La tesi analizza l’impatto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) sulla disciplina delle tutele giurisdizionali avverso i provvedimenti amministrativi, adottando come caso di studio quello dei provvedimenti in materia di immigrazione (ingresso, soggiorno ed espulsione). La tesi osserva come la giurisprudenza della Corte EDU abbia elaborato importanti standard di tutela processuale in materia di immigrazione e rileva come in altri ordinamenti Europei (Francia, Belgio e Regno Unito) tali principi abbiano esercitato un’influenza maggiore che in Italia sulla disciplina della materia. Ciò, sia per effetto di alcune importanti sentenze di condanna della Corte EDU a carico di tali Stati (che hanno influenzato soprattutto l’attività dei legislatori nazionali), sia in conseguenza dell’applicazione diretta dei principi CEDU da parte degli operatori nazionali (in particolare i giudici). Nell’ordinamento italiano, invece, l’interpretazione dei principi costituzionali di effettività della tutela sono stati meno decisivi e la CEDU stessa ha esercitato un’influenza meno diretta sui profili processuali della materia. La tesi afferma che, attraverso la clausola di adeguamento alla CEDU fornita dall’art. 117 Cost., sarebbe possibile richiamare gli standard elaborati dalla Corte di Strasburgo in funzione integratrice rispetto ai parametri nazionali. In particolare sarebbe possibile formulare un principio costituzional-convenzionale di effettività della tutela fondato sul combinato disposto tra art. 24 Cost. e art. 13 CEDU, applicabile sia dai giudici comuni (attraverso il meccanismo dell’interpretazione adeguatrice del diritto nazionale), sia dal giudice costituzionale (al fine di esercitare un sindacato più penetrante sulla discrezionalità del legislatore in tema di garanzie processuali dello straniero). Sulla base di questo principio, si individuano i profili più problematici che l’ordinamento italiano presenta e si formulano alcune proposte, alla luce della giurisprudenza della Corte EDU e dell’analisi comparatistica, al fine di adeguare i relativi istituti ai parametri della CEDU. Si osserva inoltre come alcune sentenze della Corte Costituzionale e di alcuni giudici comuni operino già delle aperture, in questa materia, ai principi sostanziali della Convenzione. Pertanto, l’adeguamento agli standard processuali costituirebbe un intervento coerente con tali tendenze, anche al fine di assicure l’effettività stessa dei relativi risultati.

La tutela giurisdizionale avverso i provvedimenti in materia di immigrazione e i principi della CEDU / Mitzman, Elena. - (2014), pp. 1-330.

La tutela giurisdizionale avverso i provvedimenti in materia di immigrazione e i principi della CEDU

Mitzman, Elena
2014-01-01

Abstract

La tesi analizza l’impatto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) sulla disciplina delle tutele giurisdizionali avverso i provvedimenti amministrativi, adottando come caso di studio quello dei provvedimenti in materia di immigrazione (ingresso, soggiorno ed espulsione). La tesi osserva come la giurisprudenza della Corte EDU abbia elaborato importanti standard di tutela processuale in materia di immigrazione e rileva come in altri ordinamenti Europei (Francia, Belgio e Regno Unito) tali principi abbiano esercitato un’influenza maggiore che in Italia sulla disciplina della materia. Ciò, sia per effetto di alcune importanti sentenze di condanna della Corte EDU a carico di tali Stati (che hanno influenzato soprattutto l’attività dei legislatori nazionali), sia in conseguenza dell’applicazione diretta dei principi CEDU da parte degli operatori nazionali (in particolare i giudici). Nell’ordinamento italiano, invece, l’interpretazione dei principi costituzionali di effettività della tutela sono stati meno decisivi e la CEDU stessa ha esercitato un’influenza meno diretta sui profili processuali della materia. La tesi afferma che, attraverso la clausola di adeguamento alla CEDU fornita dall’art. 117 Cost., sarebbe possibile richiamare gli standard elaborati dalla Corte di Strasburgo in funzione integratrice rispetto ai parametri nazionali. In particolare sarebbe possibile formulare un principio costituzional-convenzionale di effettività della tutela fondato sul combinato disposto tra art. 24 Cost. e art. 13 CEDU, applicabile sia dai giudici comuni (attraverso il meccanismo dell’interpretazione adeguatrice del diritto nazionale), sia dal giudice costituzionale (al fine di esercitare un sindacato più penetrante sulla discrezionalità del legislatore in tema di garanzie processuali dello straniero). Sulla base di questo principio, si individuano i profili più problematici che l’ordinamento italiano presenta e si formulano alcune proposte, alla luce della giurisprudenza della Corte EDU e dell’analisi comparatistica, al fine di adeguare i relativi istituti ai parametri della CEDU. Si osserva inoltre come alcune sentenze della Corte Costituzionale e di alcuni giudici comuni operino già delle aperture, in questa materia, ai principi sostanziali della Convenzione. Pertanto, l’adeguamento agli standard processuali costituirebbe un intervento coerente con tali tendenze, anche al fine di assicure l’effettività stessa dei relativi risultati.
2014
XXV
2013-2014
Facoltà di Giurisprudenza (29/10/12-)
Comparative and European Legal Studies
Falcon, Giandomenico
no
Italiano
Settore IUS/10 - Diritto Amministrativo
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Tipologia: Tesi di dottorato (Doctoral Thesis)
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