È oggi ampiamente accettato che la vite coltivata derivi per domesticazione dalla Vitis vinifera sylvestris, l’unica specie del genere Vitis spontanea in Eurasia. Questa pianta selvatica, perenne e rampicante, prima della domesticazione era estesamente diffusa nell’area del Vicino Oriente e nord Mediterraneo. Oggi la sylvestris sopravvive nell’ambiente naturale confinata in popolazioni e areali ristretti che, in assenza di interventi di conservazione, la condannano all’estinzione. Le evidenze archeologiche della produzione di vino più antiche collocano la domesticazione della vite nel sud del Caucaso, tra il mar Caspio e il Mar Nero circa 6-8.000 anni fa. Studi genomico-evolutivi recenti suggeriscono inoltre che la nascita della viticoltura sia stata preceduta da un periodo di pre-domesticazione durato forse 20.000 anni. A partire dal centro di origine caucasico, la coltivazione della vite si sarebbe diffusa inizialmente verso sud nella parte ovest della Mezzaluna Fertile, la valle del Giordano e l’Egitto fino a raggiungere l’Europa Occidentale solo nel primo millennio A.C. Altre indicazioni aggiungono che la coltura della vite, presente in Afghanistan e nelle oasi dell’Asia Centrale attorno al IV secolo A.C., sia migrata anche verso Oriente, stabilendosi in Cina due secoli più tardi. In realtà non si conosce molto di questa linea di diffusione della prima viticoltura né si hanno informazioni sull’influenza che le numerose specie di Vitis cinesi possono aver avuto nel corso della lunga storia di formazione delle varietà coltivate. In Cina sono infatti presenti oggi più di 40 specie di Vitis, alcune delle quali curiosamente resistenti alla peronospora e all’oidio, due malattie che in Europa sono state introdotte dall’America nella seconda metà dell’Ottocento.

Le risorse genetiche della vite selvatica europea / Grando, Maria Stella. - In: TERRA TRENTINA. - ISSN 0492-7885. - 63:3(2018), pp. 55-57.

Le risorse genetiche della vite selvatica europea

Grando, Maria Stella
2018-01-01

Abstract

È oggi ampiamente accettato che la vite coltivata derivi per domesticazione dalla Vitis vinifera sylvestris, l’unica specie del genere Vitis spontanea in Eurasia. Questa pianta selvatica, perenne e rampicante, prima della domesticazione era estesamente diffusa nell’area del Vicino Oriente e nord Mediterraneo. Oggi la sylvestris sopravvive nell’ambiente naturale confinata in popolazioni e areali ristretti che, in assenza di interventi di conservazione, la condannano all’estinzione. Le evidenze archeologiche della produzione di vino più antiche collocano la domesticazione della vite nel sud del Caucaso, tra il mar Caspio e il Mar Nero circa 6-8.000 anni fa. Studi genomico-evolutivi recenti suggeriscono inoltre che la nascita della viticoltura sia stata preceduta da un periodo di pre-domesticazione durato forse 20.000 anni. A partire dal centro di origine caucasico, la coltivazione della vite si sarebbe diffusa inizialmente verso sud nella parte ovest della Mezzaluna Fertile, la valle del Giordano e l’Egitto fino a raggiungere l’Europa Occidentale solo nel primo millennio A.C. Altre indicazioni aggiungono che la coltura della vite, presente in Afghanistan e nelle oasi dell’Asia Centrale attorno al IV secolo A.C., sia migrata anche verso Oriente, stabilendosi in Cina due secoli più tardi. In realtà non si conosce molto di questa linea di diffusione della prima viticoltura né si hanno informazioni sull’influenza che le numerose specie di Vitis cinesi possono aver avuto nel corso della lunga storia di formazione delle varietà coltivate. In Cina sono infatti presenti oggi più di 40 specie di Vitis, alcune delle quali curiosamente resistenti alla peronospora e all’oidio, due malattie che in Europa sono state introdotte dall’America nella seconda metà dell’Ottocento.
2018
3
Grando, Maria Stella
Le risorse genetiche della vite selvatica europea / Grando, Maria Stella. - In: TERRA TRENTINA. - ISSN 0492-7885. - 63:3(2018), pp. 55-57.
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
Grando_Sylvestris_Terra trentina_Agosto 2018.pdf

accesso aperto

Tipologia: Versione editoriale (Publisher’s layout)
Licenza: Tutti i diritti riservati (All rights reserved)
Dimensione 1.78 MB
Formato Adobe PDF
1.78 MB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11572/280433
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact