Il lavoro si concentra sul tema della criminalità e del controllo sociale nella città di Torino di primo Ottocento. Essa inquadra un periodo cruciale e fino ad ora poco studiato della storia torinese, che parte con la transizione dal dominio napoleonico al reinsediamento sabaudo e si conclude negli anni precedenti la svolta unitaria. Grazie a un ampio scavo archivistico condotto su fondi italiani e francesi, la tesi affronta le trasformazioni della politica giudiziaria del Regno di Sardegna mettendo a fuoco, in una prima parte, continuità e discontinuità rispetto alle innovazioni istituzionali portate dai francesi nel settore della polizia: la rifondazione dell’ufficio del Vicariato urbano e la travagliata formazione di un corpo di polizia ‘moderno’ ispirato alla Gendarmerie francese (i Carabinieri Reali) fanno da sfondo ai primi anni della Restaurazione sabauda, nei quali si collocano anche i tentativi, poi abortiti, di svecchiamento della legislazione in materia giudiziaria. In una seconda parte sono esaminate le reggenze di Carlo Felice (1821-1831) e di Carlo Alberto (1831-1849), contraddistinte da una profonda riorganizzazione del settore della giustizia che incide sia sulla struttura normativa (l’emanazione di nuovi codici penali e di procedura) sia sulle modalità concrete della prassi giudiziaria. La crescita della popolazione innescata dalle trasformazioni economiche oltre che dall’arrivo di numerosi emigrati italiani ed esteri, spinge le magistrature sabaude a elaborare nuovi strumenti repressivi di fronte al pericolo delle «nuove classi pericolose». A questo tema, comune per altro a tutti gli stati ottocenteschi europei, è dedicata l’ultima parte del lavoro, che ricostruisce la politica giudiziaria sabauda post 1848 alla luce delle crescenti tensioni emerse fra i poteri istituzionali del regno. Una parte consistente del lavoro è poi esclusivamente dedicata all'analisi della criminalità torinese e delle sue evoluzioni nel periodo preso in esame che videro il capoluogo piemontese trasformarsi da una modesta capitale di un regno di seconda grandezza a centro politico della nuova compagine statale unitaria.
Criminalità , giustizia e ordine pubblico a Torino nella prima metà dell'Ottocento (1814-61) / Bosio, Andrea. - (2015), pp. 1-308.
Criminalità , giustizia e ordine pubblico a Torino nella prima metà dell'Ottocento (1814-61)
Bosio, Andrea
2015-01-01
Abstract
Il lavoro si concentra sul tema della criminalità e del controllo sociale nella città di Torino di primo Ottocento. Essa inquadra un periodo cruciale e fino ad ora poco studiato della storia torinese, che parte con la transizione dal dominio napoleonico al reinsediamento sabaudo e si conclude negli anni precedenti la svolta unitaria. Grazie a un ampio scavo archivistico condotto su fondi italiani e francesi, la tesi affronta le trasformazioni della politica giudiziaria del Regno di Sardegna mettendo a fuoco, in una prima parte, continuità e discontinuità rispetto alle innovazioni istituzionali portate dai francesi nel settore della polizia: la rifondazione dell’ufficio del Vicariato urbano e la travagliata formazione di un corpo di polizia ‘moderno’ ispirato alla Gendarmerie francese (i Carabinieri Reali) fanno da sfondo ai primi anni della Restaurazione sabauda, nei quali si collocano anche i tentativi, poi abortiti, di svecchiamento della legislazione in materia giudiziaria. In una seconda parte sono esaminate le reggenze di Carlo Felice (1821-1831) e di Carlo Alberto (1831-1849), contraddistinte da una profonda riorganizzazione del settore della giustizia che incide sia sulla struttura normativa (l’emanazione di nuovi codici penali e di procedura) sia sulle modalità concrete della prassi giudiziaria. La crescita della popolazione innescata dalle trasformazioni economiche oltre che dall’arrivo di numerosi emigrati italiani ed esteri, spinge le magistrature sabaude a elaborare nuovi strumenti repressivi di fronte al pericolo delle «nuove classi pericolose». A questo tema, comune per altro a tutti gli stati ottocenteschi europei, è dedicata l’ultima parte del lavoro, che ricostruisce la politica giudiziaria sabauda post 1848 alla luce delle crescenti tensioni emerse fra i poteri istituzionali del regno. Una parte consistente del lavoro è poi esclusivamente dedicata all'analisi della criminalità torinese e delle sue evoluzioni nel periodo preso in esame che videro il capoluogo piemontese trasformarsi da una modesta capitale di un regno di seconda grandezza a centro politico della nuova compagine statale unitaria.File | Dimensione | Formato | |
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