Nel 1918, a seguito della vittoria nella prima guerra mondiale, la Romania inglobò all’interno dei suoi confini regioni abitate in prevalenza da popolazioni romenofone, ma precedentemente parte di grandi imperi multinazionali. Ad ovest acquisì la Transilvania, a nord la Bucovina, ex territori asburgici, e a nord-est la Bessarabia, dal 1812 appartenente all’impero russo. Nacque così la Grande Romania, uno Stato che si estendeva dall’Europa centrale fino al Mar Nero. Le regioni annesse, che contenevano al loro interno cospicue minoranze etnico-linguistiche, andavano integrate giuridicamente e istituzionalmente all’interno del Regno romeno, uniformando leggi e procedure eterogenee. La ricerca si è concentrata sul processo di unificazione giuridica e legislativa che ebbe luogo nella Grande Romania tra il 1918 e il 1927, mettendo in luce gli episodi di resistenza, da parte di esponenti delle professioni legali, ai progetti di nazionalizzazione portati avanti dal potere politico. Molti romeni formatisi nei contesti imperiali russo e austro-ungarico sperarono infatti di poter portare in Romania gli elementi positivi dei loro sistemi giuridici e legislativi, ma si scontrarono spesso con la reticenza di Bucarest. La tesi principale del presente studio è che per i professionisti della giustizia, nel periodo di transizione dagli imperi alla Grande Romania, la volontà di tutelare diritti acquisiti e posizione sociale da una parte, e il desiderio di difendere un ordine simbolico che trovava espressione nel diritto dall’altra, furono più importanti del nazionalismo nell’indirizzare la loro azione sociale e politica.

Diritto e giustizia nella Grande Romania. Eredità imperiali, nazionalismo, state-building (1919-1927) / Magno, Francesco. - (2021 May 19). [10.15168/11572_305191]

Diritto e giustizia nella Grande Romania. Eredità imperiali, nazionalismo, state-building (1919-1927)

Magno, Francesco
2021-05-19

Abstract

Nel 1918, a seguito della vittoria nella prima guerra mondiale, la Romania inglobò all’interno dei suoi confini regioni abitate in prevalenza da popolazioni romenofone, ma precedentemente parte di grandi imperi multinazionali. Ad ovest acquisì la Transilvania, a nord la Bucovina, ex territori asburgici, e a nord-est la Bessarabia, dal 1812 appartenente all’impero russo. Nacque così la Grande Romania, uno Stato che si estendeva dall’Europa centrale fino al Mar Nero. Le regioni annesse, che contenevano al loro interno cospicue minoranze etnico-linguistiche, andavano integrate giuridicamente e istituzionalmente all’interno del Regno romeno, uniformando leggi e procedure eterogenee. La ricerca si è concentrata sul processo di unificazione giuridica e legislativa che ebbe luogo nella Grande Romania tra il 1918 e il 1927, mettendo in luce gli episodi di resistenza, da parte di esponenti delle professioni legali, ai progetti di nazionalizzazione portati avanti dal potere politico. Molti romeni formatisi nei contesti imperiali russo e austro-ungarico sperarono infatti di poter portare in Romania gli elementi positivi dei loro sistemi giuridici e legislativi, ma si scontrarono spesso con la reticenza di Bucarest. La tesi principale del presente studio è che per i professionisti della giustizia, nel periodo di transizione dagli imperi alla Grande Romania, la volontà di tutelare diritti acquisiti e posizione sociale da una parte, e il desiderio di difendere un ordine simbolico che trovava espressione nel diritto dall’altra, furono più importanti del nazionalismo nell’indirizzare la loro azione sociale e politica.
19-mag-2021
XXXIII
2019-2020
Lettere e filosofia (29/10/12-)
European Cultures. Environment, Contexts, Histories, Arts, Ideas
Lorenzini, Sara
Basciani, Alberto
no
Italiano
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