La tesi affronta una riflessione sul post-umano inteso come paradigma entro cui mappare il rapporto tra conoscenza, soggetti e tecnologie. Questo rapporto definisce quello che Karen Barad ha diversamente chiamato onto-epistemologia: l’inscindibilità tra le forme dell’essere e le forme del conoscere. All’interno di questo vasto tema ho articolato una saldatura tra gli Science and Technology Studies di ispirazione Actor- Network e la tecnoscienza femminista mettendone in evidenza differenze e similitudini. È in particolare con un concetto di Haraway che riassumo l’articolazione di questo rapporto: l’approccio femminista, al pari dell’ANT, persegue il “piacere di confondere i confini”, ma adotta altre strategie per rispondere anche alla “responsabilità della loro costruzione”. Il contributo apportato da questo scritto consiste nell’individuare una precisa genealogia del post-umano proprio in questa operazione “di costruzione dei confini”. Per questo scopo metto in relazione alcuni concetti interni al dibattito sulla tecnoscienza con le riflessioni condotte in ambito afro-americano, queer e post-coloniale sulla identity politics. In particolare, è nella teoria intersezionale (e nelle critiche alla teoria intersezionale) che è possibile identificare una strategia per formulare una teoria non rappresentazionista, relazionale e situata del nodo onto-epistemologico (o della relazione soggetti-conoscenza-tecnologie). Nell’incontro tra tecnoscienza femminista e (critica alle) teorie dell’intersezionalità, la genealogia del post-umano oggetto della presente tesi si qualifica per una precisa attenzione al metodo della diffrazione e a una più generale teoria dell’agencement (o dell’assemblaggio).
Conoscenza, Soggetti, Tecnologie: una genealogia del post-umano / Castiello, Restituta. - (2013), pp. 1-212.
Conoscenza, Soggetti, Tecnologie: una genealogia del post-umano
Castiello, Restituta
2013-01-01
Abstract
La tesi affronta una riflessione sul post-umano inteso come paradigma entro cui mappare il rapporto tra conoscenza, soggetti e tecnologie. Questo rapporto definisce quello che Karen Barad ha diversamente chiamato onto-epistemologia: l’inscindibilità tra le forme dell’essere e le forme del conoscere. All’interno di questo vasto tema ho articolato una saldatura tra gli Science and Technology Studies di ispirazione Actor- Network e la tecnoscienza femminista mettendone in evidenza differenze e similitudini. È in particolare con un concetto di Haraway che riassumo l’articolazione di questo rapporto: l’approccio femminista, al pari dell’ANT, persegue il “piacere di confondere i confini”, ma adotta altre strategie per rispondere anche alla “responsabilità della loro costruzione”. Il contributo apportato da questo scritto consiste nell’individuare una precisa genealogia del post-umano proprio in questa operazione “di costruzione dei confini”. Per questo scopo metto in relazione alcuni concetti interni al dibattito sulla tecnoscienza con le riflessioni condotte in ambito afro-americano, queer e post-coloniale sulla identity politics. In particolare, è nella teoria intersezionale (e nelle critiche alla teoria intersezionale) che è possibile identificare una strategia per formulare una teoria non rappresentazionista, relazionale e situata del nodo onto-epistemologico (o della relazione soggetti-conoscenza-tecnologie). Nell’incontro tra tecnoscienza femminista e (critica alle) teorie dell’intersezionalità, la genealogia del post-umano oggetto della presente tesi si qualifica per una precisa attenzione al metodo della diffrazione e a una più generale teoria dell’agencement (o dell’assemblaggio).File | Dimensione | Formato | |
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