A dispetto dei profondi cambiamenti politici, sociali e culturali intervenuti, l’ideale della matrona morigerata e virtuosa, con la sua esaltazione dei ruoli statutariamente connessi alla femminilità nel mondo antico, quello di moglie e di madre, non ha mai dismesso la sua vitalità nella storia di Roma. Dopo il dramma delle guerre civili e delle proscrizioni, al modello culturale e antropologico celebrato dalla tradizione epigrafico- letteraria Augusto decise di dare cogenza normativa con la sua legislazione etico-matri- moniale, conferendo alla figura femminile una centralità giuridica assolutamente priva di precedenti. Tuttavia, se si volge lo sguardo al di là degli aspetti ideologici sottesi al progetto legislativo, concentrando l’analisi sulle modalità concretamente adottate dal princeps per raggiungere i suoi scopi demografici e moralizzatori, si osserva chiaramente come la matrona non vi sia considerata solo in quanto uxor e mater, ma anche in qualità di domina, titolare di diritti patrimoniali. L’articolo si propone dunque di contribuire alla ricostruzione di questo peculiare aspetto dell’identità matronale, da un lato esaminando per quali aspetti la normativa augustea possa aver sancito un turning-point per la con- dizione socio-giuridica delle donne, con particolare riferimento alle matronae dell’élite; dall’altro, cercando di mettere in luce le ragioni storiche che hanno condotto il triumviro prima ancora che il princeps a riconoscere e valorizzare in modo così macroscopico la capacità patrimoniale femminile.
Non solo moglie e madre. La 'materfamilias' come soggetto patrimoniale nella legislazione etico-matrimoniale di Augusto / Vettori, Giulia. - In: EUGESTA. - ISSN 2265-8777. - ELETTRONICO. - 2020:10(2020), pp. 30-88.
Non solo moglie e madre. La 'materfamilias' come soggetto patrimoniale nella legislazione etico-matrimoniale di Augusto
Vettori, Giulia
2020-01-01
Abstract
A dispetto dei profondi cambiamenti politici, sociali e culturali intervenuti, l’ideale della matrona morigerata e virtuosa, con la sua esaltazione dei ruoli statutariamente connessi alla femminilità nel mondo antico, quello di moglie e di madre, non ha mai dismesso la sua vitalità nella storia di Roma. Dopo il dramma delle guerre civili e delle proscrizioni, al modello culturale e antropologico celebrato dalla tradizione epigrafico- letteraria Augusto decise di dare cogenza normativa con la sua legislazione etico-matri- moniale, conferendo alla figura femminile una centralità giuridica assolutamente priva di precedenti. Tuttavia, se si volge lo sguardo al di là degli aspetti ideologici sottesi al progetto legislativo, concentrando l’analisi sulle modalità concretamente adottate dal princeps per raggiungere i suoi scopi demografici e moralizzatori, si osserva chiaramente come la matrona non vi sia considerata solo in quanto uxor e mater, ma anche in qualità di domina, titolare di diritti patrimoniali. L’articolo si propone dunque di contribuire alla ricostruzione di questo peculiare aspetto dell’identità matronale, da un lato esaminando per quali aspetti la normativa augustea possa aver sancito un turning-point per la con- dizione socio-giuridica delle donne, con particolare riferimento alle matronae dell’élite; dall’altro, cercando di mettere in luce le ragioni storiche che hanno condotto il triumviro prima ancora che il princeps a riconoscere e valorizzare in modo così macroscopico la capacità patrimoniale femminile.File | Dimensione | Formato | |
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