La presenza di docenti motivati e competenti nella gestione della complessità e della differenza rappresenta uno dei fattori determinanti per la costruzione di contesti di apprendimento inclusivi. Una ricca normativa nazionale ed internazionale richiede sempre più agli insegnanti competenze interculturali, che necessitano di una specifica formazione anche esperienziale che permetta di impadronirsi di strumenti di mediazione e di leadership. Questo lo sfondo del presente contributo, che intende presentare alcune direzioni di senso emergenti da un’esperienza formativa che, dal 2013 al 2015, ha coinvolto complessivamente 98 docenti in servizio presso alcune scuole primarie e secondarie di diversi Istituti Comprensivi del Trentino. Con un approccio connesso all’Experiential Learning Model della Findhorn-Foundation, gli interventi hanno previsto - con un progressivo livello di coinvolgimento - giochi di apertura, esplorazione, fiducia, mediazione dei conflitti, sintonia del gruppo e attività cooperative, alternando a simulazioni osservazioni riflessive sui vissuti e una rielaborazione teorica dell’esperienza. In ciascun modulo (di 10-16 ore) sono stati proposti un questionario sui bisogni formativi, un questionario di valutazione e un incontro di debriefing, che hanno evidenziato il valore del percorso come crescita personale e professionale dei docenti, con una iniziale ricaduta operativa sulla loro prassi didattica. I risultati sottolineano come questo approccio favorisca un incremento motivazionale, lo sviluppo di competenze relazionali in un clima di fiducia reciproca e la creazione di un team collaborativo e suggeriscono l’importanza di promuovere percorsi formativi esperienziali sulla gestione della classe, convalidando l’ipotesi che la facilitazione di competenze sociali negli studenti presupponga la presenza di insegnanti socialmente competenti.
Giocando si impara: i giochi di Findhorn come strumento di crescita personale e professionale per gli insegnanti
Malusà, Giovanna
2016-01-01
Abstract
La presenza di docenti motivati e competenti nella gestione della complessità e della differenza rappresenta uno dei fattori determinanti per la costruzione di contesti di apprendimento inclusivi. Una ricca normativa nazionale ed internazionale richiede sempre più agli insegnanti competenze interculturali, che necessitano di una specifica formazione anche esperienziale che permetta di impadronirsi di strumenti di mediazione e di leadership. Questo lo sfondo del presente contributo, che intende presentare alcune direzioni di senso emergenti da un’esperienza formativa che, dal 2013 al 2015, ha coinvolto complessivamente 98 docenti in servizio presso alcune scuole primarie e secondarie di diversi Istituti Comprensivi del Trentino. Con un approccio connesso all’Experiential Learning Model della Findhorn-Foundation, gli interventi hanno previsto - con un progressivo livello di coinvolgimento - giochi di apertura, esplorazione, fiducia, mediazione dei conflitti, sintonia del gruppo e attività cooperative, alternando a simulazioni osservazioni riflessive sui vissuti e una rielaborazione teorica dell’esperienza. In ciascun modulo (di 10-16 ore) sono stati proposti un questionario sui bisogni formativi, un questionario di valutazione e un incontro di debriefing, che hanno evidenziato il valore del percorso come crescita personale e professionale dei docenti, con una iniziale ricaduta operativa sulla loro prassi didattica. I risultati sottolineano come questo approccio favorisca un incremento motivazionale, lo sviluppo di competenze relazionali in un clima di fiducia reciproca e la creazione di un team collaborativo e suggeriscono l’importanza di promuovere percorsi formativi esperienziali sulla gestione della classe, convalidando l’ipotesi che la facilitazione di competenze sociali negli studenti presupponga la presenza di insegnanti socialmente competenti.File | Dimensione | Formato | |
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