La Firenze di fine Ottocento è un vivacissimo centro culturale in cui convogliano intellettuali, artisti e studiosi provenienti da tutta Europa, in particolare inglesi, ma anche dall’America. Nasce in questo contesto il “mito del Rinascimento”, alimentato soprattutto dalla pubblicazione del Rinascimento (1873) di Walter Pater: personalità quali Berenson, Horne, Vernon Lee, Aby Warburg, vivono nel capoluogo toscano nel periodo in cui anche d’Annunzio soggiorna alla Capponcina, e con lui condividono un’autentica passione per Botticelli e per gli altri maestri rinascimentali nella cui opera si attua un tentativo di riconciliazione tra il cristianesimo e gli dèi dell’antica Grecia. Aby Warburg, partendo proprio dalla Nascita di Venere e dalla Primavera di Botticelli, e passando poi attraverso la Ninfa del Ghirlandaio della Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, concentra i suoi studi su “Ninfa fiorentina”, figura in cui vede la Nike classica/ Vittoria romana tornata in vita nelle strade della Firenze rinascimentale. Si tratta dell’immagine di una fanciulla i cui capelli e i cui abiti leggeri(gli "elementi patetici") appaiono movimentati da una brise imaginaire; il suo aspetto è leggiadro, slanciato, il suo passo sembra accennare una danza. Eppure quanto più in lei colpisce e destabilizza è l’ambiguità profonda del suo essere, un’ambiguità che riguarda sia gli aspetti interiori come i tratti fisici: in questo senso anche il concetto di femminile diventa border line confondendosi con quello di androgino, in una commistione di aspetti che anche le figure femminili dannunziane esibiscono come carattere distintivo. Attraversando poesia, teatro, e soffermandosi in particolare sui romanzi, la presente tesi compie un’approfondita indagine sulla natura conservatrice e trasformista della Ninfa dannunziana.
Un'imprecisione simile al sogno": La Ninfa nell'opera di Gabriele d'Annunzio e nella cultura del suo tempo" / Brugnara, Gabriella. - (2010), pp. 1-467.
Un'imprecisione simile al sogno": La Ninfa nell'opera di Gabriele d'Annunzio e nella cultura del suo tempo"
Brugnara, Gabriella
2010-01-01
Abstract
La Firenze di fine Ottocento è un vivacissimo centro culturale in cui convogliano intellettuali, artisti e studiosi provenienti da tutta Europa, in particolare inglesi, ma anche dall’America. Nasce in questo contesto il “mito del Rinascimento”, alimentato soprattutto dalla pubblicazione del Rinascimento (1873) di Walter Pater: personalità quali Berenson, Horne, Vernon Lee, Aby Warburg, vivono nel capoluogo toscano nel periodo in cui anche d’Annunzio soggiorna alla Capponcina, e con lui condividono un’autentica passione per Botticelli e per gli altri maestri rinascimentali nella cui opera si attua un tentativo di riconciliazione tra il cristianesimo e gli dèi dell’antica Grecia. Aby Warburg, partendo proprio dalla Nascita di Venere e dalla Primavera di Botticelli, e passando poi attraverso la Ninfa del Ghirlandaio della Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella, concentra i suoi studi su “Ninfa fiorentina”, figura in cui vede la Nike classica/ Vittoria romana tornata in vita nelle strade della Firenze rinascimentale. Si tratta dell’immagine di una fanciulla i cui capelli e i cui abiti leggeri(gli "elementi patetici") appaiono movimentati da una brise imaginaire; il suo aspetto è leggiadro, slanciato, il suo passo sembra accennare una danza. Eppure quanto più in lei colpisce e destabilizza è l’ambiguità profonda del suo essere, un’ambiguità che riguarda sia gli aspetti interiori come i tratti fisici: in questo senso anche il concetto di femminile diventa border line confondendosi con quello di androgino, in una commistione di aspetti che anche le figure femminili dannunziane esibiscono come carattere distintivo. Attraversando poesia, teatro, e soffermandosi in particolare sui romanzi, la presente tesi compie un’approfondita indagine sulla natura conservatrice e trasformista della Ninfa dannunziana.File | Dimensione | Formato | |
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