Nel Fedone compare un curioso e denso riferimento simbolico: un canto del cigno è il discorso che il filosofo sta conducendo di fronte alla morte, un canto ispirato da un sentimento di gioia, e non di dolore (Phaed. 84d4-85b9). Questo saggio indaga in forma analitica le componenti simboliche e i rimandi interni, che, attraverso il testo del dialogo, vanno ad addensarsi nell’immagine del cigno canoro e profetico, sciogliendo alcune ambiguità relative al rapporto del filosofo con la morte. L’analisi verte in particolare: 1) sul sentimento di gioia che ispira la bellezza del canto; 2) sul valore divinatorio del canto del filosofo; 3) sul desiderio di morte del filosofo; 4) sulle tesi socratiche a sostegno dell’immortalità dell’anima, come dimostrazioni difettose e incompiute, che invitano forse a rinunciare alla verità dimostrativa sul destino dell’anima e a mantenere la scelta di persistere nell’attività più degna, come se essa rendesse realmente immortali; 5) Sull’esecuzione perfetta di Socrate nel Fedone, che conserva fiducia nel valore del discorso.

Il canto del cigno di Socrate: una celebrazione della morte?

de Luise, Fulvia
In corso di stampa

Abstract

Nel Fedone compare un curioso e denso riferimento simbolico: un canto del cigno è il discorso che il filosofo sta conducendo di fronte alla morte, un canto ispirato da un sentimento di gioia, e non di dolore (Phaed. 84d4-85b9). Questo saggio indaga in forma analitica le componenti simboliche e i rimandi interni, che, attraverso il testo del dialogo, vanno ad addensarsi nell’immagine del cigno canoro e profetico, sciogliendo alcune ambiguità relative al rapporto del filosofo con la morte. L’analisi verte in particolare: 1) sul sentimento di gioia che ispira la bellezza del canto; 2) sul valore divinatorio del canto del filosofo; 3) sul desiderio di morte del filosofo; 4) sulle tesi socratiche a sostegno dell’immortalità dell’anima, come dimostrazioni difettose e incompiute, che invitano forse a rinunciare alla verità dimostrativa sul destino dell’anima e a mantenere la scelta di persistere nell’attività più degna, come se essa rendesse realmente immortali; 5) Sull’esecuzione perfetta di Socrate nel Fedone, che conserva fiducia nel valore del discorso.
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de Luise, Fulvia
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