La ricerca si propone una indagine delle forme e delle funzioni che la modalità genealogica assume nell’opera pindarica. L’obiettivo è di mettere in luce i diversi livelli di articolazione del discorso genealogico: da un lato, la presenza di espressioni di tipo metaforico che, attraverso l’uso dei termini di parentela, stabiliscono rapporti simbolici fondati sulla trasmissione delle qualità per generazione; dall’altro, l’elaborazione mitica del legame genealogico del vincitore come componente costitutiva dell’eulogia assicurata dal poeta negli Epinici, con importanti effetti di tipo poetico e socio-politico. Nella sezione introduttiva, dopo una presentazione generale del tema in Pindaro, ci siamo soffermati sull’importanza delle genealogie nella letteratura e nella civiltà greche, rendendo conto dei fondamentali apporti critici e poi menzionando i contributi pindarici di maggiore interesse in relazione al nostro tema. La tesi è poi articolata in cinque capitoli. Il primo è dedicato allo studio delle metafore genealogiche e comprende una presentazione critica dei contributi specificamente dedicati all’argomento. Quello che potrebbe apparire, agli occhi di noi moderni, un modulo schiettamente poetico deve essere messo in relazione con l’importante statuto religioso delle personificazioni e con la complessiva funzione del linguaggio genealogico nelle cosmogonie arcaiche. Nel capitolo successivo abbiamo analizzato un altro tipo di ‘raffigurazione’ della parentela rintracciabile nell’uso pindarico. Dopo una veduta d’insieme sui singenionimi che ricorrono all’interno del corpus, abbiamo infatti preso in esame la particolare caratterizzazione di Ierone di Siracusa come πατήρ (fr. 105a M; Pyth. 3.71) e, d’altra parte, il fatto che all’elogio del tiranno non si accompagni il riferimento a un’ascendenza mitica. La parte successiva della trattazione è dedicata alla lettura di singoli Epinici in cui il tema interviene con particolare rilevanza. Nel terzo capitolo abbiamo dunque analizzato l’Olimpica 6, destinata a celebrare la vittoria dell’indovino iamide Agesia (472 o 468 a.C.), siracusano di discendenza arcade per parte materna. Una lettura da vicino del testo ha permesso di mettere in luce le importanti implicazioni che tale profilo genealogico comporta nel tessuto poetico e nell’organizzazione geografica dell’ode, richiedendo che se ne ricercassero le possibili motivazioni storiche. Gli Epinici a destinazione cirenaica sono oggetto del quarto capitolo, la cui parte fondamentale è dedicata alla Pitica 4 (462 a.C.), la più lunga ode pindarica, in lode del re Arcesilao, discendente dal fondatore Batto e dall’argonauta Eufemo. In questo epinicio, che si rivela particolare sotto molteplici aspetti, anche il trattamento della genealogia mostra significativi elementi di singolarità. Se di solito il riferimento al passato degli antenati rimane, infatti, molto generico, in questo caso la distanza temporale che separa le generazioni è invece precisamente determinata. Le immagini mitiche che l’epinicio associa al legame genealogico riflettono, inoltre, un importante processo di costruzione culturale del passato. Per rappresentare il γένος dei Battiadi e manifestare le qualità del lignaggio, compaiono delle immagini luminose che hanno sollecitato il confronto con altre, di tipo analogo, contenute nella Pitica 5, composta per lo stesso vincitore e la medesima occasione agonale. In ultimo, ci siamo soffermati sulla terza e più antica ode cirenaica, la Pitica 9 (474 a.C.), per analizzare il particolare ruolo che vi assume l’esposizione sull’impresa compiuta dall’antenato del vincitore Telesicrate. Nel capitolo conclusivo, infine, abbiamo ripercorso i risultati delle analisi condotte e fatto menzione di ulteriori testi suscettibili di indagine, alla luce di alcuni dei temi che stabiliscono relazione privilegiata con la genealogia (il trattamento del passato, l’interazione tra livello umano e livello eroico dell’ascendenza, il ruolo del poeta rispetto alla tradizione, la caratterizzazione culturale dello spazio). Abbiamo quindi delineato alcune delle modalità e delle funzioni con cui la forma discorsiva della genealogia, polisemica e polifunzionale, viene trasferita al contesto enunciativo dell’elogio epinicio, veicolandone le istanze poetiche e ideologiche.
