La sentenza di Cassazione n.7949/2013 ribadisce nuovamente come l’ineleggibilità originaria prevista nel T.U.E.L. sia soggetta a strettissima interpretazione data la natura del bene giuridico considerato, ossia il diritto fondamentale all’elettorato passivo. In particolare, il caso in esame fornisce una lettura sistematica dell’art. 51, comma secondo del d.lgs.267/2000, provvedendo ad integrare una già consolidata giurisprudenza di legittimità che ha in questi anni delineato il limite posto all’eleggibilità nell’ente locale. La Cassazione, seguendo il parametro della «medesimità», ha dunque identificato l’unico criterio capace di rispettare il principio di ragionevolezza e proporzionalità in relazione ad un meccanismo legislativo che affievolisce il diritto all’elettorato passivo.
La sentenza n.7949/13 e l’articolo 51, comma 2 del d.lgs. 18/8/2000 n.267. Interpretazione conforme di una limitazione al diritto all’elettorato passivo
Di Bari, Michele
2013-01-01
Abstract
La sentenza di Cassazione n.7949/2013 ribadisce nuovamente come l’ineleggibilità originaria prevista nel T.U.E.L. sia soggetta a strettissima interpretazione data la natura del bene giuridico considerato, ossia il diritto fondamentale all’elettorato passivo. In particolare, il caso in esame fornisce una lettura sistematica dell’art. 51, comma secondo del d.lgs.267/2000, provvedendo ad integrare una già consolidata giurisprudenza di legittimità che ha in questi anni delineato il limite posto all’eleggibilità nell’ente locale. La Cassazione, seguendo il parametro della «medesimità», ha dunque identificato l’unico criterio capace di rispettare il principio di ragionevolezza e proporzionalità in relazione ad un meccanismo legislativo che affievolisce il diritto all’elettorato passivo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione