Questo articolo vuole essere un contributo al dialogo intorno al libro di Giuseppe Cambiano Come nave in tempesta, che si è svolto a Torino, nel maggio 2016, nella forma di un libero confronto sulle tematiche di maggiore interesse emergenti dal testo. Il libro di Cambiano raccoglie ricerche sviluppate dall’autore in un lungo arco di tempo, che assumono però un significato più complesso nell’unità della nuova cornice, dove i loro risultati interagiscono, facendo emergere la penetrante trama interpretativa proposta attraverso i molti fili dell’analisi. A partire dalla centralità del topos della nave, quasi metafora assoluta della questione del buon governo nel pensiero politico antico, la riflessione di Cambiano sulle differenti elaborazioni fornite da Platone e Aristotele, e sulla logica del loro confronto, mostra con evidenza che entrambi i pensatori svilupparono le loro prospettive misurandosi con l’esperienza della democrazia. Si tratta di un’indicazione convincente e produttiva, che permette di leggere sia la tesi platonica del governo dei filosofi, sia l’insistente ricerca aristotelica intorno a correttivi che migliorino le forme di accesso e partecipazione alle cariche pubbliche, come risposte ai difetti di direzione politica, che entrambi i filosofi rilevano nel funzionamento della democrazia. Di particolare interesse è la messa a fuoco dell’alternativa che oppone il principio distributivo della rotazione delle cariche (con il suo effetto moltiplicatore sui «micropoteri» distribuiti dalla polis) al principio selettivo della qualità dei governanti: benché questa alternativa emerga nel dibattito antico come la forma di un’opposizione radicale che divide i fautori della democrazia dai suoi critici, essa appare invece, nella riflessione politica di Platone e Aristotele, come la compresenza dei termini di un dilemma che è necessario conciliare. A questa conclusione conduce la ricostruzione di Cambiano, che apre una lungimirante prospettiva interpretativa, in grado di valorizzare l’aspetto sperimentale del pensiero dei due filosofi e di aggiungere nuovi motivi di interesse al confronto con gli antichi sui problemi della democrazia.

I filosofi antichi e l’esperienza della democrazia: tra principio di rotazione e principio di qualità

de Luise, Fulvia
In corso di stampa

Abstract

Questo articolo vuole essere un contributo al dialogo intorno al libro di Giuseppe Cambiano Come nave in tempesta, che si è svolto a Torino, nel maggio 2016, nella forma di un libero confronto sulle tematiche di maggiore interesse emergenti dal testo. Il libro di Cambiano raccoglie ricerche sviluppate dall’autore in un lungo arco di tempo, che assumono però un significato più complesso nell’unità della nuova cornice, dove i loro risultati interagiscono, facendo emergere la penetrante trama interpretativa proposta attraverso i molti fili dell’analisi. A partire dalla centralità del topos della nave, quasi metafora assoluta della questione del buon governo nel pensiero politico antico, la riflessione di Cambiano sulle differenti elaborazioni fornite da Platone e Aristotele, e sulla logica del loro confronto, mostra con evidenza che entrambi i pensatori svilupparono le loro prospettive misurandosi con l’esperienza della democrazia. Si tratta di un’indicazione convincente e produttiva, che permette di leggere sia la tesi platonica del governo dei filosofi, sia l’insistente ricerca aristotelica intorno a correttivi che migliorino le forme di accesso e partecipazione alle cariche pubbliche, come risposte ai difetti di direzione politica, che entrambi i filosofi rilevano nel funzionamento della democrazia. Di particolare interesse è la messa a fuoco dell’alternativa che oppone il principio distributivo della rotazione delle cariche (con il suo effetto moltiplicatore sui «micropoteri» distribuiti dalla polis) al principio selettivo della qualità dei governanti: benché questa alternativa emerga nel dibattito antico come la forma di un’opposizione radicale che divide i fautori della democrazia dai suoi critici, essa appare invece, nella riflessione politica di Platone e Aristotele, come la compresenza dei termini di un dilemma che è necessario conciliare. A questa conclusione conduce la ricostruzione di Cambiano, che apre una lungimirante prospettiva interpretativa, in grado di valorizzare l’aspetto sperimentale del pensiero dei due filosofi e di aggiungere nuovi motivi di interesse al confronto con gli antichi sui problemi della democrazia.
In corso di stampa
de Luise, Fulvia
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