La riforma in tema di omicidio stradale: una rilettura a quattro anni dalla sua entrata in vigore

A quattro anni dall’entrata in vigore della l. n. 41/2016 rimane attuale l’interrogativo circa la sua necessità ed appare quanto mai opportuno chiedersi se abbia o meno sortito gli effetti repressivi perseguiti. A fronte di un considerevole inasprimento sanzionatorio, la nuova fattispecie di omicidio stradale di cui all’art. 589-bis c.p. ha da subito suscitato forti dubbi di legittimità costituzionale e posto più di interrogativo in chiave esegetica. Ciò è vero soprattutto con specifico riferimento alle aggravanti collegate alla guida in stato di alterazione per assunzione di alcool o sostanze stupefacenti ed in particolare rispetto all’aggravante di cui al co. 2, in cui i problemi probatori relativi all’accertamento dello stato di alterazione e quelli relativi all’interpretazione della nuova ipotesi di c.d. prelievo coattivo rischiano di vanificare l’intento repressivo. Non secondarie rispetto al tema in oggetto le questioni relative al nesso di causalità e al profilo della colpa, che vengono analizzate, alla luce della giurisprudenza precedente e successiva alla riforma, nel prisma del principio di colpevolezza.

Four years after the entry into force of law n. 41/2006, questions still exist regarding its necessity and it seems appropriate to reflect on whether this law actually managed to pursue the deterrent effects it aimed for. Due to a strong increase in punishment, the new offence of vehicular homicide disciplined at art. 589 bis c.p. immediately posed doubts regarding its constitutional legitimacy and raised questions concerning its interpretation. This is true especially with regard to the aggravating factors linked to driving under the influence of alcohol or other narcotic substances and in particular to the aggravating factor foreseen at par. 2 of the article, where the problems linked to the assessment of the state of alteration and to the interpretation of the new possibility of so-called “forcible sample” risk nullifying the repressive effect. Not of secondary importance are issues related to the causal link and to culpability, which are analyzed in light of case law dating before and after the reform, in the prism of the principle of culpability.