L'articolo analizza l'esperienza italiana dei Corridoi umanitari, con particolare riferimento alla Provincia autonoma di Trento. Grazie all'utilizzo dei visti a validità territoriale limitata, disciplinati dall'art. 25 del Codice visti UE, diviene possibile garantire a persone vulnerabili e potenzialmente destinatarie di una forma di protezione internazionale, un accesso sicuro e regolare al territorio nazionale. I Corridoi umanitari sono stati aperti grazie all'iniziativa delle Comunità religiose -la Federazione delle Chiese Evangeliche prima, e la Conferenza Episcopale italiana, poi- ed alla mediazione della Comunità di S. Egidio, con il coinvolgimento attivo dei cittadini. I costi dell'accoglienza sono interamente assunti dalle Comunità e dai privati -con l'unica, interessante eccezione della Provincia autonoma di Trento- mentre lo Stato si assume l'onere di gestire la fase documentale preordinata al rilascio del visto, ed a seguire le procedure di richiesta di asilo. Grazie ai Corridoi, sono giunte in poco più di 4 anni nel nostro Paese circa 2000 persone provenienti dagli accampamenti informali in Libano (cittadini siriani) e dai campi profughi in Etiopia (cittadini eritrei e somali). L'esperienza italiana, premiata nel 2018 dal Premio Nansen, è considerata una buona prassi che si sta diffondendo in altri Paese europei (Francia, Belgio, Andorra).
I visti con validità territoriale limitata: l'esempio dei corridoi umanitari nella Provincia autonoma di Trento / Borgonovo Re, Donata. - In: LE REGIONI. - ISSN 0391-7576. - STAMPA. - a. XLVII, n.5-6:n. 5-6.2(2019), pp. 1717-1734. [10.1443/97070]
I visti con validità territoriale limitata: l'esempio dei corridoi umanitari nella Provincia autonoma di Trento.
Borgonovo Re, Donata
2019-01-01
Abstract
L'articolo analizza l'esperienza italiana dei Corridoi umanitari, con particolare riferimento alla Provincia autonoma di Trento. Grazie all'utilizzo dei visti a validità territoriale limitata, disciplinati dall'art. 25 del Codice visti UE, diviene possibile garantire a persone vulnerabili e potenzialmente destinatarie di una forma di protezione internazionale, un accesso sicuro e regolare al territorio nazionale. I Corridoi umanitari sono stati aperti grazie all'iniziativa delle Comunità religiose -la Federazione delle Chiese Evangeliche prima, e la Conferenza Episcopale italiana, poi- ed alla mediazione della Comunità di S. Egidio, con il coinvolgimento attivo dei cittadini. I costi dell'accoglienza sono interamente assunti dalle Comunità e dai privati -con l'unica, interessante eccezione della Provincia autonoma di Trento- mentre lo Stato si assume l'onere di gestire la fase documentale preordinata al rilascio del visto, ed a seguire le procedure di richiesta di asilo. Grazie ai Corridoi, sono giunte in poco più di 4 anni nel nostro Paese circa 2000 persone provenienti dagli accampamenti informali in Libano (cittadini siriani) e dai campi profughi in Etiopia (cittadini eritrei e somali). L'esperienza italiana, premiata nel 2018 dal Premio Nansen, è considerata una buona prassi che si sta diffondendo in altri Paese europei (Francia, Belgio, Andorra).File | Dimensione | Formato | |
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