L’evoluzione delle logiche perequative nella finanza regionale italiana: redistribuzione delle risorse o delle competenze?

Sommario: 1. Le prospettive di riforma delle disposizioni costituzionali sulla finanza regionale e i modelli di redistribuzione territoriale delle risorse. - 2. La redistribuzione nel dettato costituzionale originario: la mancanza di riferimenti diretti alla perequazione e la discrezionalità legislativa nell’attuazione del principio di connessione. - 2.1. La prima attuazione del primo dettato costituzionale (anni ’70): la pervasività dell’effetto redistributivo sotteso all’ampio uso dei trasferimenti erariali. - 2.2. La seconda attuazione del primo dettato costituzionale (anni ’90): legare la finanza territoriale alla capacità di gettito, con conseguente necessità di perequazione «correttiva». - 3. La redistribuzione dopo la revisione del Titolo V: la menzione esplicita della perequazione al comma 3 dell’art. 119 e il suo ruolo sinergico rispetto alle previsioni dei commi 2 e 4. - 3.1. L’attuazione del nuovo dettato costituzionale: l’evoluzione verso il c.d. federalismo fiscale, con perequazione parziale e fondata su standardizzazione di fabbisogni e costi. - 3.2. Attuare la perequazione standardizzata, tra «oggettività» della tecnica contabile e recupero di discrezionalità politica nel definire quali funzioni sono «essenziali». - 4. L’impatto della crisi finanziaria sulle logiche redistributive: modelli alternativi al trasferimento erariale, per perequare riallocando non risorse, ma spazi di spesa o competenze. - 4.1. La «perequazione» dei concorsi al risanamento: convergenza ed equilibrio di bilancio come occasioni di redistribuzione incidenti sulla spesa anziché sul trasferimento di entrate. - 4.2. La crisi e la richiesta di «concorsi» alle Regioni speciali: la partecipazione negoziata alla redistribuzione, mediante assunzione di nuove funzioni con salvezza dell’erario. - 5. Prospettive dalla nuova revisione costituzionale: redistribuire le competenze anziché le risorse, per garantire al contempo eguaglianza dei cittadini e premialità dell’efficienza?