Le Sezioni Unite e l'intricato nodo delle modalità di computo del c.d. spazio minimo vitale

I quesiti posti all’attenzione delle Sezioni Unite, lungi dall’essere di secondaria o solo pratica importanza, risultano invece centrali nell’ottica della miglior espressione del divieto di cui all’art. 3 Cedu e di cui all’art. 27, comma 3, Cost. In particolare, il primo quesito si interessa di sciogliere il nodo esegetico sulle modalità del computo dei 3 m2 - al netto o al lordo del mobilio fisso - mentre il secondo riguarda i cc.dd. criteri compensativi, la prova cumulativa della cui esistenza risulta necessaria per vincere la forte presunzione di violazione dell’art. 3 Cedu discendente dal riconoscere uno spazio minimo vitale inferiore ai 3 m2 . Le motivazioni addotte dalle Sezioni Unite sono qui analizzate criticamente: la pronuncia, infatti, pur allineandosi alla tesi del computo al netto del mobilio fisso, giunge a questa conclusione sconfessando la possibilità per il giudice nazionale di pervenire ad interpretazioni che si discostino dalla giurisprudenza di Strasburgo, anche ove le stesse assicurino alla persona detenuta una tutela più ampia di quella minima riconosciuta dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, e, in ultima analisi, lascia più nodi insoluti di quanti apparentemente non ne risolva.

The questions brought to the attention of the Supreme Court are not of minor or merely practical importance. On the contrary, they are paramount with regard to the best application of the prohibitions contained in art. 3 ECHR and in article 27 (3) of the Italian Constitution. In particular, the first question aims at solving the interpretation dilemma concerning the modalities to calculate the 3 sq.m.- including or excluding immovable furniture- whereas the second concerns the so-called compensation criteria, the cumulative evidence of which is needed in order to overcome the strong presumption of violation of art. 3 ECHR when the living space is inferior to 3 sq. m. This contribution critically analyses the motivation provided by the Supreme Court (Sezioni Unite): the judgment at issue, despite embracing de facto the calculation excluding the immovable furniture, reaches this conclusion by excluding the possibility for the national judge to interpret the law in a way which differs from the case-law of the Strasbourg Court, even where this latter interpretation would grant to the convicted person a protection broader than that recognized by the European Court of Human Rights. The judgment seems therefore to rise more questions than providing actual answers.