Poetiche della genealogia. Immagini e funzioni del discorso genealogico nell'opera di Pindaro / Spadafora, Margherita. - (2021 Apr 21), pp. 1-275. [10.15168/11572_300831]
Poetiche della genealogia. Immagini e funzioni del discorso genealogico nell'opera di Pindaro
Spadafora, Margherita
2021-04-21
Abstract
La ricerca si propone una indagine delle forme e delle funzioni che la modalità genealogica assume nell’opera pindarica. L’obiettivo è di mettere in luce i diversi livelli di articolazione del discorso genealogico: da un lato, la presenza di espressioni di tipo metaforico che, attraverso l’uso dei termini di parentela, stabiliscono rapporti simbolici fondati sulla trasmissione delle qualità per generazione; dall’altro, l’elaborazione mitica del legame genealogico del vincitore come componente costitutiva dell’eulogia assicurata dal poeta negli Epinici, con importanti effetti di tipo poetico e socio-politico. Nella sezione introduttiva, dopo una presentazione generale del tema in Pindaro, ci siamo soffermati sull’importanza delle genealogie nella letteratura e nella civiltà greche, rendendo conto dei fondamentali apporti critici e poi menzionando i contributi pindarici di maggiore interesse in relazione al nostro tema. La tesi è poi articolata in cinque capitoli. Il primo è dedicato allo studio delle metafore genealogiche e comprende una presentazione critica dei contributi specificamente dedicati all’argomento. Quello che potrebbe apparire, agli occhi di noi moderni, un modulo schiettamente poetico deve essere messo in relazione con l’importante statuto religioso delle personificazioni e con la complessiva funzione del linguaggio genealogico nelle cosmogonie arcaiche. Nel capitolo successivo abbiamo analizzato un altro tipo di ‘raffigurazione’ della parentela rintracciabile nell’uso pindarico. Dopo una veduta d’insieme sui singenionimi che ricorrono all’interno del corpus, abbiamo infatti preso in esame la particolare caratterizzazione di Ierone di Siracusa come πατήρ (fr. 105a M; Pyth. 3.71) e, d’altra parte, il fatto che all’elogio del tiranno non si accompagni il riferimento a un’ascendenza mitica. La parte successiva della trattazione è dedicata alla lettura di singoli Epinici in cui il tema interviene con particolare rilevanza. Nel terzo capitolo abbiamo dunque analizzato l’Olimpica 6, destinata a celebrare la vittoria dell’indovino iamide Agesia (472 o 468 a.C.), siracusano di discendenza arcade per parte materna. Una lettura da vicino del testo ha permesso di mettere in luce le importanti implicazioni che tale profilo genealogico comporta nel tessuto poetico e nell’organizzazione geografica dell’ode, richiedendo che se ne ricercassero le possibili motivazioni storiche. Gli Epinici a destinazione cirenaica sono oggetto del quarto capitolo, la cui parte fondamentale è dedicata alla Pitica 4 (462 a.C.), la più lunga ode pindarica, in lode del re Arcesilao, discendente dal fondatore Batto e dall’argonauta Eufemo. In questo epinicio, che si rivela particolare sotto molteplici aspetti, anche il trattamento della genealogia mostra significativi elementi di singolarità. Se di solito il riferimento al passato degli antenati rimane, infatti, molto generico, in questo caso la distanza temporale che separa le generazioni è invece precisamente determinata. Le immagini mitiche che l’epinicio associa al legame genealogico riflettono, inoltre, un importante processo di costruzione culturale del passato. Per rappresentare il γένος dei Battiadi e manifestare le qualità del lignaggio, compaiono delle immagini luminose che hanno sollecitato il confronto con altre, di tipo analogo, contenute nella Pitica 5, composta per lo stesso vincitore e la medesima occasione agonale. In ultimo, ci siamo soffermati sulla terza e più antica ode cirenaica, la Pitica 9 (474 a.C.), per analizzare il particolare ruolo che vi assume l’esposizione sull’impresa compiuta dall’antenato del vincitore Telesicrate. Nel capitolo conclusivo, infine, abbiamo ripercorso i risultati delle analisi condotte e fatto menzione di ulteriori testi suscettibili di indagine, alla luce di alcuni dei temi che stabiliscono relazione privilegiata con la genealogia (il trattamento del passato, l’interazione tra livello umano e livello eroico dell’ascendenza, il ruolo del poeta rispetto alla tradizione, la caratterizzazione culturale dello spazio). Abbiamo quindi delineato alcune delle modalità e delle funzioni con cui la forma discorsiva della genealogia, polisemica e polifunzionale, viene trasferita al contesto enunciativo dell’elogio epinicio, veicolandone le istanze poetiche e ideologiche.File | Dimensione | Formato | |
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Descrizione: Tesi di dottorato
Tipologia:
Tesi di dottorato (Doctoral Thesis)
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