del dovere di diligenza(che di tale elemento costituisce il cuore normativo) e sui criteri di giudizio in base ai quali esso può ritenersi inosservato. Il metodo di indagine prescelto consiste nella comparazione di due esperienze, quella italiana e quella spagnola, omogenee sul piano teorico e cioé accomunate dall'utilizzo del medesimo linguaggio é ma attualmente caratterizzate e quantomeno nella materia in esame é da tendenze evolutive notevolmente differenti anche in ragione della diversa influenza esercitata nei loro confronti dalla dogmatica tedesca. Oltre che sul dibattito teorico sviluppatosi in questa due aree culturali, lo studio si occupa dell'esperienza applicativa maturata in entrambi i Paesi nei settori della responsabilità medica e della prevenzione dei rischi professionali (della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), contesti nei quali si fa particolarmente evidente l'attuale crisi del cd. modello nomologico, cioé del metodo di spiegazione causale d'impronta neopositivista e del criterio ricostruttivo delle norme cautelari fondati su leggi scientifiche. In entrambi i casi, in entrambe le dimensioni del giudizio sulla tipicità del fatto, l'offuscamento dell'immagine di scienza su cui venne edificata la teoria del reato colposo nel corso del Novecento ha già indotto il diritto penale contemporaneo a rivalutare il proprio peculiare approccio argomentativo e valutativo abbandonando lo schema inferenziale dimostrativo nomologico-deduttivo ed interrogandosi sul metodo attraverso cui definire i concreti margini del rischio consentito. E' in questa direzione, quella di una rinnovata riflessione sui limiti della libertà di azione di ciascuno nella vita di relazione di fronte alla minaccia della sanzione penale, che ci si muove nelle pagine del presente lavoro
l fatto colposo: la crisi del modello nomologico, l' aspettativa di diligenza e la condotta penalmente rilevante. Uno studio di diritto comparato sulla definizione della colpa punibile / Perin, Andrea. - (2015), pp. 1-389.
l fatto colposo: la crisi del modello nomologico, l' aspettativa di diligenza e la condotta penalmente rilevante. Uno studio di diritto comparato sulla definizione della colpa punibile
Perin, Andrea
2015-01-01
Abstract
A quali condizioni é o in base a quali criteri di valutazione é una condotta che offende o che non impedisce la lesione di beni giuridici fondamentali quali la vita e l'integrità fisica della persona può dirsi non soltanto dannosa ma altresì colposa per il diritto penale? Il lavoro che si presenta prende le mosse da una questione, come si vede, di enorme portata. Essa, in termini dogmatici, porta ad interrogarsi sui caratteri delle categorie concettuali afferenti all'elemento oggettivo del reato colposo (il relativo fatto tipico), sul metodo di concretizzazione del dovere di diligenza(che di tale elemento costituisce il cuore normativo) e sui criteri di giudizio in base ai quali esso può ritenersi inosservato. Il metodo di indagine prescelto consiste nella comparazione di due esperienze, quella italiana e quella spagnola, omogenee sul piano teorico e cioé accomunate dall'utilizzo del medesimo linguaggio é ma attualmente caratterizzate e quantomeno nella materia in esame é da tendenze evolutive notevolmente differenti anche in ragione della diversa influenza esercitata nei loro confronti dalla dogmatica tedesca. Oltre che sul dibattito teorico sviluppatosi in questa due aree culturali, lo studio si occupa dell'esperienza applicativa maturata in entrambi i Paesi nei settori della responsabilità medica e della prevenzione dei rischi professionali (della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro), contesti nei quali si fa particolarmente evidente l'attuale crisi del cd. modello nomologico, cioé del metodo di spiegazione causale d'impronta neopositivista e del criterio ricostruttivo delle norme cautelari fondati su leggi scientifiche. In entrambi i casi, in entrambe le dimensioni del giudizio sulla tipicità del fatto, l'offuscamento dell'immagine di scienza su cui venne edificata la teoria del reato colposo nel corso del Novecento ha già indotto il diritto penale contemporaneo a rivalutare il proprio peculiare approccio argomentativo e valutativo abbandonando lo schema inferenziale dimostrativo nomologico-deduttivo ed interrogandosi sul metodo attraverso cui definire i concreti margini del rischio consentito. E' in questa direzione, quella di una rinnovata riflessione sui limiti della libertà di azione di ciascuno nella vita di relazione di fronte alla minaccia della sanzione penale, che ci si muove nelle pagine del presente lavoroFile | Dimensione | Formato | |
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