Si registra un crescente riconoscimento del fatto che in un ambiente sociale sempre più differenziato è importante per gli/le assistenti sociali essere preparati ad intervenire in contesto caratterizzato da multiculturalità e diversificazione, in modo da promuovere l’inclusione sociale e l’empowerment. In relazione a questo la mobilità e i programmi full immersion, possono rappresentare tra le più promettenti occasioni formative. Tuttavia i programmi intensivi possono presentare complessità a livello sia emotivo che cognitivo, a volte paradossalmente, producendo un rinforzo di pregiudizi e stereotipi. Questa complessità ha dato origine continui dibattiti relativi a quali strategie adottare per garantire l’efficacia dei programmi full immersion. Questo saggio prende spunto dalla teoria dell’acculturazione (Berry, 2006) per proporre una comprensione su come i programmi full immersion possono rappresentare occasioni per educare alla diversità nel servizio sociale e sui processi di apprendimento che possono essere attivati in un confronto significativo con la diversità. La riflessione si basa sull’analisi di relazioni scritte di e focus group con studenti che hanno partecipato ad un programma di mobilità a tempo breve. I risultati mostrano come una pratica riflessiva che riconosca l’importanza di un percorso emotivo e che dia spazio anche a quelle che vengono per lo più considerate reazioni negative rappresenti una pre- condizione perché un’esperienza di confronto profondo con la differenza si trasformi in competenza professionale.

There is a growing recognition that in an increasingly differentiated social environment it is important for social workers to be prepared to intervene in multi-diversified and multicultural contexts, so as to promote inclusion, respect and empowerment. On this account, mobility and full immersion programmes appear to contribute the most promising professional learning opportunities. However, full immersion programmes are emotionally and cognitively very demanding, sometimes even exacerbating prejudice and racism; this has led to ongoing debates as to which strategies can safeguard the effectiveness of such programmes. This paper draws on the theory of acculturation to enable a deeper understanding of how full immersion programmes can educate to diversity in social work, and of the learning processes that can occur when confronting diversity. The reflection focuses on written feedback from, and focus groups with, students who participated in a short mobility project. Findings show how self-reflective practice, which acknowledges emotional journeys including what are usually considered negative reactions, is a necessary pre-condition for successfully transferring experiences of relating to cultural differences - as in the mobility programme - to professional skills.

Acculturation theory, cultural competency and learning from differences: reflections from a European short student mobility program / Fargion, Silvia; Nuttman-Shwartz, Orit. - In: EUROPEAN JOURNAL OF SOCIAL WORK. - ISSN 1369-1457. - 2020/23:5(2020), pp. 849-861. [10.1080/13691457.2019.1608911]

Acculturation theory, cultural competency and learning from differences: reflections from a European short student mobility program

Fargion, Silvia;
2020-01-01

Abstract

Si registra un crescente riconoscimento del fatto che in un ambiente sociale sempre più differenziato è importante per gli/le assistenti sociali essere preparati ad intervenire in contesto caratterizzato da multiculturalità e diversificazione, in modo da promuovere l’inclusione sociale e l’empowerment. In relazione a questo la mobilità e i programmi full immersion, possono rappresentare tra le più promettenti occasioni formative. Tuttavia i programmi intensivi possono presentare complessità a livello sia emotivo che cognitivo, a volte paradossalmente, producendo un rinforzo di pregiudizi e stereotipi. Questa complessità ha dato origine continui dibattiti relativi a quali strategie adottare per garantire l’efficacia dei programmi full immersion. Questo saggio prende spunto dalla teoria dell’acculturazione (Berry, 2006) per proporre una comprensione su come i programmi full immersion possono rappresentare occasioni per educare alla diversità nel servizio sociale e sui processi di apprendimento che possono essere attivati in un confronto significativo con la diversità. La riflessione si basa sull’analisi di relazioni scritte di e focus group con studenti che hanno partecipato ad un programma di mobilità a tempo breve. I risultati mostrano come una pratica riflessiva che riconosca l’importanza di un percorso emotivo e che dia spazio anche a quelle che vengono per lo più considerate reazioni negative rappresenti una pre- condizione perché un’esperienza di confronto profondo con la differenza si trasformi in competenza professionale.
2020
5
Fargion, Silvia; Nuttman-Shwartz, Orit
Acculturation theory, cultural competency and learning from differences: reflections from a European short student mobility program / Fargion, Silvia; Nuttman-Shwartz, Orit. - In: EUROPEAN JOURNAL OF SOCIAL WORK. - ISSN 1369-1457. - 2020/23:5(2020), pp. 849-861. [10.1080/13691457.2019.1608911]
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