Il 22 dicembre 2015 veniva approvata la legge n. 221 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. L’articolo 67 ha istituito il“Comitato per il Capitale Naturale” disponendo l’invio, entro il 28 febbraio di ogni anno, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze un rapporto contenente informazioni sullo Stato del Capitale Naturale, corredato di informazioni e dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie, seguendo le metodologie definite dall’ONU e dall’UE, nonché di valutazioni ex-ante ed ex-post degli effetti delle politiche pubbliche sul Capitale Naturale e sui Servizi Ecosistemici. Inoltre, il Comitato promuove l’adozione, da parte degli enti locali, di sistemi di contabilità ambientale e la predisposizione, da parte dei medesimi enti, di appositi bilanci ambientali, finalizzati al monitoraggio e alla rendicontazione dell’attuazione, dell’efficacia e dell’efficienza delle politiche e delle azioni svolte dall’ente per la tutela dell’ambiente, nonché dello stato dell’ambiente e del Capitale Naturale. L’articolo 67, dunque, risponde all’esigenza di integrare i sistemi di contabilità economica nazionali con dati sul valore degli asset naturali ed informazioni sul loro contributo alla ricchezza del paese e al benessere umano. Lo sviluppo di regole di contabilità economico-ambientale condivise pone grandi sfide di ricerca e ridefinizione degli aspetti metodologici concernenti il concetto stesso di attribuzione di un valore economico al ruolo rivestito dalla Natura nella formazione del nostro “benessere”. La misurazione di tale valore e la stima dell’impatto che le decisioni private e pubbliche hanno su di esso sono complesse e coinvolgono valutazioni multidisciplinari. La sfida è anche sociale e politica in quanto accettare tale valore significa, poi, modificare concretamente le scelte individuali e collettive a favore di uno sviluppo sostenibile che preservi la capacità dello stock di Capitale Naturale di beneficiare anche le future generazioni. Questo articolo riprende parte dei concetti elaborati nel Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale [1] e a quella sede si rimanda per maggiori dettagli.
Il Capitale Naturale Italiano: un contributo fondamentale alla ricchezza economica e al benessere del Paese / Pallante, Giacomo; Ravazzi Douvan, Aldo. - In: ENERGIA, AMBIENTE E INNOVAZIONE. - ISSN 1124-0016. - 2018:1(2018), pp. 80-85. [10.12910/EAI2018-013]
Il Capitale Naturale Italiano: un contributo fondamentale alla ricchezza economica e al benessere del Paese
Pallante, Giacomo;
2018-01-01
Abstract
Il 22 dicembre 2015 veniva approvata la legge n. 221 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”. L’articolo 67 ha istituito il“Comitato per il Capitale Naturale” disponendo l’invio, entro il 28 febbraio di ogni anno, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’economia e delle finanze un rapporto contenente informazioni sullo Stato del Capitale Naturale, corredato di informazioni e dati ambientali espressi in unità fisiche e monetarie, seguendo le metodologie definite dall’ONU e dall’UE, nonché di valutazioni ex-ante ed ex-post degli effetti delle politiche pubbliche sul Capitale Naturale e sui Servizi Ecosistemici. Inoltre, il Comitato promuove l’adozione, da parte degli enti locali, di sistemi di contabilità ambientale e la predisposizione, da parte dei medesimi enti, di appositi bilanci ambientali, finalizzati al monitoraggio e alla rendicontazione dell’attuazione, dell’efficacia e dell’efficienza delle politiche e delle azioni svolte dall’ente per la tutela dell’ambiente, nonché dello stato dell’ambiente e del Capitale Naturale. L’articolo 67, dunque, risponde all’esigenza di integrare i sistemi di contabilità economica nazionali con dati sul valore degli asset naturali ed informazioni sul loro contributo alla ricchezza del paese e al benessere umano. Lo sviluppo di regole di contabilità economico-ambientale condivise pone grandi sfide di ricerca e ridefinizione degli aspetti metodologici concernenti il concetto stesso di attribuzione di un valore economico al ruolo rivestito dalla Natura nella formazione del nostro “benessere”. La misurazione di tale valore e la stima dell’impatto che le decisioni private e pubbliche hanno su di esso sono complesse e coinvolgono valutazioni multidisciplinari. La sfida è anche sociale e politica in quanto accettare tale valore significa, poi, modificare concretamente le scelte individuali e collettive a favore di uno sviluppo sostenibile che preservi la capacità dello stock di Capitale Naturale di beneficiare anche le future generazioni. Questo articolo riprende parte dei concetti elaborati nel Primo Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale [1] e a quella sede si rimanda per maggiori dettagli.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
16 - Il Capitale Naturale Italiano-un contributo fondamentale alla ricchezza economica e al benessere del Paese - €conomie.pdf
accesso aperto
Tipologia:
Versione editoriale (Publisher’s layout)
Licenza:
Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione
460.22 kB
Formato
Adobe PDF
|
460.22 kB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione