La ricerca, dal carattere spiccatamente esegetico, muove dalla traduzione dei tituli 1-13 del libro XLIX dei Digesta. Il tema dell'appellatio, inteso come studio del rimedio di impugnazione di provvedimenti giurisdizionali, è stato oggetto di poco estesa attenzione da parte della dottrina. Il carattere frammentario delle fonti e la necessità di tracciare i contorni dell'istituto in una dinamica di formazione alluvionale dei processi extra ordinem ha perlopiù diretto gli studi della giusromanistica verso gli istituti del processo formulare; la maggior parte dei contributi della dottrina vertono pertanto su singoli aspetti degli istituti tipici della cognitio extra ordinem. Nonostante la relativa scarsezza e frammentarietà delle fonti a noi pervenute, l'istituto dell'appello, così come si delinea a partire dall'età augustea e che vede sempre più direttamente coinvolta la figura del principe nella funzione, propria o delegata, di giudice di gravame definitivo, porta con sé numerose problematiche, che emergono spiccatamente nel momento di applicazione giurisprudenziale, tutt'oggi al centro dell'attenzione degli studiosi delle materie processualistiche. Da un punto di vista metodologico la ricerca si propone di partire dal dato testuale delle fonti, compiendo una traduzione diretta di esse, per ricostruire e far emergere le problematiche che la prassi dell'istituto ha portato con sé nella dimensione applicativa. Parallelamente all'emersione dei nodi fondamentali, si vuole porre in luce la riflessione giurisprudenziale che intorno a quegli stessi problemi si forma e che tenta, secondo una tradizione ininterrotta nell'arco dello sviluppo del diritto romano, di avere sempre come proprio punto di riferimento la soluzione del caso concreto di volta in volta sottoposto al giurista, nel nostro caso spesso consigliere diretto del princeps. Si tenterà pertanto di fornire una trattazione dettagliata, analitica e puntuale dell'istituto dell'appello, tanto nei suoi aspetti procedurali, quanto nei principi di diritto che emergono dalla riflessione dei giuristi, offrendo in tal modo un quadro unitario e di sintesi, il quale andrà rivisitato idealmente alla luce dei contrasti e dei problemi esegetici che emergeranno al termine della ricerca. A conclusione della prima parte, si porranno in evidenza le soluzioni pacifiche all'interno della giurisprudenza che ha riflettuto su problematiche legate alle applicazioni pratiche delle impugnazioni, dando conto altresì dei problemi che, al contrario, risultano ancora dibattuti dalla dottrina e che costituiscono pertanto fonte di ius controversum. A tal fine, si darà sempre privilegio alle fonti tradotte rispetto alle soluzioni prospettate dalla dottrina, la quale verrà così sottoposta ad un esame critico alla luce dell'esegesi compiuta. Il lavoro seguirà pertanto un iter di continuo confronto tra le soluzioni e le questioni emergenti dall'analisi dei Digesta, intendendoli come luogo di reperimento del ius controversum, e l’importanza di tali soluzioni alla luce della loro collocazione originaria, ricercata attraverso un’analisi di tipo palingenetico, cui è dedicata la prima parte del lavoro, per verificare se si sia persa o meno la problematicità e la complessità delle questioni a vantaggio della funzione di sintesi cui è votata l'opera giustinianea, fornendo pertanto le linee di una ricostruzione tanto diacronica quanto sincronica dei testi.

Studi esegetici intorno ai titoli I-XIII del libro XLIX del Digesto: profili problematici e soluzioni giurisprudenziali in tema di 'appellatio' / Chini, Fabrizio. - (2012), pp. 1-174.

Studi esegetici intorno ai titoli I-XIII del libro XLIX del Digesto: profili problematici e soluzioni giurisprudenziali in tema di 'appellatio'

Chini, Fabrizio
2012-01-01

Abstract

La ricerca, dal carattere spiccatamente esegetico, muove dalla traduzione dei tituli 1-13 del libro XLIX dei Digesta. Il tema dell'appellatio, inteso come studio del rimedio di impugnazione di provvedimenti giurisdizionali, è stato oggetto di poco estesa attenzione da parte della dottrina. Il carattere frammentario delle fonti e la necessità di tracciare i contorni dell'istituto in una dinamica di formazione alluvionale dei processi extra ordinem ha perlopiù diretto gli studi della giusromanistica verso gli istituti del processo formulare; la maggior parte dei contributi della dottrina vertono pertanto su singoli aspetti degli istituti tipici della cognitio extra ordinem. Nonostante la relativa scarsezza e frammentarietà delle fonti a noi pervenute, l'istituto dell'appello, così come si delinea a partire dall'età augustea e che vede sempre più direttamente coinvolta la figura del principe nella funzione, propria o delegata, di giudice di gravame definitivo, porta con sé numerose problematiche, che emergono spiccatamente nel momento di applicazione giurisprudenziale, tutt'oggi al centro dell'attenzione degli studiosi delle materie processualistiche. Da un punto di vista metodologico la ricerca si propone di partire dal dato testuale delle fonti, compiendo una traduzione diretta di esse, per ricostruire e far emergere le problematiche che la prassi dell'istituto ha portato con sé nella dimensione applicativa. Parallelamente all'emersione dei nodi fondamentali, si vuole porre in luce la riflessione giurisprudenziale che intorno a quegli stessi problemi si forma e che tenta, secondo una tradizione ininterrotta nell'arco dello sviluppo del diritto romano, di avere sempre come proprio punto di riferimento la soluzione del caso concreto di volta in volta sottoposto al giurista, nel nostro caso spesso consigliere diretto del princeps. Si tenterà pertanto di fornire una trattazione dettagliata, analitica e puntuale dell'istituto dell'appello, tanto nei suoi aspetti procedurali, quanto nei principi di diritto che emergono dalla riflessione dei giuristi, offrendo in tal modo un quadro unitario e di sintesi, il quale andrà rivisitato idealmente alla luce dei contrasti e dei problemi esegetici che emergeranno al termine della ricerca. A conclusione della prima parte, si porranno in evidenza le soluzioni pacifiche all'interno della giurisprudenza che ha riflettuto su problematiche legate alle applicazioni pratiche delle impugnazioni, dando conto altresì dei problemi che, al contrario, risultano ancora dibattuti dalla dottrina e che costituiscono pertanto fonte di ius controversum. A tal fine, si darà sempre privilegio alle fonti tradotte rispetto alle soluzioni prospettate dalla dottrina, la quale verrà così sottoposta ad un esame critico alla luce dell'esegesi compiuta. Il lavoro seguirà pertanto un iter di continuo confronto tra le soluzioni e le questioni emergenti dall'analisi dei Digesta, intendendoli come luogo di reperimento del ius controversum, e l’importanza di tali soluzioni alla luce della loro collocazione originaria, ricercata attraverso un’analisi di tipo palingenetico, cui è dedicata la prima parte del lavoro, per verificare se si sia persa o meno la problematicità e la complessità delle questioni a vantaggio della funzione di sintesi cui è votata l'opera giustinianea, fornendo pertanto le linee di una ricostruzione tanto diacronica quanto sincronica dei testi.
2012
XXIII
2011-2012
Scienze Giuridiche (cess.4/11/12)
Comparative and European Legal Studies
Miglietta, Massimo
no
Italiano
Settore IUS/18 - Diritto Romano e Diritti dell'Antichita'
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