Il saggio si propone di esaminare le leggi suntuarie emanate nel Granducato di Toscana fra il Cinquecento e il Settecento, allo scopo da un lato di evidenziare – attraverso un caso particolare - il perdurare anche in età moderna delle motivazioni che avevano portato all’approvazione di norme suntuarie nel corso del basso Medioevo; dall’altro invece di mostrare le particolarità di queste norme in quanto legate sia all’epoca, sia alla situazione specifica che viene analizzata. La quasi completa sparizione dopo il 1640 di norme volte ad arginare il consumo di oggetti di lusso in Toscana, fino alle misure assai poco normative decise da Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena negli anni ’80 del Settecento, corrisponde all’inizio di una maggiore attenzione per gli aspetti economici legati all’applicazione delle proibizioni. Rispetto al misto di considerazioni sociali, morali, e solo parzialmente economiche ereditate dal tardo Medioevo, ancora attive a inizio Cinquecento, a fine Settecento si coglie insieme la difficoltà di legiferare in modo efficace su simili materie, e al contempo l’impossibilità di intervenire oltre una certa misura in un campo i cui contorni sono radicalmente cambiati anche a causa del diffondersi del dibattito economico all’interno dell’opinione pubblica. La svolta definitiva si avrà con l’estensione all’Italia, nel periodo giacobino e napoleonico, dei modelli ereditati dalla Rivoluzione francese, in base ai quali ormai l’abito è sempre di più il frutto di una scelta individuale.

Le leggi suntuarie a Firenze nell'età moderna. Da Cosimo I a Pietro Leopoldo / Ciappelli, Giovanni. - In: NUOVA RIVISTA STORICA. - ISSN 0029-6236. - STAMPA. - 2019, 103:1(2019), pp. 143-172.

Le leggi suntuarie a Firenze nell'età moderna. Da Cosimo I a Pietro Leopoldo

Giovanni Ciappelli
2019-01-01

Abstract

Il saggio si propone di esaminare le leggi suntuarie emanate nel Granducato di Toscana fra il Cinquecento e il Settecento, allo scopo da un lato di evidenziare – attraverso un caso particolare - il perdurare anche in età moderna delle motivazioni che avevano portato all’approvazione di norme suntuarie nel corso del basso Medioevo; dall’altro invece di mostrare le particolarità di queste norme in quanto legate sia all’epoca, sia alla situazione specifica che viene analizzata. La quasi completa sparizione dopo il 1640 di norme volte ad arginare il consumo di oggetti di lusso in Toscana, fino alle misure assai poco normative decise da Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena negli anni ’80 del Settecento, corrisponde all’inizio di una maggiore attenzione per gli aspetti economici legati all’applicazione delle proibizioni. Rispetto al misto di considerazioni sociali, morali, e solo parzialmente economiche ereditate dal tardo Medioevo, ancora attive a inizio Cinquecento, a fine Settecento si coglie insieme la difficoltà di legiferare in modo efficace su simili materie, e al contempo l’impossibilità di intervenire oltre una certa misura in un campo i cui contorni sono radicalmente cambiati anche a causa del diffondersi del dibattito economico all’interno dell’opinione pubblica. La svolta definitiva si avrà con l’estensione all’Italia, nel periodo giacobino e napoleonico, dei modelli ereditati dalla Rivoluzione francese, in base ai quali ormai l’abito è sempre di più il frutto di una scelta individuale.
2019
1
Ciappelli, Giovanni
Le leggi suntuarie a Firenze nell'età moderna. Da Cosimo I a Pietro Leopoldo / Ciappelli, Giovanni. - In: NUOVA RIVISTA STORICA. - ISSN 0029-6236. - STAMPA. - 2019, 103:1(2019), pp. 143-172.
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