La migrazione è un processo di cambiamento socio-economico, ma anche socio-culturale. Numerosi studi hanno messo in evidenza le modalità attraverso le quali concezioni culturali e pratiche sociali pre-migratorie persistono nei paesi di destinazione. A questo scopo è stata condotta una lunga osservazione etnografica su un flusso migratorio consolidatosi nell’ultimo decennio tra la Moldavia e un’area di insediamento dell’Italia settentrionale, focalizzandosi sull’uso e il significato della danza tradizionale nel nuovo contesto. Lo studio etnografico multi-situato presentato è partito dall’ipotesi che nel cambiamento dal Paese d’origine a quello di destinazione anche ciò che appare come pervicace mantenimento delle «tradizioni» sia attraversato da processi di adattamento, innovazione e creatività. Si è voluto pertanto scandagliare il peso dell’innovazione e della creatività nella «riproduzione» culturale in emigrazione. Dopo aver chiarito in quali situazioni, con quali modalità e con quale attribuzione di significati si danza nel Paese d’origine, vengono descritti i contesti e i luoghi in cui i migranti danzano, e analizzate similitudini e differenze tra la pratica in emigrazione e quella nel Paese d’origine. Viene poi affrontato il tema della costruzione e attribuzione di significato alla danza nel contesto di destinazione, e il processo attraverso il quale essa diventa un atto identitario. L’analisi si sofferma anche sui canali e sui processi di trasmissione della danza in emigrazione, mettendo di volta in volta in evidenza gli elementi che la differenziano da quella che ha luogo in Moldavia. Vengono approfondite le caratteristiche dell’infrastruttura organizzativa che nasce nel contesto di destinazione per garantire il mantenimento della pratica della danza e la sua fruizione anche al di fuori del contesto familiare, considerando sia l’impianto organizzativo che emerge dal rapporto tra migranti e istituzioni locali sia l’infrastruttura nata per rispondere alla richiesta di intrattenimento espressa dalla comunità moldava in emigrazione. Oltre a mettere in luce gli elementi che differenziano questi meccanismi organizzativi da quelli utilizzati nel Paese d’origine, si descriveranno i contatti transnazionali richiesti dal funzionamento dell’infrastruttura deputata al mantenimento della danza. Infine, viene discusso il valore della pratica della danza come strumento di rappresentazione dei migranti moldavi all’estero e di rappresentanza nel momento in cui subentrano delle forme di riconoscimento istituzionale.
Dove ballano i moldavi la terra geme: etnografia su una pratica culturale in emigrazione / Piovesan, Serena. - (2012), pp. 1-244.
Dove ballano i moldavi la terra geme: etnografia su una pratica culturale in emigrazione
Piovesan, Serena
2012-01-01
Abstract
La migrazione è un processo di cambiamento socio-economico, ma anche socio-culturale. Numerosi studi hanno messo in evidenza le modalità attraverso le quali concezioni culturali e pratiche sociali pre-migratorie persistono nei paesi di destinazione. A questo scopo è stata condotta una lunga osservazione etnografica su un flusso migratorio consolidatosi nell’ultimo decennio tra la Moldavia e un’area di insediamento dell’Italia settentrionale, focalizzandosi sull’uso e il significato della danza tradizionale nel nuovo contesto. Lo studio etnografico multi-situato presentato è partito dall’ipotesi che nel cambiamento dal Paese d’origine a quello di destinazione anche ciò che appare come pervicace mantenimento delle «tradizioni» sia attraversato da processi di adattamento, innovazione e creatività. Si è voluto pertanto scandagliare il peso dell’innovazione e della creatività nella «riproduzione» culturale in emigrazione. Dopo aver chiarito in quali situazioni, con quali modalità e con quale attribuzione di significati si danza nel Paese d’origine, vengono descritti i contesti e i luoghi in cui i migranti danzano, e analizzate similitudini e differenze tra la pratica in emigrazione e quella nel Paese d’origine. Viene poi affrontato il tema della costruzione e attribuzione di significato alla danza nel contesto di destinazione, e il processo attraverso il quale essa diventa un atto identitario. L’analisi si sofferma anche sui canali e sui processi di trasmissione della danza in emigrazione, mettendo di volta in volta in evidenza gli elementi che la differenziano da quella che ha luogo in Moldavia. Vengono approfondite le caratteristiche dell’infrastruttura organizzativa che nasce nel contesto di destinazione per garantire il mantenimento della pratica della danza e la sua fruizione anche al di fuori del contesto familiare, considerando sia l’impianto organizzativo che emerge dal rapporto tra migranti e istituzioni locali sia l’infrastruttura nata per rispondere alla richiesta di intrattenimento espressa dalla comunità moldava in emigrazione. Oltre a mettere in luce gli elementi che differenziano questi meccanismi organizzativi da quelli utilizzati nel Paese d’origine, si descriveranno i contatti transnazionali richiesti dal funzionamento dell’infrastruttura deputata al mantenimento della danza. Infine, viene discusso il valore della pratica della danza come strumento di rappresentazione dei migranti moldavi all’estero e di rappresentanza nel momento in cui subentrano delle forme di riconoscimento istituzionale.File | Dimensione | Formato | |
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