L’obiettivo di questa ricerca è provare ad analizzare l’evoluzione dell’apparato del Ministero della Cultura Popolare sia nei suoi aspetti amministrativi e sia nei suoi compiti propri della propaganda all’interno di un arco temporale compreso tra la dichiarazione di «non belligeranza» fino all’insuccesso dell’invasione greca. In questa tesi vengono presi in considerazioni molteplici aspetti che hanno influito sulla politica propagandistica del MinCulPop: l’immaginario costruito artificiosamente per gli italiani, gli aspetti burocratici, il peso della guerra sulle attività e sulle risorse del dicastero per dare un quadro di questi diciannove mesi della propaganda fascista. Questioni chiave come i mutamenti nella struttura del Ministero, i contrasti amministrativi con autorità civili e militari, l’accentramento di competenze differenti e l’assorbimento di Enti e Istituti sono trattati in maniera complementare ad altre tematiche come i mezzi e le tematiche affrontate dalla propaganda fascista in Italia e all’estero, tutti aspetti che possono fornire una chiave di lettura dell’evoluzione dell’opera del Ministero della Cultura Popolare. L’analisi non vuole soffermarsi quindi all’elencazione delle veline o degli ordini alla stampa, opera per di più egregiamente svolta in passato da Nicola Tranfaglia, ma dare una visione di insieme della macchina propagandistica italiana nel tempestoso periodo che ha preceduto l’ingresso nel secondo conflitto mondiale dell’Italia e il primo impatto con la guerra, guerra divenuta reale e non più solamente giornalistica. A causa del breve arco temporale da me trattato una suddivisione in aree tematiche piuttosto che cronologica appare più adatta per mettere in rilievo i risultati della ricerca. Nonostante l’esame dell’indice possa dare già ad un primo sguardo l’idea generale dei contenuti dell’opera, alcuni macro-temi meritano un’introduzione più approfondita. Il primo capitolo prova ad analizzare alcune caratteristiche sulle disposizioni provenienti dal ministro e dal suo Gabinetto per dirigere il lavoro della stampa finalizzato a costruire un quadro fittizio delle politiche del Regime come quella autarchica, per descrivere il conflitto europeo e soprattutto per creare un’immagine dei contendenti che potesse influenzare l’opinione pubblica secondo la convenienza del momento. Quindi la distinzione di tre momenti che hanno visto la mutazione delle disposizioni secondo uno schema di reazione a stimoli esterni e di un continuo adattamento ai mutamenti politici e militari in atto. Un accenno a questa suddivisione era già stato fatto da Arnold Vincent in “The Illusion of Victory: Fascist Propaganda and the Second World War”, in queste pagine si proverà a contestualizzare questa scansione temporale soffermandosi sugli argomenti chiave che individuano nella «non belligeranza, nella preparazione all’ingresso in guerra e nel periodo di belligeranza i tre momenti evolutivi della propaganda. Nel secondo capitolo ci si concentrerà sulla struttura del Ministero della Cultura Popolare e il processo che prova ad integrare fasce sempre più ampie di popolazione all’interno delle sue attività e di accentrare nella sua amministrazione il maggiori numero di organi che possano coadiuvare questo lavoro. Sono riportati i tentativi per coinvolgere i centri rurali e le inevitabili frizioni scaturite con altri centri di potere da questa operazione, inoltre non verrà trascurata l’analisi dei mezzi più moderni che la propaganda dell’epoca aveva a disposizione quali la radio e il cinema. Nell’ultima parte della tesi invece il focus sarà indirizzato sull’espansione all’estero delle attività del MinCulPop e sull’impatto che la guerra e l’alleanza con la Germania hanno determinato nei successi e negli insuccessi del dicastero di Pavolini. All’interno di queste considerazioni si prova a far luce sullo stato dei rapporti con le Forze Armate e sulle eventuali esperienze di collaborazione senza tralasciare i limiti dell’azione propagandistica del fascismo oltre i confini nazionali. Infine delle necessarie riflessioni saranno portate avanti sul peso dell’apparato propagandistico di Berlino all’interno della vita dell’Asse, in bilico tra un potente alleato e un concorrente scomodo.

Tra Guerra e Pace. Il Ministero della Cultura Popolare dalla <> alla disfatta in Grecia / Novellino, Fabrizio. - (2016), pp. 1-224.

Tra Guerra e Pace. Il Ministero della Cultura Popolare dalla <> alla disfatta in Grecia

Novellino, Fabrizio
2016-01-01

Abstract

L’obiettivo di questa ricerca è provare ad analizzare l’evoluzione dell’apparato del Ministero della Cultura Popolare sia nei suoi aspetti amministrativi e sia nei suoi compiti propri della propaganda all’interno di un arco temporale compreso tra la dichiarazione di «non belligeranza» fino all’insuccesso dell’invasione greca. In questa tesi vengono presi in considerazioni molteplici aspetti che hanno influito sulla politica propagandistica del MinCulPop: l’immaginario costruito artificiosamente per gli italiani, gli aspetti burocratici, il peso della guerra sulle attività e sulle risorse del dicastero per dare un quadro di questi diciannove mesi della propaganda fascista. Questioni chiave come i mutamenti nella struttura del Ministero, i contrasti amministrativi con autorità civili e militari, l’accentramento di competenze differenti e l’assorbimento di Enti e Istituti sono trattati in maniera complementare ad altre tematiche come i mezzi e le tematiche affrontate dalla propaganda fascista in Italia e all’estero, tutti aspetti che possono fornire una chiave di lettura dell’evoluzione dell’opera del Ministero della Cultura Popolare. L’analisi non vuole soffermarsi quindi all’elencazione delle veline o degli ordini alla stampa, opera per di più egregiamente svolta in passato da Nicola Tranfaglia, ma dare una visione di insieme della macchina propagandistica italiana nel tempestoso periodo che ha preceduto l’ingresso nel secondo conflitto mondiale dell’Italia e il primo impatto con la guerra, guerra divenuta reale e non più solamente giornalistica. A causa del breve arco temporale da me trattato una suddivisione in aree tematiche piuttosto che cronologica appare più adatta per mettere in rilievo i risultati della ricerca. Nonostante l’esame dell’indice possa dare già ad un primo sguardo l’idea generale dei contenuti dell’opera, alcuni macro-temi meritano un’introduzione più approfondita. Il primo capitolo prova ad analizzare alcune caratteristiche sulle disposizioni provenienti dal ministro e dal suo Gabinetto per dirigere il lavoro della stampa finalizzato a costruire un quadro fittizio delle politiche del Regime come quella autarchica, per descrivere il conflitto europeo e soprattutto per creare un’immagine dei contendenti che potesse influenzare l’opinione pubblica secondo la convenienza del momento. Quindi la distinzione di tre momenti che hanno visto la mutazione delle disposizioni secondo uno schema di reazione a stimoli esterni e di un continuo adattamento ai mutamenti politici e militari in atto. Un accenno a questa suddivisione era già stato fatto da Arnold Vincent in “The Illusion of Victory: Fascist Propaganda and the Second World War”, in queste pagine si proverà a contestualizzare questa scansione temporale soffermandosi sugli argomenti chiave che individuano nella «non belligeranza, nella preparazione all’ingresso in guerra e nel periodo di belligeranza i tre momenti evolutivi della propaganda. Nel secondo capitolo ci si concentrerà sulla struttura del Ministero della Cultura Popolare e il processo che prova ad integrare fasce sempre più ampie di popolazione all’interno delle sue attività e di accentrare nella sua amministrazione il maggiori numero di organi che possano coadiuvare questo lavoro. Sono riportati i tentativi per coinvolgere i centri rurali e le inevitabili frizioni scaturite con altri centri di potere da questa operazione, inoltre non verrà trascurata l’analisi dei mezzi più moderni che la propaganda dell’epoca aveva a disposizione quali la radio e il cinema. Nell’ultima parte della tesi invece il focus sarà indirizzato sull’espansione all’estero delle attività del MinCulPop e sull’impatto che la guerra e l’alleanza con la Germania hanno determinato nei successi e negli insuccessi del dicastero di Pavolini. All’interno di queste considerazioni si prova a far luce sullo stato dei rapporti con le Forze Armate e sulle eventuali esperienze di collaborazione senza tralasciare i limiti dell’azione propagandistica del fascismo oltre i confini nazionali. Infine delle necessarie riflessioni saranno portate avanti sul peso dell’apparato propagandistico di Berlino all’interno della vita dell’Asse, in bilico tra un potente alleato e un concorrente scomodo.
2016
XXVII
2015-2016
Lettere e filosofia (29/10/12-)
Humanities
Corni, Gustavo
Lorenzini, Sara
no
Italiano
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