Detroit è la prima post-metropoli. Con la crisi dell’economia che l’aveva generata la più importante città fordista ha dovuto porsi il problema della sua sopravvivenza e del suo destino. E’ passata in pochi anni da 1.850.000 a 740.000 abitanti, ha demolito più di 2000 edifici. E’ la Pompei americana. Oggi Detroit sta trovando un’altra dimensione. Nuovi dispositivi sostituiscono le figure urbane tradizionali. Sono icone del cambiamento che riducono, riusano e riciclano quel che resta della città in un paesaggio. Le letture dal satellite; le immagini di Mc Lean; la condizione urbana effimera documentata dai cortometraggi di Zago; le mappe e i diagrammi attraverso cui Stoss Landscape Urbanism elabora proposte per l’attivazione di processi di riciclo alla scala urbana; gli esperimenti di riuso di case bruciate (Fire Break) e spazi in disuso (TAP) di Dan Pitera, la riduzione del Michigan Theatre in un parcheggio, le “visioni” incentrate sulla pratica del recupero raccontate da Arens; costruiscono l’epica di una città che sperimenta la possibilità di un altro futuro.
The Detroit Paradigm / Il Paradigma di Detroit / Ricci, M.. - In: MONOGRAPH.IT. - ISSN 2279-6886. - STAMPA. - 2012:(2012), pp. 8-11.
The Detroit Paradigm / Il Paradigma di Detroit
Ricci M.
2012-01-01
Abstract
Detroit è la prima post-metropoli. Con la crisi dell’economia che l’aveva generata la più importante città fordista ha dovuto porsi il problema della sua sopravvivenza e del suo destino. E’ passata in pochi anni da 1.850.000 a 740.000 abitanti, ha demolito più di 2000 edifici. E’ la Pompei americana. Oggi Detroit sta trovando un’altra dimensione. Nuovi dispositivi sostituiscono le figure urbane tradizionali. Sono icone del cambiamento che riducono, riusano e riciclano quel che resta della città in un paesaggio. Le letture dal satellite; le immagini di Mc Lean; la condizione urbana effimera documentata dai cortometraggi di Zago; le mappe e i diagrammi attraverso cui Stoss Landscape Urbanism elabora proposte per l’attivazione di processi di riciclo alla scala urbana; gli esperimenti di riuso di case bruciate (Fire Break) e spazi in disuso (TAP) di Dan Pitera, la riduzione del Michigan Theatre in un parcheggio, le “visioni” incentrate sulla pratica del recupero raccontate da Arens; costruiscono l’epica di una città che sperimenta la possibilità di un altro futuro.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione