La ricezione della morale aristotelica nella Toscana della seconda metà del Duecento si verificò, nonostante fossero disponibili le versioni greco-latine dell’Ethica Nicomachea, attraverso la versione arabo-latina di un’epitome di origine alessandrina, nota come Summa Alexandrinorum. Ultimata da Ermanno il Tedesco nel 1244 e rivista da Engelbert von Admont intorno al 1300, questa versione offriva una sintesi ben riuscita del testo aristotelico, sfrondato dei passi più difficili, e adatta ad un pubblico colto ma senza particolari esigenze di penetrazione nelle sottigliezze filosofiche dell’originale aristotelico. Tradotta in volgare italiano da Taddeo Alderotti e in francese da Brunetto Latini, la Summa diventa il manuale etico del tempo in Italia e in Francia. I due traduttori perseguono fini diversi: l’Alderotti tenta di creare una lingua volgare filosofica concettualmente esatta, mentre il Latini, sebbene abbia utilizzato la versione alderottiana, foggia un volgare più plastico e generico nella resa dei concetti. Per questa ragione, nonostante entrambi gli autori si prefiggano un intento divulgativo, la versione del Latini avrà maggiore successo e la sua fruizione sarà più precettistica che filosofica. Negli stessi anni, anche Guittone d’Arezzo nelle sue Lettere utilizza, attingendo direttamente al testo latino, la Summa Alexandrinorum non per divulgarne i contenuti, bensì per trarne quei temi-chiave che si armonizzano con il suo programma di direzione spirituale.
I volgarizzamenti duecenteschi della Summa Alexandrinorum / Zavattero, Irene. - In: FREIBURGER ZEITSCHRIFT FÜR PHILOSOPHIE UND THEOLOGIE. - ISSN 0016-0725. - 59:2(2012), pp. 333-359.
I volgarizzamenti duecenteschi della Summa Alexandrinorum
Zavattero, Irene
2012-01-01
Abstract
La ricezione della morale aristotelica nella Toscana della seconda metà del Duecento si verificò, nonostante fossero disponibili le versioni greco-latine dell’Ethica Nicomachea, attraverso la versione arabo-latina di un’epitome di origine alessandrina, nota come Summa Alexandrinorum. Ultimata da Ermanno il Tedesco nel 1244 e rivista da Engelbert von Admont intorno al 1300, questa versione offriva una sintesi ben riuscita del testo aristotelico, sfrondato dei passi più difficili, e adatta ad un pubblico colto ma senza particolari esigenze di penetrazione nelle sottigliezze filosofiche dell’originale aristotelico. Tradotta in volgare italiano da Taddeo Alderotti e in francese da Brunetto Latini, la Summa diventa il manuale etico del tempo in Italia e in Francia. I due traduttori perseguono fini diversi: l’Alderotti tenta di creare una lingua volgare filosofica concettualmente esatta, mentre il Latini, sebbene abbia utilizzato la versione alderottiana, foggia un volgare più plastico e generico nella resa dei concetti. Per questa ragione, nonostante entrambi gli autori si prefiggano un intento divulgativo, la versione del Latini avrà maggiore successo e la sua fruizione sarà più precettistica che filosofica. Negli stessi anni, anche Guittone d’Arezzo nelle sue Lettere utilizza, attingendo direttamente al testo latino, la Summa Alexandrinorum non per divulgarne i contenuti, bensì per trarne quei temi-chiave che si armonizzano con il suo programma di direzione spirituale.File | Dimensione | Formato | |
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